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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17902 del 4 settembre 2004
«Stante la natura negoziale dell'accordo che dà sostanza e fondamento alla separazione consensuale tra coniugi, e non essendo ravvisabile, nell'atto di omologazione, una funzione sostituiva o integrativa della volontà delle parti, ma rappresentando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2104 del 12 febbraio 2003
«Il dolo che vizia la volontà e causa l'annullamento del contratto implica la conoscenza da parte dell'agente delle false rappresentazioni che si producono nella vittima ed il convincimento che sia possibile determinare con artifici, menzogne e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3504 del 23 ottobre 1975
«Qualora l'immobile venduto risulti costruito in violazione delle limitazioni legali della proprietà, la pretesa del proprietario del fondo contiguo, diretta ad ottenere il rispetto di tali limitazioni, va ricondotta all'ipotesi dell'evizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5429 del 13 marzo 2006
«La parte che chiede l'annullamento del contratto per errore essenziale sulle qualità del bene ha l'onere di dedurre e provare, in caso di contestazione, i fatti dai quali tale qualità risulta, nonché l'essenzialità dell'errore e la sua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16679 del 24 agosto 2004
«L'errore, quale vizio della volontà, assume rilevanza quando incida sul processo formativo del consenso, dando origine ad una falsa o distorta rappresentazione della realtà, a cagione della quale la parte si sia indotta a manifestare la propria...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12784 del 18 novembre 1999
«In tema di annullamento del contratto per errore essenziale e riconoscibile dalla controparte, quando il dichiarante sia stato avvisato dell'errore da parte del destinatario della manifestazione di volontà, quest'ultima non può ritenersi viziata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7629 del 19 agosto 1996
«Le dimissioni del lavoratore — che costituiscono un negozio unilaterale recettizio idoneo a determinare la risoluzione del rapporto indipendentemente dalla volontà del datore di lavoro — soggiacciono, ai sensi dell'art. 1324 c.c., in quanto atto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9777 del 1 ottobre 1993
«In tema di annullamento del contratto per errore, le disposizioni che di tal vizio richiedono oltre che il carattere essenziale (cioè tale da determinare la parte a concludere il contratto stesso), anche quello della riconoscibilità dall'altro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5457 del 8 novembre 1985
«Qualora il contenuto del contratto, come appare stipulato, non corrisponda alla comune reale volontà delle parti — sia che l'erronea formulazione o trascrizione debba ascriversi alle parti medesime o ad un terzo loro incaricato ed ancorché...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1464 del 17 maggio 1974
«Il codice civile vigente nel regolare la figura dell'errore essenziale, quale causa di annullamento del contratto, con l'introdurre il requisito della riconoscibilità (art. 1428 c.c.), ignoto alla disciplina precedente, ha espunto quello della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16031 del 19 luglio 2007
«In caso di compravendita delle azioni di una società, che si assume stipulata ad un prezzo non corrispondente al loro effettivo valore, senza che il venditore abbia prestato alcuna garanzia in ordine alla situazione patrimoniale della società...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19558 del 19 dicembre 2003
«In tema di ermeneutica contrattuale, qualora il contenuto del contratto, sì come risulta materialmente redatto, non corrisponda, quanto alle espressioni usate, alla comune, .reale volontà delle parti, per erronea formulazione, redazione o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 985 del 2 febbraio 1998
«L'errore sul valore della cosa alienata è rilevante ai fini dell'invalidità del contratto quando sia conseguenza di un errore su una qualità essenziale della cosa medesima.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8290 del 24 luglio 1993
«L'errore sul valore della cosa oggetto della compravendita può dar luogo, se ne ricorrono i presupposti, all'azione di rescissione per lesione e non a quella di annullamento del contratto per vizi della volontà.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3892 del 29 giugno 1985
«La presunzione di conoscenza delle norme giuridiche ( ignorantia legis non excusat ) non può essere invocata per escludere la configurabilità e la rilevanza, ai fini dell'annullamento del contratto, di un errore vizio della volontà determinato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2688 del 29 aprile 1982
