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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11250 del 28 dicembre 1994
«La disposizione dell'art. 2752, comma 1, c.c., come sostituito dall'art. 3 della L. 29 luglio 1975, n. 426, in virtù della quale i crediti dello Stato per l'imposta sul reddito delle persone fisiche, giuridiche e per l'imposta locale sui redditi,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2422 del 12 marzo 1994
«L'art. 2752 c.c., come novellato dall'art. 3, L. 29 luglio 1975, n. 426, nella parte in cui attribuisce privilegio generale sui mobili del debitore ai crediti dello Stato per tributi diretti posti in riscossione nell'anno in cui si procede...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5029 del 7 maggio 1991
«Il criterio fondamentale fissato dal legislatore per la disciplina del privilegio per i crediti di imposta deve essere ricercato nel principio fissato dal primo comma dell'art. 2752 c.c. che limita il privilegio in relazione all'iscrizione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 330 del 14 gennaio 1999
«In tema di privilegi sopra gli immobili per crediti per le imposte sui redditi immobiliari e con riguardo alla dichiarazione di fallimento del contribuente, l'art. 2771, secondo comma, c.c., che limita il privilegio alle imposte iscritte nei ruoli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5172 del 3 marzo 2010
«Il privilegio di cui all'art. 2767 c.c., avente ad oggetto l'indennità dovuta dall'assicuratore all'assicurato e la cui previsione è ispirata all'esigenza di sottrarre il terzo al concorso dei creditori chirografari dell'assicurato, trova...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 21045 del 1 ottobre 2009
«Il privilegio speciale sul bene immobile, che assiste (ai sensi dell'art. 2775 bis c.c.) i crediti del promissario acquirente conseguenti alla mancata esecuzione del contratto preliminare trascritto ai sensi dell'art. 2645 bis c.c., siccome...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19059 del 5 settembre 2006
«Nel processo di espropriazione forzata mobiliare presso terzi la dichiarazione del terzo ex art. 547 c.p.c. è preordinata all'individuazione della cosa assoggettata ad espropriazione, se essa è positiva il processo di esecuzione può procedere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5353 del 18 giugno 1987
«La consegna ad un terzo del bene oggetto del pegno ai sensi dell'art. 2786, secondo comma, c.c. integra una forma particolare di spossessamento del debitore o del terzo costituente, cui si fa ricorso quando il debitore non ha fiducia nel creditore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13551 del 12 giugno 2006
«In tema di pegno di crediti, il mero scambio dei consensi produce solo gli effetti prodromici disciplinati dagli artt. 2801 e 2802 c.c., ma non dà luogo, di per sé solo, alla nascita del diritto reale di garanzia sul credito, poiché questo sorge...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19963 del 14 ottobre 2005
«In tema di azione revocatoria ordinaria, non essendo richiesta, a fondamento dell'azione, la totale compromissione della consistenza patrimoniale del debitore, ma soltanto il compimento di un atto che renda più incerta o difficile il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17644 del 10 agosto 2007
«In tema di negozi dispositivi dell'ipoteca (presi in considerazione dal primo comma dell'art. 2843 c.c.) l'annotazione nei registri immobiliari del trasferimento, da farsi a margine dell'iscrizione ipotecaria, ha carattere necessario e, quindi,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2845 del 26 aprile 1983
«L'impegno assunto dal venditore di autoveicolo, in ordine alla liberazione del bene da precedente garanzia ipotecaria in favore di un terzo, resta inadempiuto per effetto della mancata cancellazione dell'iscrizione, mentre è inopponibile al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9314 del 9 aprile 2008
«Il creditore che agisce in surroga in luogo del proprio debitore, ai sensi dell'art. 2900 c.c., esercita il medesimo diritto che sarebbe spettato a quest'ultimo. Pertanto, ove si tratti di diritto di fonte contrattuale, ed il debitore surrogato...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9440 del 18 maggio 2004
«Poiché anche il credito eventuale, in veste di credito litigioso, è idoneo a determinare — sia che si tratti di un credito di fonte contrattuale oggetto di contestazione giudiziale in separato giudizio, sia che si tratti di credito risarcitorio da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7452 del 5 giugno 2000
«Ai fini dell'azione revocatoria ordinaria, la definizione della controversia sul credito che costituisce il presupposto dell'azione non integra un antecedente logico giuridico indispensabile della pronunzia sulla domanda revocatoria, né è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8188 del 8 ottobre 1994
