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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2021 del 22 febbraio 1995
«Nell'ambito dei modi di estinzione delle obbligazioni diversi dall'adempimento, mentre l'accordo remissorio, diretto ad estinguere il debito verso il pagamento, da parte del debitore, di una quota di esso, costituendo un tipico negozio a struttura...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5646 del 10 giugno 1994
«La remissione del debito, pur non richiedendo forma solenne e formule particolari, deve peraltro contenere la inequivoca manifestazione di volontà del creditore volta alla rinuncia della prestazione. Pertanto, in mancanza di una manifestazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5260 del 5 agosto 1983
«La remissione del debito — la quale, oltre che parziale, ben può essere condizionata — costituisce un negozio unilaterale recettizio, neutro quoad causam (con conseguente irrilevanza dell'assenza di vantaggi per il creditore) e non soggetto a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4090 del 9 settembre 1978
«La remissione di debito ben può avere ad oggetto una parte soltanto del debito stesso, ovvero, in un rapporto obbligatorio continuativo, alcune partite residue, incerte o contestate. L'accertamento circa l'estensione della remissione spetta al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1100 del 20 aprile 1974
«La remissione di debito, pur non richiedendo formule sacramentali, deve consistere nella dichiarazione recettizia del creditore, comunicata al debitore, di rinunziare alla prestazione da questo dovutagli. Non può considerarsi valida remissione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1752 del 6 giugno 1972
«La norma dell'art. 1301 c.c. postula che quello che viene rimesso a favore di uno dei debitori sia un debito solidale cioè un'unica prestazione alla quale sono tenuti più soggetti, ciascuno dei quali può essere costretto ad adempierla per intero...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1322 del 23 aprile 1969
«L'accordo remissorio diretto ad estinguere il debito verso pagamento da parte del debitore di una quota di esso si perfeziona col consenso manifestato dalle parti (laddove la dichiarazione unilaterale di remissione si presume accettata soltanto se...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4729 del 28 maggio 1997
«L'avvenuta volontaria restituzione del titolo di credito da parte del creditore al debitore, al di là della specifica rilevanza che essa assume a norma dell'art. 1237 c.c. nell'ambito della disciplina dell'istituto della remissione quale modo di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 6 aprile 1995
«Le ricevute bancarie costituiscono non il titolo originario del credito, ma solo una modalità del rapporto tra la banca ed il creditore per la riscossione del credito verso terzi ed assumono la natura di quietanza solo dopo che la banca abbia in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7503 del 15 dicembre 1986
«Il possesso da parte del debitore del titolo originale del credito implica presunzione dell'avvenuto pagamento, a norma dell'art. 1237 cod. civ., ove il creditore non deduca e dimostri il ricollegarsi di detto possesso a diversa causale.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3633 del 7 novembre 1969
«L'art. 1237 c.c., secondo il quale, alla restituzione volontaria del titolo originale del credito fatta dal creditore al debitore, deve essere attribuito valore liberatorio a favore di quest'ultimo, sebbene collocato fra le norme che trattano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8971 del 19 aprile 2011
«La compensazione impropria, che si verifica quando i contrapposti crediti e debiti delle parti hanno origine da un unico rapporto, rende inapplicabili le sole norme processuali che pongono preclusioni o decadenze alla proponibilità delle relative...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18498 del 25 agosto 2006
«Quando tra due soggetti i rispettivi debiti e crediti hanno origine da un unico — ancorché complesso — rapporto, come nel caso in cui i reciproci crediti al risarcimento dei danni derivino da un unico evento prodotto dalle concomitanti azioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10629 del 9 maggio 2006
«Ai fini della configurabilità della compensazione in senso tecnico di cui all'art. 1241 c.c., non rileva la pluralità o unicità dei rapporti posti a base delle reciproche obbligazioni, essendo invece necessario solo che le suddette obbligazioni,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11943 del 8 agosto 2002
«Il principio secondo il quale l'istituto della compensazione — postulando l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono le contrapposte ragioni di credito delle parti — non trova applicazione nel caso in cui non sussista la predetta autonomia di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10447 del 7 ottobre 1991
