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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44387 del 10 dicembre 2001
«La norma dell'art. 45 bis disp. att. c.p.p., che disciplina la partecipazione a distanza dell'imputato o del condannato all'udienza nel procedimento camerale, non attribuisce all'interessato detenuto fuori della circoscrizione del giudice...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 45037 del 30 gennaio 1999
«In tema di ricusazione del giudice, la omessa traduzione in udienza dell'imputato detenuto non impedisce l'esercizio di tale facoltà, ben potendo lo stesso richiedere di essere ascoltato ai sensi del comma terzo dell'art. 127 c.p.p., e potendo,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 30 giugno 1998
«È manifestamente infondata, in relazione agli artt. 3 e 24 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 309, comma ottavo, c.p.p., nella parte in cui non prevede, come obbligatoria, a pena di nullità, la comunicazione o informazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 117 del 12 febbraio 1996
«Nel procedimento disciplinato dall'art. 127 c.p.p., richiamato, per quanto riguarda il riesame, dell'art. 309, comma 8, stesso codice, l'interessato che sia detenuto in località compresa nella circoscrizione del giudice competente, qualora abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6665 del 7 giugno 1995
«Anche nel giudizio di appello avverso sentenza pronunciata nel giudizio abbreviato ex art. 442 c.p.p., in virtù del richiamo operato dall'art. 443 ultimo comma c.p.p. all'art. 599, il quale a sua volta al primo comma richiama «le forme previste...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2767 del 14 luglio 1994
«La circoscrizione del tribunale del riesame coincide, ai sensi dell'art. 309, comma 7, c.p.p., con il territorio della provincia nella quale ha sede l'ufficio che ha emesso l'ordinanza impugnata. Ne consegue che a tale circoscrizione occorre far...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1749 del 2 luglio 1993
«La puntuale lettura della sentenza 31 gennaio 1991, n. 45 della Corte costituzionale e il disposto dell'art. 127, terzo comma, in riferimento all'art. 309, ottavo comma, c.p.p., rendono palese che non esiste il diritto dell'interessato detenuto in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1278 del 3 maggio 1993
«La delega rogatoria prevista dall'art. 127, terzo comma c.p.p. (richiamato dagli artt. 309 e 310 c.p.p.), per ragioni di sicurezza e di economia processuale, al giudice di sorveglianza, quando l'interessato sia detenuto in luogo esterno al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35866 del 26 ottobre 2006
«In tema di procedimento in camera di consiglio, qualora l'interessato sia detenuto o internato in luogo posto fuori della circoscrizione del giudice e debba procedersi alla sua audizione da parte del locale magistrato di sorveglianza, ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3501 del 11 febbraio 1999
«All'udienza camerale fissata dal Gip a seguito di istanza di archiviazione del pubblico ministero e di opposizione della persona offesa, quest'ultima deve essere sentita solo quando ne abbia fatto specifica istanza. Gli artt. 409, comma 2, e 127...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4214 del 7 aprile 1998
«Nella fase di appello del giudizio abbreviato — che si svolge in camera di consiglio, ai sensi degli artt. 443, comma quarto, e 599 c.p.p. — l'udienza è rinviata se sussiste un legittimo impedimento dell'imputato che ha manifestato la volontà di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1124 del 19 luglio 1995
«Nel procedimento camerale disciplinato dall'art. 127 c.p.p. l'interessato detenuto o internato il quale abbia fatto pervenire dichiarazione di rinuncia a comparire ben può validamente revocare detta dichiarazione, chiedendo di presenziare...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1867 del 13 novembre 1993
«In tema di difesa, il nuovo codice di procedura penale innovando rispetto al precedente, ha equiparato, quanto a stabilità dell'incarico, il difensore di ufficio a quello di fiducia, affermando la sostanziale immutabilità (e, quindi,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3021 del 27 luglio 1999
«Ai fini dell'utilizzabilità del contenuto di dichiarazioni rese in sede di interrogatorio da imputato detenuto, è sufficiente il verbale riassuntivo che, come atto redatto da pubblico ufficiale a scopo di documentazione, è dotato di pieno valore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 849 del 27 aprile 1999
«Le particolari forme di documentazione prescritte a pena di inutilizzabilità dall'art. 141 bis c.p.p. riguardano l'interrogatorio reso fuori udienza da persona che si trovi in stato di «detenzione». Data l'accezione che nel nostro ordinamento deve...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 217 del 8 gennaio 2003
