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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 419 del 2 aprile 1971
«Non è genuino il prodotto depauperato di elementi nutritivi caratteristici, come il formaggio che abbia una percentuale di sostanza grassa inferiore a quella stabilita dalla legge. La produzione e messa in vendita di un formaggio (nella specie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9963 del 2 marzo 1990
«Il delitto di cui all'art. 516 c.p. e la contravvenzione prevista dall'art. 5, lettera a) della L. 30 aprile 1962, n. 283 hanno differente oggettività giuridica: il primo ha la finalità di garantire l'ordine economico esposto a pericolo da colui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1850 del 23 febbraio 1985
«Non è ipotizzabile il concorso formale tra il reato di cui all'art. 516 c.p., che punisce la vendita di cose non genuine come genuine, e la contravvenzione relativa alla preparazione e vendita di sostanze adulterate, di cui all'art. 5, L. 30...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15676 del 23 aprile 2010
«Integra il delitto di atti osceni in luogo pubblico, e non la contravvenzione di atti contrari alla pubblica decenza, la condotta consistente nello sbottonarsi i pantaloni ed esporre in pubblico i genitali, toccandoli, in quanto l'intenzionalità...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9786 del 19 settembre 2000
«L'esibizione in pubblico degli organi genitali al fine di soddisfare la libido dell'esibente integra il delitto di atti osceni e non la contravvenzione di atti contrari alla pubblica decenza, in quanto, attese le finalità e modalità che la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8959 del 3 ottobre 1997
«Ai fini della distinzione tra i reati di cui agli artt. 527 e 726 c.p. le nozioni di osceno e di pudore non sono riferite ad un concetto considerato in sè, ma al contesto ed alle modalità in cui gli atti o gli oggetti sono compiuti o esposti ......»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 222 del 22 febbraio 1971
«La norma dell'art. 540 c.p. non può essere applicata per la ricerca degli elementi qualificanti un rapporto di filiazione illegittima, ai fini dell'accertamento di un presupposto del reato, ma può essere utilizzata solamente ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 44822 del 30 novembre 2007
«In materia di delitti contro il sentimento per gli animali, la fattispecie di maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.) configura un reato a dolo specifico nel caso in cui la condotta lesiva dell'integrità e della vita dell'animale è tenuta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9388 del 17 marzo 2006
«Sussiste l'aggravante di cui all'art. 585, comma secondo, n. 2, c.p. (lesione personale procurata con l'uso di strumenti atti ad offendere) nel caso in cui le lesioni siano procurate con l'uso di un bastone ricavato dalla gamba di un tavolino, né...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1040 del 6 febbraio 1997
«Il compimento di atti sessuali diversi dalla congiunzione carnale può avere anche connotazioni di gravità maggiore della congiunzione stessa e l'applicazione della circostanza attenuante speciale prevista da comma 3 dell'art. 609 bis deve avere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 56 del 17 gennaio 1967
«L'emigrazione degli italiani all'estero deve avvenire per tramite del Ministero del lavoro e degli uffici periferici (Uffici Provinciali del Lavoro). Ogni altra forma di espatrio è illegale perché può esporre i lavoratori a sfruttamento o da parte...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12433 del 30 marzo 2010
«Ai fini della configurabilità della contravvenzione di acquisto di cose di sospetta provenienza non occorre che sia accertata la provenienza delle cose da reato, perché è richiesta solo la prova dell'acquisto o della ricezione, senza gli opportuni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10951 del 29 novembre 1993
«In materia di ricettazione e di incauto acquisto, il mero rifiuto dell'imputato di rispondere circa la provenienza della res si concreta in un comportamento non esente da incertezze ed ambiguità, essendo insuscettibile — se interpretato per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 16 del 15 giugno 1995
«Elemento costitutivo della fattispecie contravvenzionale di cui all'art. 114 R.D.L. 19 ottobre 1938, n. 1933, conv. in legge 5 giugno 1939, n. 973 (ora depenalizzata per effetto dell'art. 1, lett. b, legge 28 dicembre 1993, n. 561), relativa al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22120 del 23 maggio 2013
«Integra il delitto di ricettazione e non la contravvenzione di acquisto di cose di sospetta provenienza la condotta di colui che riceva o acquisti un modulo di assegno bancario in bianco, trattandosi di documento per sua natura e destinazione nel...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 47164 del 23 dicembre 2005