«In tema di azione revocatoria, la diminuzione del patrimonio del debitore può realizzarsi anche dando vita ad un negozio complesso — ossia ad un negozio costituito da tanti rapporti (ancorché coinvolgenti altri soggetti oltre all'alienante o al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3676 del 15 febbraio 2011
«L'accoglimento dell'azione revocatoria, ai sensi degli artt. 2901 e 2902 c.c., non comporta l'invalidità dell'atto di disposizione sui beni e il rientro di questi nel patrimonio del debitore alienante, bensì l'inefficacia dell'atto soltanto nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15605 del 7 novembre 2002
«Le quote di partecipazione di una società di persone che per disposizione dell'atto costitutivo siano trasferibili con il (solo) consenso del cedente e del cessionario, salvo il diritto di prelazione in favore degli altri soci, possono essere...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 14087 del 18 giugno 2007
«Affinché una lite possa dirsi coperta dall'efficacia di giudicato di una precedente sentenza resa tra le stesse parti è necessario che il giudizio introdotto per secondo investa il medesimo rapporto giuridico che ha già formato oggetto del primo;...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21352 del 4 novembre 2005
«In relazione al principio secondo cui l'autorità del giudicato copre il dedotto e il deducibile, e cioè non solo le ragioni giuridiche fatte valere in giudizio ma anche tutte le altre — proponibili sia in via di azione che di eccezione — le quali,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9775 del 8 ottobre 1997
«Il giudicato si forma, oltre che sull'affermazione (o negazione) del bene della vita controverso, sugli accertamenti logicamente preliminari e indispensabili ai fini del decisum , quelli cioè che si presentano come la premessa indefettibile della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5222 del 5 giugno 1996
«L'efficacia del giudicato — che preclude il riesame delle questioni già decise, anche nell'ipotesi in cui il successivo giudizio abbia finalità diverse da quelle costituenti lo scopo ed il petitum del precedente — non è limitata alla statuizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5968 del 27 maggio 1995
«Il giudicato sostanziale si forma non solo su punti oggetto di concreta controversia tra le parti, ma anche su tutto ciò che, anche se non controverso tra le parti, sia dichiarato certo da parte del giudice, nei limiti in cui i relativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7577 del 15 maggio 2003
«L'accertamento contenuto nella sentenza, passata in giudicato, di un fatto idoneo a produrre determinati effetti destinati a durare nel tempo, pur non contenendo propriamente l'accertamento di un diritto stipite comprendente i singoli diritti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3230 del 6 marzo 2001
«In caso di situazioni giuridiche di durata, oggetto del giudicato è l'unico rapporto giuridico continuato e non gli effetti verificatisi nei singoli periodi del suo svolgimento. (Nella specie, la S.C. ha cassato con rinvio la decisione di merito...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8583 del 23 giugno 2000
«L'efficacia preclusiva del giudicato, operando nei limiti dell'accertamento che ha formato oggetto di un determinato giudizio, non si estende ad altri accertamenti della stessa natura riguardanti diversi periodi di tempo. (Nella specie in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12554 del 14 dicembre 1998
«In tema di rapporti di durata l'autorità della cosa giudicata ha come suo presupposto il principio rebus sic stantibus che comporta che la statuizione può essere modificata sulla base di fatti sopravvenuti alla sua formazione. Ne consegue che,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14999 del 21 novembre 2000
«Perché in caso di omessa espressa pronuncia su di una domanda si possa formare, ove la sentenza passi in cosa giudicata per mancata impugnazione, un giudicato implicito sul punto del mancato accoglimento della domanda non espressamente decisa,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12905 del 19 dicembre 1997
«In caso di omessa espressa pronuncia su di una domanda si forma, ove la sentenza passi in cosa giudicata per mancata impugnazione, un giudicato implicito sul punto del mancato accoglimento della domanda non espressamente decisa, tale da precludere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 990 del 1 febbraio 1994
«La preclusione derivante dal giudicato implicito e dall'applicazione della regola che il giudicato copre il dedotto ed il deducibile opera sul presupposto non solo della identità delle parti ma anche dell'identità fra l'oggetto del nuovo giudizio...»