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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1589 del 23 maggio 1994
«Un decreto penale, emesso nel quinquennio successivo alla condanna per la quale si chiede la riabilitazione, non è, di per sé, ostativo alla concessione di quest'ultima. (In motivazione, la Suprema Corte ha affermato che è sempre necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4414 del 8 marzo 1994
«In materia di riabilitazione, la denunzia e le condanne riportate dal riabilitando dopo l'emissione delle sentenze oggetto dell'istanza di riabilitazione non escludono di per sé solo il requisito della buona condotta, essendo invece indispensabile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14307 del 21 aprile 2006
«In tema di confisca, per «cose che servirono a commettere il reato» ai sensi dell'art. 240, comma primo, c.p., devono intendersi quelle impiegate nella esplicazione dell'attività punibile, senza che siano richiesti requisiti di «indispensabilità»,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34365 del 11 agosto 2004
«Il giudice può disporre la confisca facoltativa ex articolo 240, comma primo, c.p., delle cose che servirono a commettere il reato, allorchè ravvisi una pericolosità sociale, in capo all'imputato, data dalla relazione tra l'attività criminosa e il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10106 del 24 settembre 1994
«In tema di confisca facoltativa il concetto di cose che servirono a commettere il reato ai sensi dell'art. 240 comma primo c.p. deve essere inteso come implicante un rapporto causale diretto ed immediato tra la cosa ed il reato nel senso che la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4453 del 2 aprile 1990
«La confisca delle cose che servirono a commettere il reato può essere disposta solo quando sussiste un rapporto causale diretto ed immediato fra la cosa e il reato, nel senso che la prima deve apparire come indispensabile per la esecuzione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18531 del 15 maggio 2012
«È legittima la confisca di un'autovettura utilizzata dall'autore del furto per raggiungere il luogo di esecuzione del reato e, successivamente alla sua consumazione, per nascondere e trasportare altrove la refurtiva, ancorchè l'impiego della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3755 del 14 novembre 1995
«Ai fini della configurabilità del reato di peculato, elemento indispensabile perché il denaro corrisposto dall'Ente pubblico al soggetto privato conservi la natura pubblica è che esso sia sottoposto ad un vincolo di destinazione per finalità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14353 del 27 marzo 2003
«L'induzione, quale elemento materiale del reato di concussione, deve essere qualificata, ossia prodotta dal pubblico ufficiale con l'abuso della sua qualità o dei suoi poteri, sicché la successiva azione indebita sia l'effetto di siffatta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9517 del 21 agosto 1998
«Ai fini della prova del delitto di corruzione propria, se non è necessaria la individuazione del singolo atto per il quale sono corrisposte le utilità non dovute, è indispensabile comunque la individuazione del genus degli atti oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34471 del 12 settembre 2007
«Integra il delitto di rifiuto di atti d'ufficio il medico della guardia medica che, posto telefonicamente al corrente della grave sintomatologia riferita da una paziente, non si rechi al di lei domicilio per l'effettuazione di un accurato esame...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2351 del 23 febbraio 1998
«In materia di omissione di atti d'ufficio, l'ipotesi prevista dall'art. 328 cpv. c.p. è diretta a disciplinare esclusivamente i rapporti tra la pubblica amministrazione e i soggetti ad essa esterni, fornendo a questi ultimi uno specifico e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5575 del 13 maggio 1998
«Ai sensi dell'art. 357 c.p., è pubblico ufficiale non solo colui il quale con la sua attività concorre a formare quella dello Stato o degli altri enti pubblici, ma anche chi è chiamato a svolgere attività avente carattere accessorio o sussidiario...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8937 del 27 febbraio 2015
«Integra il delitto di omessa denuncia previsto dall'art. 362 cod. pen. la condotta dell'incaricato di pubblico servizio che ometta di denunciare un fatto di cui sia venuto a conoscenza, in concomitanza o a cagione delle funzioni espletate, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3809 del 25 gennaio 1995
«Il coadiutore amministrativo, addetto in una Usl alla verifica della titolarità degli utenti ad ottenere il rilascio dei referti di analisi di laboratorio, previo controllo della relativa documentazione di preventivo pagamento dell'importo dovuto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6574 del 2 giugno 2000