«In materia di tutela del diritto di autore sulle opere dell'ingegno, è configurabile il concorso tra il reato di ricettazione (art. 648 c.p.) e quello di commercio abusivo di prodotti audiovisivi abusivamente riprodotti (art. 171 ter L. 22 aprile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18592 del 11 maggio 2011
«Il rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato o su altre qualità personali, che integra la condotta dell'omonima contravvenzione, non presuppone che il soggetto richiesto sia responsabile di un reato o di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10378 del 14 luglio 1989
«Il rifiuto di consegnare un documento di riconoscimento integra — ricorrendone le altre condizioni richieste dalla legge (persone pericolose o sospette) — gli estremi del reato di cui agli artt. 4 T.U. legge di P.S. e 294 del relativo regolamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1959 del 15 febbraio 1988
«Non può configurarsi il reato di cui all'art. 651 c.p. quando non venga accertato un effettivo rifiuto d'indicazione sulla propria identità personale. Pertanto, il rifiuto di consegnare i propri documenti per la identificazione non concreta gli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11514 del 12 novembre 1987
«Ai fini della ravvisabilità della sussistenza della contravvenzione di cui all'art. 658 c.p. è sufficiente che l'annunzio di disastri, infortuni o pericoli inesistenti sia idoneo a suscitare allarme presso l'autorità, gli enti o le persone che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25045 del 1 luglio 2002
«In tema di molestia o disturbo alle persone, la norma dell'art. 660 c.p. mira a prevenire il turbamento della pubblica tranquillità attuato mediante l'offesa alla quiete privata, e la relativa contravvenzione è procedibile d'ufficio. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1731 del 12 dicembre 1999
«La remissione di querela non produce effetti per il reato di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.). Con detta previsione, il legislatore ha, infatti, inteso tutelare, oltre alla quiete privata, la tranquillità pubblica, avuto riguardo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11208 del 9 novembre 1994
«Con la disposizione prevista dall'art. 660 c.p. il legislatore, attraverso la previsione di un fatto recante molestia alla quiete di un privato, ha inteso tutelare la tranquillità pubblica per l'incidenza che il suo turbamento ha sull'ordine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3758 del 28 gennaio 2014
«Il reato di molestia di cui all'art. 660 cod. pen. non è necessariamente abituale, per cui può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, purché ispirata da biasimevole motivo o avente il carattere della petulanza, che...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32321 del 8 agosto 2007
«L'esercizio del diritto di libera espressione del pensiero, per spiegare la propria funzione scriminante in relazione al reato di molestia o disturbo delle persone, deve essere esercitato entro limiti ben definiti e non esclude la contravvenzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36225 del 3 ottobre 2007
«In tema di molestia o disturbo alla persona, la disciplina dell'aberratio ictus monolesiva non trova applicazione qualora, per la specificità della persona effettivamente presa di mira dall'agente, il mutamento imprevisto del soggetto passivo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2314 del 4 febbraio 1992
«Il diritto di rinunciare all'amnistia previsto dall'art. 5 D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, compete solo all'imputato e non all'indagato in quanto presuppone l'esistenza di un «processo» e non semplicemente di una notizia di reato, seguita o meno da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2766 del 2 marzo 1990
«La contravvenzione di cui all'art. 660 del c.p. richiede, come elemento costitutivo, che il soggetto agente sia mosso da petulanza o altro biasimevole motivo: è pertanto necessario il dolo specifico, la cui sussistenza deve formar oggetto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10235 del 2 ottobre 1986
«Quando una condotta apportatrice di fastidio, difficoltà od impedimento a terzi non arrechi al soggetto che la estrinseca alcun vantaggio né gli tutela alcun diritto, ma sia palesemente mirata anziché alla difesa dei propri interessi, contro...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1353 del 6 febbraio 1987
«Il reato di ingiuria non può essere considerato speciale rispetto alla contravvenzione di molestia, in quanto, nella fattispecie astratta, le condotte non corrispondono tra loro e perché sono del tutto diversi i beni giuridici protetti.»