«L'annullabilità del contratto per errore di diritto ricorre quando il consenso di una parte sia determinato da falsa rappresentazione circa l'esistenza, l'applicabilità o la portata di una norma giuridica, imperativa o dispositiva, e tale vizio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2725 del 24 ottobre 1973
«L'errore di diritto, anche se incide sui presupposti, non dà luogo ad una causa di nullità assoluta (che abilita il giudice a respingere gli effetti di un atto o negozio del quale gli è stata domandata l'applicazione), bensì di sola annullabilità;...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1706 del 5 maggio 1977
«Al fine dell'annullamento del contratto per errore essenziale di uno dei contraenti, è sufficiente la riconoscibilità di tale vizio del consenso da parte dell'altro contraente, secondo i criteri di
cui all'art. 1431 c.c., e, pertanto, rimane...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9243 del 9 aprile 2008
«L'errore nella dichiarazione o nella sua trasmissione da parte della persona o dell'ufficio che nè è stato incaricato, regolato dagli artt. 1432 e 1433 c.c., deve essere sempre preceduto dall'interpretazione del contratto, perché quando è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3540 del 16 ottobre 1976
«L'ipotesi in cui, per errore di trascrizione, il testo del contratto non corrisponde al comune volere delle parti — ancorché siffatta discordanza non emerga prima facie, ma sia accertabile mediante complesse e sottili indagini di carattere logico...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8430 del 21 giugno 2000
«In tema di violenza morale, quale vizio del consenso invalidante, i requisiti previsti dall'art. 1435 c.c. possono variamente atteggiarsi, a seconda che la coazione si eserciti in modo esplicito, manifesto e diretto, o, viceversa, mediante un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6490 del 27 luglio 1987
«La violenza, perché assurga a causa di invalidità del contratto, anche quando consista nella minaccia di far valere un diritto, deve intervenire in un momento anteriore al negozio e concretarsi nella minaccia attuale di un male futuro, dipendente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13035 del 6 settembre 2003
«L'apprezzamento del giudice di merito circa l'esistenza e l'idoneità della minaccia a coartare la volontà di una persona si traduce in un giudizio di fatto, incensurabile in cassazione ove adeguatamente motivato. (Nella specie la S.C. ha ritenuto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13566 del 26 maggio 2008
«Il contratto concluso per effetto di truffa di uno dei contraenti in danno dell'altro, non è nullo, ma annullabile, ai sensi dell'articolo 1439 c.c. Infatti, il dolo costitutivo del delitto di truffa (articolo 640 c.p.) non è diverso, né...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10718 del 28 ottobre 1993
«Il dolo che vizia la volontà e causa l'annullamento del contratto può consistere nel mendacio, purché, valutato in relazione alle circostanze di fatto ed alle qualità e condizioni dell'altra parte, sia accompagnato da una condotta maliziosa ed...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9227 del 29 agosto 1991
«In tema di dolo, quale vizio della volontà, gli artifici ed i raggiri posti in essere da un contraente — idonei in concreto a trarre in inganno la controparte e tali che questa senza di essi non avrebbe stipulato il contratto — non cessano di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8509 del 26 settembre 1996
«La titolarità del potere di chiedere l'annullamento di un contratto collettivo di diritto comune per un vizio della volontà è dell'associazione sindacale stipulante e non anche del singolo lavoratore.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7529 del 8 luglio 1991
«Con riguardo a contratto concluso jure privatorum dalla P.A., a differenza dei vizi concernenti l'attività negoziale dell'ente pubblico, i quali, sia che si riferiscano al processo di formazione delle volontà dell'ente, sia che si riferiscano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1682 del 7 aprile 1989
«Nei contratti di diritto privato degli enti pubblici, l'eccesso di potere dell'organo dell'ente con rilevanza esterna ove concluda un contratto di contenuto in tutto od in parte diverso da quello deliberato dall'organo competente, che si traduce...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2996 del 24 maggio 1979
«In tema di vizi concernenti l'attività negoziale degli enti pubblici - sia che si riferiscano al processo di formazione della volontà dell'ente, sia che si riferiscano alla fase preparatoria ad essa precedente - il negozio comunque stipulato è...»