«L'applicabilità delle disposizioni degli artt. 1241 e ss. c.c. (riguardanti l'ipotesi della compensazione in senso tecnico-giuridico) postula l'autonomia dei rapporti da cui nascono i contrapposti crediti delle parti e pertanto va esclusa allorché...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2289 del 31 marzo 2000
«La proposizione dell'eccezione di compensazione non necessita dell'uso di formule sacramentali e, pertanto, la stessa deve ritenersi ritualmente e tempestivamente proposta, ove il convenuto, nell'effettuare i conteggi delle somme spettanti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 538 del 20 gennaio 1997
«L'eccezione di compensazione corrisponde sempre ad una eccezione riconvenzionale allorché venga sollevata dal titolare del credito di importo maggiore, il quale non pretenda di ottenere nello stesso giudizio il pagamento dell'eccedenza.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3406 del 2 agosto 1977
«Al fondamento dell'eccezione di compensazione, al concorso dei requisiti di cui agli artt. 1243 e seguenti c.c., non è di ostacolo il fatto che il credito dedotto in compensazione sia stato accertato in un precedente giudizio fra le medesime...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 143 del 16 gennaio 1976
«La dichiarazione con la quale il convenuto oppone, alla domanda di pagamento, la compensazione con un suo credito, deducendo quest'ultimo al limitato fine di paralizzare, in tutto od in parte, la richiesta avversaria, configura un'eccezione in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4073 del 22 aprile 1998
«È esclusa la compensazione legale, per illiquidità del credito contrapposto, se contestato, mentre è esclusa quella giudiziale se il giudice del merito accerta che esso non è di pronta liquidazione, ovvero se a tal fine pende altro giudizio,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1650 del 29 aprile 1977
«Qualora sia opposto in compensazione un credito liquido ovvero di facile e pronta liquidazione, il giudice del merito deve provvedere al riguardo dichiarando la compensazione legale o pronunciando la compensazione giudiziale, ovvero, qualora...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1924 del 16 maggio 1975
«La differenza fra la compensazione legale e quella giudiziale risiede nel fatto che mentre nella prima la liquidità del credito opposto in compensazione è anteriore al giudizio, nella seconda, invece, il credito non è liquido, ma viene liquidato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13208 del 31 maggio 2010
«In tema di contratti, il principio della buona fede oggettiva, cioè della reciproca lealtà di condotta, deve presiedere all'esecuzione del contratto, così come alla sua formazione ed alla sua interpretazione e, in definitiva, accompagnarlo in ogni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 391 del 11 gennaio 2006
«Per la eccezione di compensazione legale non è necessario che la manifestazione di volontà della parte si attui mediante espressa istanza, proposta con formula sacramentale, essendo sufficiente che dal comportamento difensivo della parte stessa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11146 del 16 luglio 2003
«La compensazione legale estingue ope legis i debiti contrapposti in virtù del solo fatto oggettivo della loro coesistenza, sicché la pronuncia del giudice si risolve in un accertamento della avvenuta estinzione dei reciproci crediti delle parti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1955 del 10 febbraio 2003
«Ai fini della operatività della compensazione legale come fattispecie dalla quale deriva l'effetto estintivo dell'obbligazione, ciò che rileva è l'omogeneità delle obbligazioni, la liquidità ed esigibilità dei crediti e l'esistenza per ciascun...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4800 del 30 maggio 1997
«Al fine di dichiarare l'estinzione per compensazione legale di due crediti reciproci certi, liquidi ed esigibili, pur se riferiti allo stesso rapporto, fino alla concorrenza di quello di importo minore, l'accertamento dell'esistenza (e...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2234 del 5 giugno 1975
«La contestazione dell'esistenza o dell'ammontare del credito opposto in compensazione, tranne che appaia prima facie pretestuosa, esclude la liquidità del credito medesimo, e quindi, anche la compensazione legale.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2055 del 22 giugno 1972
«Agli effetti della compensazione legale, la inesigibilità del credito per indeterminatezza del soggetto legittimato a richiederne il pagamento, viene meno retroattivamente dal momento in cui ex post si accerti la titolarità soggettiva di tale...»