-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 23381 del 14 giugno 2007
«Per la determinazione della durata del termine di fase decorrente dalla pronuncia della sentenza di condanna, sia di primo grado che d'appello, occorre aver riguardo alla pena complessivamente inflitta per tutti i reati per i quali è in corso la...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2771 del 26 luglio 1999
«Ai fini della individuazione della durata dei termini massimi di custodia cautelare nelle fasi successive alla pronuncia della sentenza di primo grado, occorre avere riguardo, ai sensi dell'art. 303, lett. c) e d) c.p.p., alla misura della pena in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4306 del 1 dicembre 1994
«Nel caso di rinvio degli atti da parte del giudice di primo grado, dichiaratosi incompetente, ad altra autorità, i termini massimi della misura cautelare applicata iniziano a decorrere dalla data della sentenza di incompetenza e non già da quella...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1886 del 4 giugno 1997
«Ai fini del computo dei termini di durata massima della custodia cautelare deve farsi riferimento ai reati per i quali si procede nella fase presa in considerazione, perciò il proscioglimento con la sentenza di primo grado per alcune delle...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4608 del 4 maggio 1996
«Ove con il decreto che dispone il giudizio, o in virtù della decisione di primo grado, venga a determinarsi, per un mutamento della gravità delle imputazioni, lo spostamento del detenuto da uno stato per il quale è previsto un termine di custodia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 967 del 31 maggio 1993
«Agli effetti della individuazione della durata della custodia cautelare relativa a singole fasi e gradi, ove il giudice di merito accerti la minor gravità del reato contestato, il termine massimo di custodia cautelare di minor durata, conseguente...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4290 del 25 gennaio 1993
«La derubricazione del reato intervenuta con la sentenza di condanna di primo grado non può retroagire operando sui termini massimi di custodia cautelare relativi alla fase delle indagini preliminari, ma opera sui termini relativi alle fasi...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1432 del 11 luglio 1992
«...provvedimento che dispone il giudizio e la sentenza di primo grado, quando in base a tale sentenza sia stato ritenuto un reato per il quale sia prevista una pena detentiva massima meno grave di quella prevista per il reato inizialmente ipotizzato.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1693 del 11 luglio 1992
«Ed invero, nel caso in cui il giudice di primo grado abbia ritenuto la sussistenza di una minore gravità del reato contestato, il termine massimo di custodia cautelare, di minore durata, conseguente alla mutata qualificazione giuridica del reato,...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1189 del 20 aprile 1998
«...del giudizio di appello, anche se conseguente ad una derubricazione del reato, non ha incidenza alcuna sul termine di durata massima della custodia cautelare della fase precedente, rapportato alla pena inflitta con la sentenza di primo grado.»
-
Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 2158 del 4 agosto 1993
«In tema di termini di durata massima della custodia cautelare, l'espressione «senza che sia stata pronunciata condanna in grado di appello», contenuta nell'art. 303, primo comma, lettera c) c.p.p., non va intesa in senso letterale ma, in armonia...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8840 del 5 marzo 2010
«Ai fini del computo dei termini di durata massima della custodia cautelare, allorché sia intervenuta condanna in primo grado, si deve far riferimento alla pena inflitta in concreto con la relativa sentenza, comprensiva dell'aumento per la recidiva.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25058 del 19 luglio 2006
«I termini massimi di custodia cautelare per la «fase» del giudizio abbreviato, previsti dall'art. 303, comma primo, lett. b bis c.p.p., decorrono dall'ordinanza che, in qualunque grado di giudizio di merito, dispone procedersi con il giudizio...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46788 del 18 dicembre 2008
«...alcun accertamento circa la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. (Fattispecie di ripristino di misura adottato contestualmente alla sentenza di condanna di primo grado su richiesta del P.M. intervenuta fuori udienza il giorno precedente).»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5740 del 6 febbraio 2008
«...illegittimamente disposto dal P.M. a carico di un soggetto non indiziato di delitto ma imputato già condannato in primo grado e scarcerato per decorrenza dei termini, nei cui confronti si sarebbe dovuto procedere ex art. 307 comma secondo c.p.p.).»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 460 del 18 febbraio 1999
