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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28554 del 24 giugno 2004
«La circostanza attenuante del ravvedimento operoso prevista dalla seconda parte dell'art. 62, n. 6 c.p. ha pacificamente natura soggettiva ed è ravvisabile solo se l'azione è determinata da motivi interni e non influenzata da fattori quali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1285 del 13 febbraio 1997
«In tema di provocazione (art. 62 n. 2 c.p.) deve affermarsi che l'attenuante inerisce ad una situazione iniziale di legittimità o, almeno, di non illiceità dell'offensore, confliggente con una opposta situazione di illiceità dell'offeso e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3510 del 6 aprile 1996
«In tema di alterazione dello stato dei luoghi senza autorizzazione paesaggistica, la circostanza attenuante di cui all'art. 62 n. 6 c.p. non è applicabile quando l'elisione o attenuazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato avvengano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6863 del 14 giugno 1994
«In tema di stupefacenti, l'attenuante speciale di cui all'art. 73, comma 7, D.P.R. n. 309/1990 ha una configurazione più ampia di quella prevista dall'art. 62 n. 6 c.p. Essa non si ricollega al reato, bensì alla «attività criminosa», che è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6936 del 28 giugno 1991
«In materia di circostanze, l'attenuante di cui alla seconda ipotesi dell'art. 62, n. 6, c.p. è di natura soggettiva e trova la sua giustificazione nella minore capacità a delinquere del colpevole, il quale, per ravvedimento, dopo la consumazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29929 del 29 luglio 2010
«La possibilità di applicare simultaneamente l'attenuante dei motivi di particolare valore morale o sociale e quella della provocazione è subordinata all'accertamento, in concreto, della loro ascrivibilità a distinte situazioni concrete, poiché...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9725 del 12 ottobre 1992
«...società. Rientrano tra questi principi anche il reperimento dei mezzi per assicurare allo Stato gli indispensabili introiti tributari, fonte ordinaria per una corretta gestione della cosa pubblica (art. 53 Cost.). Ne deriva che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14502 del 23 dicembre 1999
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto solo “quoad poenam” e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice, e non circostanziata, né influisce sulla procedibilità. Ne consegue che la novella introdotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28006 del 22 giugno 2004
«In base al principio dell'applicazione della legge sopravvenuta più favorevole (art. 2, comma terzo, c.p.), nel caso di reati attribuiti, in assenza di aggravanti, alla competenza del giudice di pace, ai sensi dell'art. 4 del D.L.vo 28 agosto 2000...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2280 del 28 gennaio 1993
«Ai fini della determinazione dei criteri di irrogazione della pena, non occorre nella motivazione una «parte spaziale autonoma» essendo sufficiente che i relativi criteri siano indicati nell'intero corpo della decisione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7736 del 30 giugno 1988
«Mentre la norma di cui all'art. 83 c.p. disciplina il caso della realizzazione di un evento di natura diversa da quello che l'agente si proponeva (aberratio delicti) l'art. 82, invece, prevede l'errore che cade sull'oggetto materiale (persona o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2612 del 21 marzo 1985
«L'aberratio ictus plurioffensiva costituisce sotto il profilo soggettivo, un minus rispetto alla corrispondente ipotesi di concorso formale di reati, presentando la caratteristica che delle due offese cagionate, una deve essere dal soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21867 del 5 giugno 2007
«In tema di imputabilità, esula dalla nozione di infermità mentale il gruppo delle cosiddette «abnormità psichiche» come nevrosi d'ansia o reazioni a «corto circuito» che hanno natura transitoria e non sono indicative di uno stato morboso, inteso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 958 del 24 aprile 1991
«Gli artt. 88 e 89 del codice penale che disciplinano, rispettivamente, l'infermità totale o parziale di mente, come cause che escludono o diminuiscono notevolmente l'imputabilità, ossia la capacità di intendere e di volere, postulano — secondo il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4385 del 24 aprile 1982
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato va compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro processo non è pertanto mai vincolante nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17305 del 5 maggio 2011
