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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37088 del 15 ottobre 2002
«In tema di operatività dello stato di necessità (art. 54 c.p.) con riferimento al reato di costruzione abusiva — premesso che per danno grave alla persona deve intendersi ogni danno grave ai suoi diritti fondamentali, ivi compreso quello...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11030 del 2 dicembre 1997
«In tema di operatività dello stato di necessità (art. 54 c.p.) con riferimento al reato di costruzione abusiva — premesso che per danno grave alla persona deve intendersi ogni danno grave ai suoi diritti fondamentali, ivi compreso quello...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 40912 del 12 ottobre 2015
«Per la configurabilità del tentativo rilevano non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti che, pur classificabili come preparatori, facciano fondatamente ritenere che l'agente, avendo definitivamente approntato il piano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16313 del 12 maggio 2006
«L'estensione al tentativo delle circostanze previste per il corrispondente delitto consumato comporta un problema di semplice compatibilità logico-giuridica, che va verificata in concreto tenuto conto della tipologia dell'aggravante contestata....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2772 del 21 gennaio 2010
«In tema di truffa, integra recesso attivo, e non desistenza, l'adoperarsi fattivamente dell'autore degli artifici e raggiri affinché il destinatario degli stessi non cada in errore. (Nella fattispecie, relativa al reato commesso da un dipendente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1296 del 4 febbraio 1998
«In tema di tentativo, nell'ipotesi di reato plurisoggettivo il concorrente che intenda essere scriminato per desistenza dall'azione ai sensi del terzo comma dell'art. 56 c.p. deve attivarsi al fine di evitare la realizzazione concorsuale della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5151 del 4 maggio 1992
«In tema di reati commessi col mezzo della stampa, il fatto che la notizia incriminata sia stata attinta da un'agenzia di stampa presieduta da un direttore responsabile non limita o esclude il dovere di controllo del responsabile del periodico che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23039 del 9 giugno 2008
«L'art. 57 c.p., nel prevedere che l'omesso controllo da parte del direttore responsabile di un periodico a stampa sia punito con la pena «stabilita » per il reato eventualmente commesso con la pubblicazione, istituisce un criterio autonomo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14674 del 9 novembre 1990
«L'imputabilità del minore va considerata in relazione allo stato evolutivo proprio dell'età, certamente lungi dal compimento e al quale si accompagnano, per fatto naturale, una parziale immaturità, che si prospetta tale se comparata alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 534 del 22 gennaio 1993
«Poiché la capacità di intendere e di volere del minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni non si presume, si richiede al giudice di merito un'adeguata motivazione sull'accertamento, in concreto, di detta capacità intesa come...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9265 del 13 settembre 1991
«In tema di accertamento dell'imputabilità del minore ultraquattordicenne, non esistendo schemi astratti valevoli a tal fine, occorre valutare il comportamento del soggetto in concreto, onde verificare se egli presenta, in rapporto al fatto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1510 del 2 febbraio 1990
«In tema di imputabilità, deve essere annullata con rinvio ad altro giudice, per difetto di motivazione e violazione di legge la sentenza che dia atto della capacità di un minore imputato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7454 del 19 maggio 1989
«La capacità di intendere e di volere del minore che abbia compiuto quattordici anni, ma non ancora i diciotto deve essere accertata dal giudice di merito che, nell'esprimere il suo giudizio di fatto sul punto deve tener conto di una molteplicità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2140 del 18 febbraio 1988
«Mentre l'incapacità di intendere e di volere da causa psicopatologica ha carattere assoluto, nel senso che prescinde dalla natura e dal grado di disvalore sociale della condotta posta in essere, l'incapacità di intendere e di volere da immaturità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2112 del 26 giugno 2000
«Nel computo della pena detentiva stabilita per ciascun reato ai fini dell'applicazione dell'amnistia elargita con D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, anche la diminuente prevista dall'art. 98, comma primo, c.p. va calcolata nella sua estensione minima...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8579 del 3 agosto 1988