«In tema di misure cautelari reali, dovendosi considerare la richiesta di riesame proposta dal solo difensore dell'imputato come proveniente comunque dalla «parte» che si identifica nell'imputato medesimo, deve trovare applicazione, anche in questo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42836 del 10 novembre 2009
«Qualora l’imputato risulti detenuto per lo stesso fatto al quale si riferisce il procedimento a suo carico, la notificazione degli atti a lui diretti (nella specie, decreto di citazione a giudizio in grado di appello) non può essere effettuata al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19590 del 7 giugno 2006
«In tema di notificazioni, nel caso di imputato detenuto per altra causa, la notificazione di un atto all'imputato stesso, in forza della disposizione di cui al quarto comma dell'art. 156 c.p.p., deve essere eseguita nel luogo di detenzione solo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37135 del 30 settembre 2003
«A norma dell'art. 156 c.p.p. la notifica del decreto di citazione all'imputato detenuto deve avvenire nel luogo di detenzione, anche quando la causa di restrizione sia diversa dal procedimento in corso cui si riferisce la notifica e vi sia stata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5501 del 11 febbraio 2002
«In tema di notificazioni all'imputato detenuto, qualora quest'ultimo sia temporaneamente assente dall'istituto penitenziario per motivi legittimi, la consegna — dalla quale decorrono gli eventuali termini di impugnazione — deve essere effettuata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11151 del 24 dicembre 1996
«In tema di notificazioni, nel caso di imputato detenuto per altra causa, la notificazione di un atto all'imputato stesso, in forza della disposizione di cui al quarto comma dell'art. 156 c.p.p., deve essere eseguita nel luogo di detenzione solo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47379 del 10 dicembre 2003
«Non è viziato da nullità il decreto di citazione a giudizio notificato all'imputato detenuto nel domicilio eletto, in quanto la previsione di cui all'art. 156 c.p.p. — per la quale le notificazioni all'imputato detenuto debbono essere eseguite nel...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24263 del 27 maggio 2010
«È legittima la notifica di atti nei confronti dell'imputato non detenuto, con le modalità di cui all'art. 157, comma ottavo bis, c.p.p., pur se la prima notificazione (nella specie, consistente nella notifica dell'avviso di conclusione delle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 19602 del 15 maggio 2008
«Le notificazioni all'imputato non detenuto, successive alla prima, devono essere eseguite mediante consegna di copia al difensore di fiducia, ai sensi dell'art. 157, comma 8 bis, c.p.p. sempre che l'imputato non abbia dichiarato o eletto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35866 del 1 ottobre 2007
«È illegittimo il provvedimento di rigetto di una istanza di restituzione nel termine per proporre opposizione a decreto penale di condanna fondato sul mero rilievo della regolarità formale della notificazione del decreto medesimo, in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9499 del 27 febbraio 2013
«In materia di notificazione all'imputato non detenuto, ai fini dell'applicazione dell'art. 157 cod. proc. pen., per familiari conviventi devono intendersi non soltanto le persone che vivono stabilmente con il destinatario dell'atto e che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24575 del 15 giugno 2001
«In materia di notificazione all'imputato non detenuto, ai fini dell'applicazione dell'art. 157 cod. proc. pen., per familiari conviventi devono intendersi non soltanto le persone che vivono stabilmente con il destinatario dell'atto e che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13542 del 22 dicembre 1998
«In materia di prima notificazione all'imputato non detenuto, ai fini dell'applicazione dell'art. 157 c.p.p., debbono considerarsi conviventi dell'imputato non soltanto le persone che anagraficamente facciano parte della sua famiglia, ma anche...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41063 del 8 novembre 2007
«In tema di istruzione dibattimentale, la disposizione dell'art. 526, comma primo bis, c.p.p. (che esclude l'utilizzabilità delle dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'esame dell'imputato o del suo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42270 del 22 dicembre 2006
«Il disposto di cui al comma ottavo bis dell'art. 157 c.p.p., introdotto dall'art. 2, comma primo, D.L. 21 febbraio 2005 n. 17, nel testo modificato dalla legge di conversione 22 aprile 2005 n. 60 (secondo cui, dopo la prima notificazione...»