«A fronte di una generica richiesta di applicazione di custodia cautelare, avanzata dal pubblico ministero nel corso del giudizio di primo grado nei confronti di soggetto già detenuto, in vista di una sua eventuale scarcerazione, il giudice, nel...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2034 del 7 settembre 1993
«La custodia cautelare è correttamente ripristinata dopo una pesante condanna intervenuta in primo grado, tale da rendere più attuale e pressante la tendenza alla fuga già manifestata dalla pregressa latitanza e dal possesso di documenti falsi...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5252 del 22 gennaio 1997
«...— risultante necessaria a norma dell'art. 275 c.p.p. per inadeguatezza delle altre misure — può essere ripristinata tutte le volte in cui, in presenza di una condanna, il giudice procedente (di primo o secondo grado) ravvisi il pericolo di fuga.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4484 del 23 luglio 1997
«...di durata della misura cautelare, è vietato disporre la stessa misura per lo stesso fatto. (Fattispecie relativa a scarcerazione dell'imputato per scadenza del termine massimo di custodia maturato dopo la sentenza di condanna di primo grado.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6989 del 26 febbraio 1998
«...ai punti della decisione impugnata attinti dai motivi di gravame, nonché a quelli con essi strettamente connessi o da essi dipendenti, e non riguarda, invece, le deduzioni in fatto e le argomentazioni in diritto svolte dal giudice di primo grado.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 477 del 10 gennaio 2013
«Spetta al giudice di merito accertare se il comportamento della P.A. abbia ingenerato nei terzi, anche per mera colpa, un ragionevole affidamento in ordine alla conclusione del contratto. (La S.C., in applicazione dell'enunciato principio, ha...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2733 del 5 febbraio 2013
«...di decadenza del committente dalla garanzia per vizi possa ritenersi rinunciata e preclusa, che l'appaltatore abbia tenuto, nel corso del giudizio di primo grado, un comportamento incompatibile con la volontà di avvalersi di detta decadenza.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1760 del 8 febbraio 2012
«Il principio di ultrattività del mandato alle liti, costituente una deroga alla regola per cui la morte del mandante estingue il mandato, secondo la disciplina generale della materia ai sensi dell'art. 1722 n. 4 c.c., opera solo all'interno della...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7272 del 11 maggio 2012
«...condanna sia pronunciata dal giudice d'appello, l'importo massimo della stessa sarà dato dalla somma indicata dall'attore nell'atto di citazione di primo grado, maggiorato della rivalutazione calcolata fino al momento della decisione del gravame.»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3704 del 9 marzo 2012
«In tema di azione di regresso dell'INAIL nei confronti del datore di lavoro responsabile dell'infortunio sul lavoro subito dal dipendente assicurato, le variazioni di ammontare del credito dell'INAIL conseguenti alle variazioni quantitative della...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14510 del 14 agosto 2012
«...conclusa con il definitivo rigetto della domanda di risarcimento, escludendo altresì che il recesso, operato dal cliente già al termine del procedimento di primo grado, potesse valutarsi come causa del mancato avveramento del risultato auspicato).»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21816 del 11 ottobre 2006
«Qualora il giudice di primo grado, separando due cause connesse, ne decida una soltanto e rimetta, con separata ordinanza, l'altra in istruttoria, la decisione di separazione dei giudizi può essere impugnata soltanto con l'appello, perché con esso...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3959 del 13 marzo 2012
«I limiti di valore sanciti dall'art. 2721 c.c., riguardo all'ammissibilità della prova testimoniale, non attengono all'ordine pubblico, ma sono dettati nell'esclusivo interesse delle parti private, con la conseguenza che, qualora la prova venga...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 9108 del 6 giugno 2012
«...presuntivi isolati per accertare se essi siano concordanti e se la loro combinazione sia in grado di fornire una valida prova presuntiva, che magari non potrebbe dirsi raggiunta con certezza considerando atomisticamente uno o alcuni di essi.»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7097 del 9 maggio 2012
«Nel rito del lavoro, la valutazione di nullità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado, per mancata determinazione dell'oggetto della domanda o per mancata esposizione degli elementi di fatto e delle ragioni di diritto sulle quali...»