«In virtù della nuova formulazione dell'art. 99 c.p. così come introdotta dall'art. 9 del d.l. 11 aprile 1974, convertito in L. 7 giugno 1974, l'esistenza e la quantità del disvalore della recidiva devono essere accertate in concreto dal giudice,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20798 del 24 maggio 2011
«La recidiva è circostanza aggravante ad effetto speciale quando comporta un aumento di pena superiore a un terzo e pertanto soggiace, in caso di concorso con circostanze aggravanti dello stesso tipo, alla regola dell'applicazione della pena...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7302 del 23 giugno 1994
«Perché possa configurarsi la recidiva, occorre che il nuovo reato sia commesso dopo che la precedente condanna sia divenuta irrevocabile, non essendo sufficiente che esso giunga a definitiva consumazione dopo tale momento. All'uopo è sufficiente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27599 del 6 luglio 2009
«Si ha recidiva reiterata obbligatoria, di cui all'art. 99, comma quinto, c.p.p., nel caso in cui il condannato, già recidivo, abbia commesso uno dei delitti di cui all'art. 407, comma secondo, lett. a) c.p.p., a nulla rilevando se i precedenti...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37759 del 13 settembre 2013
«Non esiste incompatibilità tra gli istituti della recidiva e della continuazione, potendo quest'ultima essere riconosciuta anche tra un reato già oggetto di condanna irrevocabile ed un altro commesso successivamente alla formazione di detto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19544 del 27 aprile 2004
«In presenza dei presupposti richiesti dall'art. 81 c.p., la continuazione è configurabile anche tra un reato oggetto di condanna irrevocabile e un altro commesso successivamente ad essa, congiuntamente alla recidiva o disgiuntamente da essa.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24895 del 26 giugno 2007
«Ai fini della configurabilità del concorso di persone nel reato, il contributo concorsuale assume rilevanza non solo quando abbia efficacia causale, ponendosi come condizione dell'evento lesivo, ma anche quando assuma la forma di un contributo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6489 del 3 giugno 1998
«In base alla concezione unitaria del concorso di persone nel reato, l'attività costitutiva del concorso può essere rappresentata da qualsiasi comportamento esteriore che fornisca un apprezzabile contributo, in tutte o alcune delle fasi di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9482 del 10 settembre 1992
«Per la configurazione del concorso di persone nel reato non è richiesto il cosiddetto previo concerto, essendo sufficiente anche un'intesa spontanea che intervenga nel corso dell'esecuzione del reato, ovviamente a condizione che l'atto riferibile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4612 del 5 maggio 1993
«In tema di concorso morale, la partecipazione psichica può estrinsecarsi sotto forma o di istigazione, col provocare o rafforzare deliberatamente l'altrui proposito criminoso, o di agevolazione, facilitando la preparazione o la consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6250 del 7 febbraio 2003
«In tema di concorso di persone nel reato, la disposizione del secondo comma dell'art. 114 c.p., secondo cui l'attenuante della minima partecipazione al fatto pluripersonale non si applica quando ricorra una delle circostanze aggravanti delineate...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2805 del 21 gennaio 2014
«In tema di concorso di persone, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel reato commesso da altro soggetto va individuata nel fatto che la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, inidoneo ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2775 del 8 aprile 1986
«In tema di concorso di persone nel reato, perché si abbia mera connivenza occorre che la persona non compia alcun atto di partecipazione materiale o psichica, mentre sussiste compartecipazione punibile allorquando, consapevolmente, si pone in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14188 del 15 dicembre 1999
«In tema di concorso di persone nel reato, la desistenza di uno dei concorrenti deve instaurare, perché si riverberi favorevolmente sulla posizione degli altri compartecipi, un processo causale che arresti l'azione di questi ultimi e impedisca...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19437 del 6 maggio 2013
«In materia contravvenzionale, è configurabile il concorso colposo dell' "extraneus" che, pur privo della particolare qualificazione soggettiva prevista dalla norma penale, abbia comunque partecipato al reato materialmente commesso dall'...»