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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10420 del 18 luglio 2002
«Allorquando due giudizi tra le stesse parti vertano sullo stesso rapporto giuridico e uno di essi sia stato definito con sentenza passata in giudicato, l'accertamento già compiuto in ordine a una situazione giuridica e la soluzione di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8941 del 19 giugno 2002
«Anche nel rito del lavoro il dispositivo deve essere interpretato in sintonia con la motivazione, pertanto, se nella motivazione della sentenza siano contenuti tutti gli elementi per la quantificazione delle somme dovute al lavoratore, il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9438 del 27 giugno 2002
«Il dispositivo della sentenza della Corte di cassazione che, volendosi attenere al disposto dell'art. 91 c.p.c. e così condannare al pagamento delle spese processuali la parte soccombente, inverta il nome di questo con quello del vincitore, reca...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9843 del 6 luglio 2002
«La riassunzione della causa davanti al giudice di rinvio si configura non già come atto di impugnazione, ma come attività di impulso processuale volta a riattivare la prosecuzione del giudizio conclusosi con la sentenza cassata e, come tale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12477 del 25 agosto 2003
«Nel rito del lavoro, in mancanza dell'allegazione del fatto costitutivo della fattispecie da parte dell'attore, non può attribuirsi alla dichiarazione del difensore del convenuto valore di ammissione dello stesso fatto costitutivo, potendosi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2211 del 14 febbraio 2003
«Il vizio di contraddittorietà del lodo arbitrale è deducibile con impugnazione per nullità ai sensi dell'art. 829 comma primo nn. 4 e 5 c.p.c. solo quando si concreti in una inconciliabilità fra le parti del dispositivo o parti della motivazione,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4180 del 21 marzo 2003
«Nel rito del lavoro e, in particolare nella materia della previdenza ed assistenza, dove, per la particolare natura dei rapporti controversi il principio dispositivo va contemperato con quello di ricerca della verità materiale, la norma di cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7467 del 14 maggio 2003
«Nel rito del lavoro, sussiste il principio della non integrabilità del dispositivo con la motivazione della sentenza. Tuttavia, in applicazione di un principio logico e giuridico, il dispositivo medesimo deve essere interpretato attraverso la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7706 del 16 maggio 2003
«La regola della non assoggettabilità della fattispecie di contrasto fra dispositivo letto in udienza e motivazione della sentenza ad una interpretazione correttiva o alla correzione ex art. 287 c.p.c. non è regola di portata assoluta e generale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7748 del 17 maggio 2003
«La procedura di correzione di errore materiale, di cui agli artt. 287 e ss. c.p.c., può essere adottata, ricorrendone i presupposti, anche nei confronti del dispositivo di sentenza pronunciata con il rito del lavoro, atteso che la possibilità di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8220 del 23 maggio 2003
«Nel rito del lavoro e, in particolare, nella materia della previdenza e assistenza, caratterizzata dall'esigenza di contemperare il principio dispositivo con quello della ricerca della verità materiale, allorché le risultanze di causa offrono...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9700 del 18 giugno 2003
«Deve qualificarsi come opposizione agli atti esecutivi la domanda con cui l'esecutato deduca l'illegittimità del precetto, per avere l'esecutante vanificato una facoltà di scelta accordata dal titolo esecutivo al debitore. (Nella specie la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10134 del 26 maggio 2004
«Le affermazioni «ulteriori» contenute nella motivazione della sentenza, consistenti in argomentazioni rafforzative di quella costituente la premessa logica della statuizione contenuta nel dispositivo vanno considerate di regola superflue, qualora...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10376 del 28 maggio 2004
«L'errore materiale contenuto nella sentenza impugnata con il ricorso per cassazione, pur non essendo suscettibile di correzione da parte della Cassazione, può essere rilevato ed accertato dalla Corte medesima al limitato fine di escludere la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11630 del 22 giugno 2004
«Il termine annuale di impugnazione della sentenza, previsto dall'art. 327 c.p.c., decorre dalla pubblicazione della sentenza stessa, e cioè nel rito del lavoro non dalla data di lettura del dispositivo in udienza, ma da quella del deposito in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12905 del 13 luglio 2004
