-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16304 del 24 luglio 2007
«In tema di regolamento di competenza, nel caso in cui, nel procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica, il giudice abbia ordinato la discussione orale della causa e abbia pronunciato sentenza solo sulla competenza, al termine...»
-
Cassazione civile, Sez. II, ordinanza n. 17665 del 2 settembre 2004
«In tema di regolamento di competenza, nel caso in cui, nel procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica, il giudice abbia ordinato, ai sensi dell'art. 281 sexies c.p.c., la discussione orale della causa e abbia pronunciato...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2210 del 16 febbraio 2012
«L'autorizzazione della giunta municipale al sindaco di un comune a proporre una domanda o a resistere in giudizio, non contenente alcuna limitazione al primo grado, abilita implicitamente il sindaco anche alla proposizione dell'appello, ove il...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24930 del 29 novembre 2007
«La mancanza di specifica contestazione circa la qualità di sostituto del sindaco nel vice-sindaco che, non indicando tale qualità, abbia sottoscritto la procura speciale alle liti, non produce l'invalidità e la conseguente inammissibilità del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12109 del 23 maggio 2006
«L'autorizzazione della giunta municipale al sindaco di un comune a proporre una domanda o a resistere in giudizio, senza alcuna limitazione al giudizio di primo grado, abilita il sindaco implicitamente anche alla proposizione dell'appello ove il...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2917 del 22 marzo 1995
«In tema di acquisto di cose di sospetta provenienza (art. 712 c.p.), il motivo di sospetto circa la liceità della provenienza del bene non può farsi derivare dalla sola condizione di tossicodipendente dell'offerente, di cui non sia nota anche la...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15872 del 25 giugno 2013
«È inopponibile al creditore che abbia chiesto il fallimento di una società la deliberazione di trasferimento all'estero della sede di quest'ultima, iscritta nel registro delle imprese successivamente alla proposizione di detta istanza, con...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5391 del 11 marzo 2005
«Ai sensi dell'art. 9 legge fall., la competenza a dichiarare il fallimento spetta al Tribunale del luogo ove l'impresa ha la sua sede principale, ove, cioè, promuove sul piano organizzativo i suoi affari, e tale luogo, di regola, si deve presumere...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 3081 del 8 febbraio 2011
«Ai fini della competenza del tribunale a dichiarare il fallimento, a norma dell'art. 9, comma 2, legge fall. - nel testo, "ratione temporis" vigente, di cui al D.L.vo 9 gennaio 2006, n. 5, resta imprescindibile la verifica dell'effettività del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9753 del 18 luglio 2001
«La competenza per la dichiarazione di fallimento spetta al Tribunale del luogo in cui l'imprenditore ha la sede effettiva dell'impresa, senza che possano rilevare trasferimenti di detta sede nell'imminenza o successivamente alla dichiarazione di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3652 del 8 aprile 1998
«In tema di fallimento, ai fini della corretta individuazione del tribunale territorialmente competente a conoscere della domanda di fallimento di una società, ai sensi dell'art. 9 della legge fallimentare, la presunzione di coincidenza della sede...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1224 del 4 febbraio 2000
«La competenza territoriale per la dichiarazione di fallimento si determina con riferimento alla sede effettiva dell'impresa sociale, costituita dal centro di direzione e organizzazione dell'impresa stessa, da identificarsi in via presuntiva con la...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9199 del 1 settembre 1999
«Ai fini dell'individuazione del tribunale competente per territorio sull'istanza di fallimento, la presunzione di coincidenza della sede legale con la sede effettiva dell'impresa è superata quando sia provato che il trasferimento della sede legale...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10956 del 13 novembre 1992
«Il reato di cui all'art. 734 c.p. è di danno concreto, poiché la norma postula il deturpamento o l'alterazione delle bellezze naturali, indipendentemente dal nulla osta paesistico. La relativa valutazione è riservata al motivato apprezzamento dei...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29830 del 29 dicembre 2011
«L'atto notorio, pur essendo considerato da alcune specifiche norme di legge come prova sufficiente delle qualità di erede e di legatario, allorché queste siano fatte valere a fini esclusivamente amministrativi, anche se nell'ambito della...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26934 del 15 dicembre 2006
