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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14258 del 28 luglio 2004
«Qualora una opposizione agli atti esecutivi si fondi sulla deduzione di nullità di un atto del procedimento esecutivo che, benché effettivamente affetto da nullità, venga dal giudice ritenuto irrilevante in quanto non necessario nell'ambito del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2319 del 2 febbraio 2006
«In tema di procedimenti monitori che iniziano con ricorso depositato nella cancelleria del giudice competente, la pendenza della lite va determinata con riferimento alla notifica del ricorso e del conseguente decreto ingiuntivo, così come disposto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21141 del 10 ottobre 2007
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo il creditore assume la veste sostanziale di attore, sicché, laddove l'opponente abbia contestato l'ammontare degli interessi dovuti, il giudice, nel determinare tali interessi, e dovendo utilizzare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2978 del 24 marzo 1983
«Nel procedimento di convalida di licenza o di sfratto di cui agli artt. 657 e ss. c.p.c., l'ordinanza di rilascio del bene locato con riserva delle eccezioni del convenuto, resa a norma dell'art. 665 c.p.c., pur costituendo titolo esecutivo, ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5729 del 18 aprile 2001
«In tema di separazione personale tra coniugi, il momento determinativo della competenza per territorio del giudice adito va stabilito attribuendo rilevanza esclusiva alla data del deposito del ricorso presso la cancelleria di quest'ultimo —...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7478 del 31 luglio 1993
«In tema di reati associativi, per determinare la sussistenza della giurisdizione italiana occorre verificare soprattutto il luogo dove si è realizzata, in tutto o in parte, la operatività della struttura organizzativa, mentre va attribuita...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4675 del 3 febbraio 2009
«Il principio dell'equivalenza causale implica, nel caso della successione di posizioni di garanzia, che la condotta del singolo soggetto che ha concorso a determinare l'evento ha efficienza causale pur quando difetti del coefficiente psicologico...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11779 del 16 dicembre 1997
«Nel caso di lesioni personali seguite da decesso della vittima dell'azione delittuosa, l'eventuale negligenza o imperizia dei medici non elide il nesso di causalità tra la condotta lesiva dell'agente e l'evento morte. La colpa dei medici, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10763 del 31 ottobre 1995
«In tema di nesso di causalità, quando i comportamenti di più soggetti concorrono su un piano di reciproca equivalenza a determinare l'evento, il giudizio sull'efficienza causale è distinto ed autonomo per ciascuna condotta. Nel concorso di cause...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10626 del 7 marzo 2013
«Ai fini dell'apprezzamento dell'eventuale interruzione del nesso causale tra la condotta e l'evento, il concetto di causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento si riferisce non solo al caso di un processo causale del tutto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 20272 del 14 giugno 2006
«In tema di causalità, la causa sopravvenuta «da sola sufficiente a determinare l'evento» (art. 41 comma secondo, c.p.) può configurarsi anche nel caso di un processo non completamente avulso dall'antecedente, ma caratterizzato da un percorso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1214 del 13 gennaio 2006
«Ai fini dell'apprezzamento dell'eventuale interruzione del nesso causale tra la condotta e l'evento (articolo 41, comma secondo, c.p.), il concetto di causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento non si riferisce solo al caso di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13114 del 6 aprile 2002
«Sono cause sopravvenute o preesistenti, da sole sufficienti a determinare l'evento, quelle del tutto indipendenti dalla condotta dell'imputato. Ne consegue che non possono essere considerate tali quelle che abbiano causato l'evento in sinergia con...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6506 del 2 giugno 2000
«La condotta di chi, sia pure abusivamente, si introduce in un fondo altrui, lasciato colposamente accessibile a chiunque, e riceve un danno dallo stato dei luoghi o dalle cose ivi esistenti non è qualificabile come causa sopravvenuta da sola...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 578 del 28 gennaio 1997
«In tema di concorso di cause la causa sopravvenuta sufficiente da sola alla produzione dell'evento e, quindi, avente efficacia interruttiva del nesso di causalità, è quella del tutto indipendente dal fatto posto in essere dall'agente, avulsa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9197 del 21 ottobre 1996