«Ai fini dell'impugnabilità con istanza di regolamento necessario o facoltativo di competenza, per «decisione di merito» s'intende non soltanto una pronuncia sul rapporto sostanziale dedotto in giudizio, in contrapposizione ad una pronuncia sul...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14416 del 29 luglio 2004
«Nel rito del lavoro, in caso di contrasto tra il dispositivo letto in udienza e quello contenuto nella sentenza, ovvero in caso di contrasto tra quanto risultante dal verbale di udienza rispetto a quanto risultante dal documento-sentenza, per le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15764 del 13 agosto 2004
«In tema di procedimento in cassazione, l'art. 384 c.p.c. prevede che qualora il vizio denunziato riguardi non un punto di fatto ma una astratta questione di diritto, il giudice di legittimità ha il potere di integrare e correggere la motivazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1673 del 29 gennaio 2004
«Nel rito del lavoro, il principio della non integrabilità del dispositivo con la motivazione in caso di insanabile contrasto fra le due parti della sentenza, con la conseguente inidoneità delle enunciazioni eventualmente contenute nella sola...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22464 del 29 novembre 2004
«Attesa la maggiore accentuazione dei poteri istruttori del giudice del lavoro, non si ravvisa una violazione del potere dispositivo delle parti sulle prove nel provvedimento del giudice di appello che, ritenendo «indispensabile ai fini della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4561 del 5 marzo 2004
«Nel rito del lavoro, in caso di contrasto tra dispositivo e motivazione, prevale la statuizione contenuta nel dispositivo e letta in udienza; tale contrasto costituisce motivo di nullità della sentenza ed è rilevabile solo con gli ordinari mezzi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6635 del 5 aprile 2004
«Nel rito del lavoro, allorquando la motivazione della sentenza si limiti alla mera esplicitazione di statuizioni già sostanzialmente argomentabili dalla struttura logico – semantica del dispositivo, non può invocarsi il principio della non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8326 del 3 maggio 2004
«L'attività di specificazione o di interpretazione di una sentenza di cassazione non può essere oggetto né del procedimento di correzione di errore materiale, né di quello di revocazione a norma dell'art. 391 bis c.p.c. Ne consegue che, sotto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15810 del 28 luglio 2005
«Sulla base del principio di economia processuale, ormai espressamente accolto anche nel giudizio di legittimità dalla seconda parte dell'art. 384, primo comma, c.p.c., nonché di un'interpretazione complessiva dell'art. 384 che induce ad escludere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4741 del 4 marzo 2005
«Nel caso di pronuncia contestuale della motivazione e del dispositivo nel rito ordinario, la situazione per cui la sentenza manifesti chiaramente o addirittura espressamente nella motivazione l'intenzione del giudice di accogliere la domanda di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8692 del 27 aprile 2005
«Il giudicato si forma non soltanto sulle questioni oggetto di puntuale pronuncia nel dispositivo ma anche su quelle espressamente trattate e decise nella motivazione che rispetto alle prime presentino carattere autonomo nonchè su quelle, pur non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9892 del 11 maggio 2005
«È nulla e non inesistente la notificazione eseguita in luogo e a soggetto diversi da quelli indicati nella norma processuale, ma aventi sicuro riferimento con il destinatario dell'atto, quale la notificazione effettuata al procuratore costituito...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10997 del 12 maggio 2006
«Il ricorso per cassazione rivolto a denunciare, ai sensi dell'art. 362, secondo comma, numero 1), c.p.c., un conflitto di giurisdizione richiede, a pena di improcedibilità, il deposito della copia autentica di entrambi i provvedimenti che hanno...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14110 del 20 giugno 2006
«Ai fini del rispetto della condizione di procedibilità del ricorso per cassazione, prevista dall'art. 369, secondo comma, n. 2 c.p.c., è necessario il deposito, nel termine perentorio di venti giorni dall'ultima notificazione dell'atto, di una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14113 del 20 giugno 2006
«Pur costituendo principio generale – desumibile dal combinato disposto degli artt. 132 e 276 c.p.c. – che la paternità della decisione deve essere attribuita esclusivamente al giudice o al collegio che ha elaborato la decisione stessa e che, sia...»