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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1802 del 30 maggio 1994
«A seguito della sentenza costituzionale n. 146 del 1975, che ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 148 c.p., nella parte in cui prevede il giudice, nel disporre il ricovero del condannato in un ospedale psichiatrico giudiziario, ordini la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45756 del 6 dicembre 2007
«Il beneficio della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale è diverso da quello della sospensione condizionale della pena perchè, mentre quest'ultima ha l'obiettivo di sottrarre alla punizione il colpevole che presenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12628 del 20 settembre 1990
«Gli estremi della condotta del reato di millantato credito, prevista dall'art. 346, primo comma, c.p., devono intendersi realizzati nel solo fatto di chi, vantando in modo esplicito o dando ad intendere di avere possibilità di influire sul...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6168 del 21 aprile 1989
«Al fine di escludere la responsabilità per reati colposi dei soggetti obbligati ex art. 4 del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547 a garantire la sicurezza dello svolgimento del lavoro, non è sufficiente che tali soggetti impartiscano le direttive da...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5404 del 23 gennaio 2001
«Le spese della custodia cautelare — che devono essere distinte da quelle di mantenimento in carcere del condannato in espiazione di pena definitiva, come si evince dal combinato disposto degli artt. 188, 189 nn. 2 e 3, 191 c.p., 692, commi 1 e 3,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2356 del 7 luglio 1992
«La pericolosità sociale, ai fini dell'applicazione di misure di sicurezza, può desumersi anche da semplici indizi, sempre che questi siano costituiti da elementi di fatto certi, dai quali sia possibile far discendere, sul piano congetturale, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2744 del 30 luglio 1986
«In tema di applicazione dell'indulto, il condono parziale della pena irrogata non consente la revoca della misura di sicurezza già applicata, in quanto il disposto dell'art. 210, secondo comma, cod. pen. si riferisce alle cause di estinzione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1590 del 24 giugno 1969
«La norma contenuta nell'art. 219, comma quarto, c.p., secondo cui, quando deve essere ordinato il ricovero in una casa di cura e di custodia, non si applica altra misura di sicurezza detentiva, è dettata specificamente per i casi di imputati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 331 del 28 febbraio 1966
«Secondo il sistema stabilito dal legislatore nell'art. 220 c.p. in caso di concorso della pena e della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura e di custodia, la regola è che l'esecuzione della misura di sicurezza segue l'esecuzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9880 del 20 novembre 1996
«Per la consumazione del reato previsto dall'art. 278 c.p. - offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica - non è richiesto che l'offesa diretta a quest'ultimo avvenga col mezzo della stampa, essendo sufficiente la semplice...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27196 del 14 luglio 2010
«Il dolo del reato di cui agli artt. 30 e 31 L. n. 646 del 1982 (omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte dei sottoposti a misura di prevenzione) implica la consapevolezza dell'imputato di essere stato condannato per reati di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4169 del 21 marzo 1990
«L'obbligo di restituzione, di cui al primo comma dell'art. 185, c.p., comporta a carico dell'autore del reato non solo l'obbligo della riconsegna delle cose sottratte, ma anche quello della restitutio in integrum, ossia il ripristino della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2533 del 21 gennaio 2010
«In tema di procurata inosservanza di pena, la prova circa la consapevolezza dell'imputato di agevolare l'autore di un reato a sottrarsi all'esecuzione della pena può fondarsi sulla notorietà della caratura criminale del soggetto favorito, nonché...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3613 del 30 gennaio 2006
«Il reato di procurata inosservanza di pena può assumere le forme più diverse, tuttavia è necessario, per l'integrazione della condotta tipica, che l'aiuto prestato al condannato sia idoneo a conseguire l'effetto di sottrarlo all'esecuzione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9936 del 4 marzo 2003
«La condotta del reato di procurata inosservanza di pena consiste in un'attività volontaria, specificamente diretta ad eludere l'esecuzione della pena, che concorre con quella del condannato ricercato. Ne consegue che non è responsabile del reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3861 del 30 giugno 1997
