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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18574 del 4 settembre 2007
«Lo speciale regime ex art. 2384 c.c., di inopponibilità delle limitazioni del potere rappresentativo degli amministratori di una società per azioni ai terzi che non versino in situazione di dolo, per aver intenzionalmente stipulato un atto con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1325 del 7 febbraio 2000
«La regola di cui all'art. 2384 c.c. il quale (nel testo modificato dall'art. 5 del D.P.R. n. 1127 del 1969 introdotto in esecuzione della Direttiva CEE n. 151 del 1968 al fine di garantire ai terzi la sicurezza in ordine alla validità degli atti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10869 del 1 ottobre 1999
«A norma dell'articolo 2393 c.c. compete esclusivamente all'assemblea dei soci il potere di deliberare sia il promovimento dell'azione sociale di responsabilità sia la rinuncia all'esercizio di tale azione, sia la transazione; pertanto, la rinuncia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17033 del 23 giugno 2008
«Il curatore del fallimento, quando agisce ai fini della reintegrazione del patrimonio del fallito, esercita un'azione di massa e svolge un'attività distinta ed autonoma rispetto a quella che avrebbe potuto svolgere il fallito stesso, ponendosi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 403 del 13 gennaio 2010
«Il procedimento previsto dall'art. 2409 c.c. per il controllo giudiziario della società per azioni non è applicabile alla società a responsabilità limitata, in tal senso deponendo, oltre alla diversità dei connotati attribuiti a tale tipo di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9828 del 5 luglio 2002
«Nel procedimento per il riassetto amministrativo e contabile delle società a responsabilità limitata o per azioni di cui all'art. 2409 c. c., la condanna al pagamento delle spese processuali pronunciata a favore di colui che le abbia anticipate...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2020 del 29 gennaio 2008
«Anche nelle società a responsabilità limitata (nel vigore della disciplina dettata dal codice civile del 1942, anteriormente alla riforma di cui al D.L.vo 17 gennaio 2003, n. 6) non è configurabile un diritto del socio agli utili senza una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5141 del 11 aprile 2002
«In caso di conferimento di un'azienda individuale ad una società si verifica un fenomeno traslativo non soggetto alla disciplina dell'art. 2498 c.c. (concernente esclusivamente il caso di trasformazione di società da un tipo in un altro, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7808 del 3 agosto 1990
«L'atto costitutivo di una cooperativa, ancorché possa prevedere, ai sensi dell'art. 2518, n. 10, c.c., una forma di convocazione dell'assemblea che, per specifiche esigenze, deroghi alle disposizioni di legge in materia (dettate per le società per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4259 del 14 maggio 1997
«La struttura e la base contrattuale delle società cooperative comportano, di regola, e salvo specifiche norme di eccezione, l'insussistenza in capo all'aspirante socio, in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge o dall'atto costitutivo, di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11558 del 9 maggio 2008
«In tema di società cooperative, la comunicazione al socio della delibera di esclusione adottata ai sensi dell'art. 2533 c.c. svolge la funzione d'informarlo non tanto di ciò di cui si è discusso nel corso del procedimento, bensì delle ragioni in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17245 del 5 dicembre 2002
«In tema di esclusione del socio da una società cooperativa, ove lo statuto preveda la facoltà di ricorrere ad collegio di probiviri, va distinta l'ipotesi in cui la norma statutaria attribuisca a tale organo la funzione di un vero e proprio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9565 del 21 luglio 2000
«Qualora lo statuto di una cooperativa preveda il deferimento delle controversie tra società e soci ad un collegio di probiviri, affinché sia assicurato il requisito di ordine pubblico della imparzialità della decisione, è necessario che la nomina...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3973 del 27 febbraio 2004
«Costituisce azienda soltanto il complesso dei beni organizzato per l'esercizio di una specifica e ben individuata impresa, non di una qualsiasi possibile impresa astrattamente ipotizzabile, e, se è vero che per la configurabilità dell'azienda non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13689 del 6 novembre 2001
«Trattasi di locazione ad uso commerciale e non di affitto di azienda quando il locatore cede in godimento al conduttore i locali ove esercitare l'attività commerciale e non anche i beni strumentali per detto esercizio, giacché se è vero che la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 977 del 17 gennaio 2007