«In tema di nesso di causalità sono da considerarsi «cause sopravvenute da sole sufficienti a determinare l'evento», secondo la previsione dell'art. 41 comma secondo c.p., soltanto quelle del tutto indipendenti dal fatto del reo, avulse dalla sua...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9553 del 14 settembre 1991
«In tema di causa sopravvenuta sufficiente a determinare l'evento, è capace di interrompere il nesso con le cause precedenti quell'azione o quel complesso di condizioni che, pur inserendosi in un complesso di fattori causali, ha efficienza e...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3197 del 6 marzo 1990
«In tema di rapporto di causalità, la causa da sola sufficiente a determinare l'evento — da valutarsi in concreto secondo il criterio di certezza e non della mera possibilità — non è soltanto quella appartenente ad una serie causale completamente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 23309 del 9 giugno 2011
«In tema di reati commessi con violazione di norme sulla circolazione stradale, il comportamento colposo del pedone investito dal conducente di un veicolo costituisce mera concausa dell'evento lesivo, che non esclude la responsabilità del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9967 del 11 marzo 2010
«La condotta del medico che visiti la paziente senza osservare le regole dell'arte medica (nella specie: omettendo di avvedersi della gravità della patologia che ella presentava) non costituisce causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5533 del 20 maggio 1991
«In materia contravvenzionale — pur avendo il vigente codice penale accolto una concezione naturalistica dell'elemento soggettivo del reato, non esigendo né la coscienza dell'antigiuridicità della condotta né l'intenzione di violare la legge — non...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8357 del 13 giugno 1989
«Il malore improvviso incide sulla capacità d'intendere e di volere, come coscienza e volontarietà della condotta, e, pertanto, non rientra nella categoria giuridica del fortuito. Ne consegue che spetta all'accusa fornire la prova della capacità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15025 del 2 maggio 2006
«La determinazione volontaria dello stato di pericolo esclude la configurabilità della legittima difesa non per la mancanza del requisito dell'ingiustizia dell'offesa, ma per difetto del requisito della necessità della difesa, sicché l'esimente non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 365 del 14 gennaio 2000
«La configurabilità dell'esimente della legittima difesa deve escludersi nell'ipotesi in cui lo scontro tra due soggetti possa essere inserito in un quadro complessivo di sfida giacché, in tal caso, ciascuno dei partecipanti risulta animato da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4337 del 2 febbraio 2006
«Ai fini della legittima difesa putativa, l'errore scusabile che può giustificare la scriminante putativa deve trovare adeguata giustificazione in qualche fatto che, seppure malamente rappresentato o compreso, abbia la possibilità di determinare...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3257 del 22 marzo 1991
«La legittima difesa putativa postula i medesimi presupposti di quella reale, con la sola differenza che nella prima la situazione di pericolo non sussiste obiettivamente, ma è supposta dall'agente a causa di un erroneo apprezzamento dei fatti....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4051 del 30 dicembre 2000
«In materia di stupefacenti, l'aggravante prevista per chi induce al reato una persona dedita all'uso di droga, costituisce una circostanza ad effetto speciale, atteso che prevede un aumento edittale della pena da un terzo alla metà e che a tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 31433 del 21 settembre 2006
«Allorché sia riconosciuta la continuazione tra più delitti alcuni dei quali punibili con l'ergastolo, una volta individuato l'ergastolo come pena base per la violazione ritenuta più grave, non è consentito infliggere, per quelle ritenute meno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15499 del 1 aprile 2004
«Allorché sia riconosciuta la continuazione tra più delitti alcuni dei quali punibili con l'ergastolo, una volta individuato l'ergastolo come pena base per la violazione ritenuta più grave, non è consentito infliggere, per quelle ritenute meno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 576 del 27 marzo 1995
«Nel determinare, ai sensi dell'art. 663 c.p.p., la pena da eseguirsi nel caso di esistenza, a carico del medesimo soggetto, di pene temporanee detentive concorrenti, il giudice dell'esecuzione, in osservanza delle disposizioni di cui agli artt. 78...»