«Il reato di favoreggiamento personale ha come presupposto la commissione, da parte di un altro soggetto, di un altro delitto per il cui accertamento siano in corso indagini, e si concreta con l'agevolazione prestata a sottrarsi alle indagini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11487 del 28 novembre 1988
«Il reato di favoreggiamento personale prevede, come condotta punibile, l'aiuto finalizzato alla elusione delle investigazioni: quindi il termine «aiuta» contenuto nell'art. 378 c.p., ha un significato di larga accezione, comprensivo di ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44898 del 7 dicembre 2005
«Il concorso formale tra il delitto di favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) e quello di procurata inosservanza di pena (art. 390 c.p.), è ammissibile solo quando il soggetto favorito rivesta contemporaneamente la qualità di condannato in via...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1289 del 8 febbraio 1985
«In caso di condanna per uno dei delitti indicati nell'art. 417 c.p. la libertà vigilata deve essere applicata dal giudice senza effettuare alcun esame particolare della pericolosità del condannato, presunta dalla legge, mentre l'assegnazione ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1189 del 17 maggio 1990
«Il differimento della pena per grave infermità fisica può esser chiesto da condannato non ancora assoggettato all'esecuzione della pena ed anche se non si sia ancora provveduto all'emissione dell'ordine di carcerazione; è, infatti, interesse del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25004 del 20 giugno 2001
«Si verifica nullità della sentenza, ai sensi dell'art. 522 comma secondo c.p.p., per mancanza di correlazione tra contestazione e pronunzia, nel caso in cui l'imputato, rinviato a giudizio per rispondere del reato di contraffazione di pubblici...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7366 del 22 luglio 1996
«Qualora un soggetto venga condannato per spaccio di droga e per il reato di cui all'art. 586 c.p., in quanto la persona alla quale aveva fornito lo stupefacente, caduta in stato soporoso a seguito dell'assunzione della sostanza, era deceduta in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8282 del 8 marzo 2006
«In tema di imputabilità, il «disturbo antisociale della personalità» può rientrare nella nozione di infermità e può incidere, escludendola o scemandola grandemente, sulla capacità di intendere o di volere. Quest'ultima può assumere rilevanza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36190 del 3 ottobre 2007
«In tema di imputabilità, il disturbo della personalità, per rilevare ai fini del vizio parziale di mente, deve influire concretamente sul motivo e la decisione che conducono alla commissione del reato. Ne consegue che, in relazione a un soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26358 del 9 giugno 2005
«Il condannato al pagamento della pena pecuniaria è tenuto al pagamento della pena anche nel caso in cui sia stata pronunciata nei suoi confronti dichiarazione di fallimento. Ne consegue che il giudice di sorveglianza può stabilire la conversione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5741 del 30 gennaio 1995
«È possibile procedere alla conversione della pena pecuniaria nella sanzione sostitutiva della libertà controllata solo dopo il rintraccio del debitore, in quanto è necessario preventivamente accertare il suo stato di insolvibilità. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5740 del 23 gennaio 1995
«Nei confronti di condannato a pena pecuniaria che risulti irreperibile non può ritenersi accertata, ai sensi dell'art. 660, comma 2, c.p.p. la «effettiva insolvibilità» e non può, conseguentemente, darsi luogo a provvedimento di conversione della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4800 del 11 gennaio 1995
«La capacità del condannato di essere assoggettato a pena pecuniaria rimane integra anche dopo la sua dichiarazione di fallimento; in tale ipotesi si realizza una situazione di insolvenza — che rappresenta uno stato transitorio — e non di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3801 del 27 ottobre 1994
«La conversione della pena pecuniaria può aver luogo, una volta accertata l'insolvenza del condannato, solo dopo il materiale reperimento di costui: evento, questo, cui è subordinata l'intera esecuzione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1346 del 4 maggio 1994
«La competenza a provvedere in ordine alla conversione di pene pecuniarie è attribuita dal secondo comma dell'art. 660 c.p.p. al magistrato di sorveglianza, la cui competenza territoriale va individuata, quando il procedimento non riguardi reclusi...»