«Ai fini del riconoscimento del vizio totale o parziale di mente, nessun rilievo può assumere la presenza, in capo all'autore della condotta delittuosa, di un generico stato di agitazione determinato da una crisi di astinenza dall'abituale consumo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29106 del 18 luglio 2001
«L'accertamento del fatto-reato in tutte le sue componenti, comprese quelle circostanziali, presenta carattere di priorità rispetto a quello dell'imputabilità del soggetto cui il fatto medesimo viene attribuito. (Nella specie, in applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6357 del 24 giugno 1996
«Non tutti gli stati di tossicomania, la quale è una dipendenza meramente psichica alla droga, o di tossicodipendenza, che è una assuefazione cronica alla stessa, producono di per sé alterazione mentale rilevante agli effetti di cui agli artt. 88 e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22765 del 22 maggio 2003
«In tema di imputabilità, gli articoli 88 e 89 c.p. - che disciplinano rispettivamente l'infermità totale e parziale di mente, quali cause che escludono o diminuiscono la capacità di intendere e di volere - postulano l'esistenza di una vera e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13010 del 2 ottobre 1989
«L'accertamento sull'infermità di mente dell'imputato deve essere compiuto in relazione al fatto concreto addebitato ed al tempo in cui il fatto medesimo è stato commesso. L'indagine già esperita in altro procedimento non è vincolante nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21405 del 21 maggio 2009
«L'attenuante della provocazione è incompatibile con la diminuente del vizio parziale di mente nei casi in cui vi sia sostanziale coincidenza tra lo stato d'ira e l'infermità mentale o quest'ultima abbia avuto preponderante incidenza sul primo.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26358 del 9 giugno 2005
«Il condannato al pagamento della pena pecuniaria è tenuto al pagamento della pena anche nel caso in cui sia stata pronunciata nei suoi confronti dichiarazione di fallimento. Ne consegue che il giudice di sorveglianza può stabilire la conversione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5741 del 30 gennaio 1995
«È possibile procedere alla conversione della pena pecuniaria nella sanzione sostitutiva della libertà controllata solo dopo il rintraccio del debitore, in quanto è necessario preventivamente accertare il suo stato di insolvibilità. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4800 del 11 gennaio 1995
«La capacità del condannato di essere assoggettato a pena pecuniaria rimane integra anche dopo la sua dichiarazione di fallimento; in tale ipotesi si realizza una situazione di insolvenza — che rappresenta uno stato transitorio — e non di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 789 del 10 gennaio 2014
«In tema di differimento facoltativo della pena detentiva, ai sensi dell'art. 147 cod. pen., comma primo, n. 2), è necessario che la malattia da cui è affetto il condannato sia grave, cioè tale da porre in pericolo la vita o da provocare rilevanti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 972 del 13 gennaio 2012
«In tema di differimento facoltativo della pena detentiva, ai sensi dell'art. 147 c.p., comma primo, n. 2), è necessario che la malattia da cui è affetto il condannato sia grave, cioè tale da porre in pericolo la vita o da provocare rilevanti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16183 del 20 aprile 2001
«È immanente al vigente sistema normativo una sorta di incompatibilità presunta con il regime carcerario per il soggetto che abbia compito i settanta anni, sicché, nell'ipotesi di esecuzione della pena detentiva che lo riguardi, in presenza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8936 del 5 marzo 2001
«Ai fini del differimento facoltativo dell'esecuzione della pena per infermità fisica, il grave stato di salute va inteso come patologia implicante un serio pericolo per la vita o la probabilità di altre rilevanti conseguenze dannose, eliminabili o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4328 del 4 agosto 2000
«...interventi obbligatori del servizio sociale e residui un margine di pericolosità sociale che, nel bilanciamento tra le esigenze del condannato e quelle di difesa sociale, faccia ritenere ancora necessario un minimo controllo da parte dello Stato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 727 del 6 marzo 2000
«Ai fini della concessione del rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena per grave infermità fisica, è necessario che le condizioni patologiche siano tali da rendere obiettivamente impossibile fronteggiarle in ambiente carcerario, a nulla...»