«In tema di fallimento, il provvedimento con il quale il giudice delegato — sul presupposto della inoperatività della «presunzione muciana» di cui all'art. 70 legge fall. sia alle fattispecie governate dal regime di comunione legale fra i coniugi...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9245 del 18 aprile 2007
«In tema di valutazione delle prove, nel nostro ordinamento, fondato sul principio del libero convincimento del giudice, non esiste una gerarchia di efficacia delle prove, per cui i risultati di talune di esse debbano necessariamente prevalere nei...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 701 del 21 gennaio 1995
«Perché una presunzione sia giuridicamente valida e consenta di ritenere un fatto accertato nel giudizio, non è necessario che il fatto ignoto appaia come l'unica conseguenza possibile dei fatti noti, ma è sufficiente che sia da questi deducibile...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1377 del 4 febbraio 1993
«In tema di presunzioni semplici — le quali vanno distinte sia dalla fictio iuris che dalle presunzioni legali (assolute o relative) — il requisito della concordanza costituisce un elemento non essenziale ma solo eventuale del procedimento logico...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3253 del 2 marzo 2012
«Gli atti ed i certificati della P.A., essendo assistiti da una presunzione di legittimità, in difetto di prova contraria, possono essere posti a base della decisione anche quando la P.A. che li ha emessi sia parte in causa.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2815 del 10 marzo 1995
«La nullità della sentenza deliberata da giudici diversi da quelli che hanno assistito alla discussione, che è insanabile e rilevabile d'ufficio ai sensi dell'art. 158 c.p.c., può essere dichiarata solo quando vi sia la prova della non...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7477 del 31 marzo 2011
«È conforme al disposto dell'art. 132, secondo comma, n. 4, c.p.c., con riferimento al requisito dell'esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione, la sentenza di merito la cui motivazione, pur riportando ampi stralci del...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16920 del 21 luglio 2009
«La diversità fra la data di deliberazione della sentenza indicata in calce alla medesima e la data dell'udienza collegiale fissata per tale deliberazione non è di per sé sola sufficiente a far ritenere, nel caso che quest'ultima sia successiva,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15755 del 13 agosto 2004
«In tema di notificazioni, l'art. 139 c.p.c., nel prescrivere che la notifica si esegue nel luogo di residenza del destinatario e nel precisare che questi va ricercato nella casa di abitazione o dove ha l'ufficio o esercita l'industria o il...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2814 del 10 marzo 2000
«La citazione di un imprenditore individuale ovvero di una impresa individuale ha come destinatario la persona fisica dell'imprenditore stesso e va quindi notificata a quest'ultimo secondo le regole delle notificazioni a persone fisiche ex artt....»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 23368 del 30 ottobre 2006
«In tema di notificazioni, la consegna dell'atto da notificare «a persona di famiglia» secondo il disposto dell'art. 139 c.p.c., non postula necessariamente né il solo rapporto di parentela — cui è da ritenersi equiparato quello di affinità — né...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9658 del 24 luglio 2000
«L'art. 139 c.p.c. fa discendere la presunzione “iuris tantum” di conoscenza, da parte del destinatario, dell'atto di citazione notificatogli, idonea alla instaurazione del rapporto processuale, dalla consegna dell'atto stesso effettuata, presso la...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8597 del 5 settembre 1997
«Le persone di famiglia del destinatario dell'atto che sono abilitate a ricevere la consegna non sono soltanto i componenti del nucleo familiare in senso stretto legati da uno stabile rapporto di convivenza, ma in genere gli altri parenti (o...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8920 del 24 luglio 1992
«In caso di notificazione di un atto a mani di persona di famiglia e addetta alla casa, all'ufficio o all'azienda, di cui all'art. 139, secondo comma, c.p.c., non è necessario l'ulteriore adempimento dell'avviso al destinatario della avvenuta...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7329 del 5 luglio 1993
«In tema di notificazione, agli effetti della disposizione di cui all'art. 139 c.p.c., il termine «ufficio» comprende il luogo in cui il destinatario svolga in modo continuativo attività lavorativa o presti, comunque, servizio, anche se trattasi di...»