«Per la configurabilità del reato di calunnia non è indispensabile un'espressa attribuzione di fatti costituenti reato a carico di una persona attraverso una formale denuncia, essendo sufficiente che l'agente porti a conoscenza dell'autorità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47863 del 15 dicembre 2003
«Ai fini della contestazione di una circostanza aggravante non è indispensabile una formula specifica espressa con sua enunciazione letterale, né l'indicazione della disposizione di legge che la prevede, essendo sufficiente che, conformemente al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10552 del 3 novembre 1992
«Ai fini della sussistenza della circostanza attenuante della provocazione, il concetto di «fatto ingiusto», pur comprendendo in sé qualsiasi comportamento, intenzionale o colposo, legittimo o illegittimo, purché idoneo a scatenare, l'altrui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2290 del 2 marzo 1992
«Ai fini della configurabilità della circostanza attenuante della provocazione, perché un atteggiamento possa essere considerato vessatorio, è indispensabile che esso si caratterizzi come persecutorio e sia suscettibile di essere interpretato come...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 781 del 13 marzo 1997
«La condotta di colui che, colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari ed autorizzato ad assentarsi ai sensi dell'art. 284 comma terzo c.p.p., si assenta per ragioni diverse da quelle per le quali è stata concessa l'autorizzazione non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34043 del 11 ottobre 2006
«Per la sussistenza del delitto di associazione a delinquere è sufficiente la presenza di almeno tre persone e non è necessario né un numero notevole di persone, né una distinzione precisa di ruoli tra le stesse; nelle associazioni con un modesto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30512 del 18 aprile 2014
«Il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art. 480 c.p.) può concorrere con quello di peculato, in quanto gli stessi tutelano beni giuridici diversi ed hanno riferimento a condotte diverse, posto che la prima...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46011 del 28 novembre 2003
«Risponde di omicidio colposo per inosservanza del regolamento per la disciplina dei servizi in economia dell'ANAS, approvato con il D.P.R. 423/1980, il capo-centro di manutenzione di una sezione che ometta l'adozione delle procedure d'urgenza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5029 del 2 maggio 1994
«Per la funzione della struttura ospedaliera, è da escludere che ciascun reparto da cui questa è composta costituisca un'entità a sé stante, implicante una divisione tale da impedire quella reciproca comunicazione di notizie attinenti ai malati i...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6722 del 7 luglio 1993
«Ai fini dell'osservanza del disposto dell'art. 115 D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547, che impone in modo assoluto l'installazione di dispositivi idonei a bloccare l'organo mobile quando gli arti del lavoratore si trovino nella zona della battuta, non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41283 del 5 novembre 2008
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, il diritto alla creazione letteraria non può scriminare offese gratuitamente rivolte ad un soggetto identificato o, comunque, facilmente identificabile e privo di rilievo nella dimensione storica e sociale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5126 del 26 maggio 1999
«Non è consentito nel giudizio di legittimità l'intervento volontario del terzo, mancando una espressa previsione normativa, indispensabile nella disciplina di una fase processuale autonoma e riferendosi l'art. 105 c.p.c. esclusivamente al giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18243 del 17 settembre 2015
«Gli interessi sulla somma liquidata a titolo di risarcimento del danno da fatto illecito (nella specie, per irreversibile trasformazione di un'area da parte della P.A.), hanno fondamento e natura diversi da quelli moratori, regolati dall'art. 1224...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4163 del 2 marzo 2015
«Ai sensi dell'art. 156 cod. proc. civ., in mancanza di un'espressa sanzione di nullità, la nota d'iscrizione a ruolo è nulla per irregolarità formali, con conseguente mancata costituzione della parte, solo quando difettino i requisiti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14979 del 20 novembre 2000
«La consulenza tecnica di ufficio è un mezzo istruttorio non una prova vera e propria è pertanto, sottratta alla disponibilità delle parti e affidata al prudente apprezzamento del giudice del merito il quale, tuttavia, non può respingere, senza...»