«La ditta individuale coincide con la persona fisica titolare di essa e, perciò, non costituisce un soggetto giuridico autonomo, sia sotto l'aspetto sostanziale che sotto quello processuale, senza che, perciò, nell'ambito delle opposizioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7601 del 10 luglio 1993
«L'accertamento del giudice del merito, sulla confondibilità (o inconfondibilità) di due ditte o denominazioni sociali adottate da imprese esercenti la medesima attività — che rappresenta un apprezzamento di fatto, insindacabile in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3224 del 1 aprile 1994
«La tutela del marchio non registrato (cosiddetto marchio di fatto) trova fondamento nella funzione distintiva che esso assolve in concreto, per effetto della notorietà presso il pubblico, e, pertanto, presuppone la sua utilizzazione effettiva, con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1617 del 14 febbraio 2000
«In tema di concorrenza sleale, presupposto indefettibile della fattispecie di illecito prevista dall'art. 2598 c.c. è la sussistenza di una effettiva situazione concorrenziale tra soggetti economici, il cui obiettivo consiste nella conquista di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11047 del 4 novembre 1998
«In tema di concorrenza sleale, l'attacco ingiusto diretto a ledere le posizioni ed i diritti tutelati dall'art. 2598 c.c., e, in particolare, idoneo a confondere il pubblico circa la qualità merceologica dei prodotti offerti, con evidente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6887 del 30 luglio 1996
«La concorrenza sleale deve, comunque, consistere in attività dirette ad appropriarsi illegittimamente dello spazio di mercato ovvero della clientela del concorrente, che si concretino nella confusione dei segni prodotti, nella diffusione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11404 del 20 dicembre 1996
«Perché sia configurabile la legittimazione di una associazione professionale ad agire per la repressione della concorrenza sleale ai sensi dell'art. 2601 c.c., è necessario che sussista in capo a tale associazione un interesse ulteriore e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45712 del 26 novembre 2003
«In tema di false comunicazioni sociali, al fine di verificare se i fatti commessi prima dell'entrata in vigore del D.L.vo 11 aprile 2002 n. 61, siano sussumibili nell'attuale fattispecie criminosa di cui all'art. 2622 c.c. occorre che tutti gli...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25887 del 16 giugno 2003
«Allorché, nelle more tra la pronuncia della sentenza di condanna oggetto di ricorso per cassazione e la trattazione di quest'ultimo, sia intervenuta una modificazione legislativa che abbia condotto alla parziale abolizione del reato al quale la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44702 del 7 dicembre 2005
«In tema di false comunicazioni all'autorità di vigilanza, premesso che esiste continuità normativa tra la fattispecie prevista dall'abrogato art. 134 del D.L.vo n. 385/1993 e quella prevista dall'art. 2638 c.c., quale novellato dal D.L.vo n....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 821 del 25 gennaio 2000
«La trascrizione della domanda di divisione è richiesta ai soli fini dell'osservanza dell'onere della continuità, sicché coloro che siano subentrati a titolo particolare nella quota del condividente nel corso del giudizio, pur subendo gli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20104 del 18 settembre 2009
«In tema di interrogatorio formale, la parte richiedente può soltanto invocare il potere discrezionale del giudice di merito di ammettere tale mezzo di prova in relazione alla sua indispensabilità ai fini della decisione. (Nella specie la S.C. ha...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5733 del 20 maggio 1993
«L'onere probatorio del convenuto, di contenuto contrario a quello dell'attore, sorge in concreto solo quando quest'ultimo abbia fornito la prova dei fatti posti a fondamento della domanda, con la conseguenza che l'insufficienza della prova con cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5488 del 14 marzo 2006
«Nel vigente ordinamento processuale i fatti allegati da una delle parti vanno considerati «pacifici» — e quindi possono essere posti a fondamento della decisione — quando siano stati esplicitamente ammessi dalla controparte oppure quando questa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11054 del 10 agosto 2001
«Il principio per cui il giudice deve porre a base della sua decisione unicamente i fatti allegati dalle parti e l'altro per cui i fatti pacifici tra le parti non hanno bisogno di essere provati incontrano un limite allorquando la legge richiede...»