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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17023 del 5 agosto 2011
«Il mancato compimento delle formalità previste, dall'art. 8, secondo e terzo comma, della legge n. 890 del 1982, per la notificazione mediante il servizio postale (nel caso in cui le persone rinvenute presso il destinatario della notifica ed in...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 15298 del 10 giugno 2008
«Il principio secondo cui gli effetti della notificazione eseguita a mezzo del servizio postale si producono per il notificante al momento della consegna del piego all'ufficiale giudiziario (ovvero al personale del servizio postale ) e per il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10837 del 11 maggio 2007
«La distinzione dei momenti di perfezionamento della notifica per il notificante e il destinatario dell'atto, risultante dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, trova applicazione solo quando dall'intempestivo esito del procedimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6360 del 19 marzo 2007
«A seguito delle decisioni della Corte costituzionale n. 477 del 2002, nn. 28 e 97 del 2004 e 154 del 2005, circa il principio della scissione fra il momento del perfezionamento della notificazione per il notificante e per il destinatario, deve...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4448 del 25 febbraio 2014
«È meramente apparente la motivazione della sentenza in cui il giudice richiami le conclusioni raggiunte dal consulente tecnico d'ufficio, senza ulteriori specificazioni, non illustrando né le ragioni né l'"iter" logico seguito per pervenire,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9553 del 1 luglio 2002
«In tema di incapacità a testimoniare, la sanatoria, prevista dall'art. 157, comma secondo, c.p.c., della nullità della deposizione resa da teste incapace, per decadenza della parte interessata dalla facoltà di eccepire il vizio, risponde a un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5662 del 25 giugno 1997
«La nullità della notificazione può venir sanata, in conformità con quanto disposto della norma di cui all'art. 162 c.p.c. (applicabile anche al giudizio innanzi alla Corte di cassazione), mediante la sua rinnovazione, alla quale, peraltro, non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4901 del 2 marzo 2007
«L'art. 167, secondo comma, c.p.c., nel testo introdotto, a far data dal 30 aprile 1995, dall'art. 11 della legge n. 353 del 1990, sanziona con la decadenza l'inosservanza dell'onere di proporre la domanda riconvenzionale con la comparsa di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16066 del 15 novembre 2002
«Nel giudizio di divorzio l'attribuzione dell'assegno divorzile è subordinata, alla domanda di parte, la quale va conseguentemente formulata — conformemente ai principi della domanda e del contraddittorio — nel rispetto degli istituti processuali...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15941 del 19 dicembre 2000
«La mancata proposizione da parte del convenuto, nella comparsa di risposta, della domanda riconvenzionale in via gradata rispetto alla eccezione di incompetenza del giudice adito per essere la controversia devoluta agli arbitri non comporta la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17032 del 23 giugno 2008
«Il rinvio d'ufficio dell'udienza, a norma dell'art. 168 bis, quarto comma, c.p.c. non determina la riapertura dei termini per il deposito della comparsa e per la proposizione dell'appello incidentale, poiché l'art. 166 c.p.c., coordinato con il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10539 del 9 maggio 2007
«In tema di comunicazione dei provvedimenti del giudice, a mente dell'art. 176 le ordinanze pronunciate dal giudice in udienza ed inserite nel processo verbale a norma dell'art. 134 c.p.c. si reputano conosciute sia dalle parti presenti sia da...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11999 del 27 novembre 1997
«La regola della non revocabilità delle ordinanze pronunciate sull'accordo delle parti opera solo con riferimento alle materie su cui le parti possono disporre (art. 177, terzo comma, n. 1, c.p.c.) e quindi non può trovare applicazione riguardo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4376 del 7 aprile 2000
«Il regime di preclusioni introdotto nel rito civile ordinario riformato deve ritenersi inteso non solo a tutela dell'interesse di parte ma anche dell'interesse pubblico al corretto e celere andamento del processo, con la conseguenza che la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3567 del 14 febbraio 2011
«L'art. 183 cod. proc. civ., nel testo di cui alla legge 26 novembre 1990, n. 353, vigente fino al 1° marzo 2006, applicabile "ratione temporis", dispone, al quarto comma, che nella prima udienza di trattazione l'attore può proporre le domande e le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8989 del 5 giugno 2012
«La prima udienza di trattazione e le memorie, di cui all'art. 183 c.p.c., possono essere utilizzate solo per precisare le domande e le eccezioni già formulate, e non per introdurre nel giudizio nuovi temi di indagine, che non siano conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5539 del 19 marzo 2004
«Nei procedimenti instaurati dopo il 30 aprile 1995, regolati dalle nuove disposizioni introdotte dalla legge 26 novembre 1990, n. 353, non trova più applicazione il principio secondo cui l'inosservanza delle disposizioni che delimitano il momento...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 30054 del 23 dicembre 2008
«In tema di impugnazione dell'ordinanza successiva alla chiusura dell'istruzione di cui all'art. 186 "quater" c.p.c. - nel testo introdotto dall'art. 7 del d.l. 18 ottobre 1995, n. 423, convertito, con modificazioni, nella legge 20 dicembre 1995,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14349 del 29 luglio 2004
«In tema di assunzione dei mezzi di prova, il giudice delegato ai sensi dell'art. 203, essendo investito fino alla scadenza del termine fissato per l'assunzione dei poteri spettanti al giudice istruttore, è tenuto a pronunciarsi su tutte le...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, sentenza n. 17299 del 12 luglio 2013
«In tema di assunzione all'estero della prova civile, la mancata informazione delle parti circa il tempo ed il luogo dell'assunzione della prova non contrasta con l'ordine pubblico interno, sempre che l'autorità che abbia disposto la rogatoria non...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, sentenza n. 17301 del 12 luglio 2013
«La mancata assegnazione di un termine per la eventuale sanatoria della procura ritenuta invalida non comporta violazione dell'art. 182 c.p.c. (nel testo, qui applicabile "ratione temporis", anteriore alla modifica apportatagli dalla legge 17...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20777 del 23 novembre 2012
«Anche nel rito del lavoro, la mancata notifica dell'ordinanza ammissiva del giuramento decisorio nei termini fissati dal provvedimento comporta l'impossibilità di considerare soccombenti le parti alle quali il giuramento è stato deferito e non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17766 del 2 settembre 2004
«In tema di prova testimoniale, la norma di cui all'art. 208 c.p.c. come novellata dalla riforma del 1990 — che prevede la sanzione di decadenza dalla prova se non si presenta la parte su istanza della quale deve iniziarsi o proseguirsi la prova —...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7881 del 27 settembre 1994
«Giusta il principio di infrazionalità delle prove, è inammissibile in appello la prova testimoniale che, anche in modo indiretto, si appalesi preordinata a contrastare, completare o confortare le risultanze di quella già dedotta e assunta in primo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3502 del 9 aprile 1987
«Al fine di considerare decaduta la parte da una prova testimoniale già ammessa, per mancata indicazione dei testi da escutere o per altra causa, è irrilevante il fatto che il giudice istruttore non abbia emesso una esplicita pronuncia di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1374 del 9 febbraio 1987
«La rinunzia al mandato proveniente dal difensore di una delle parti non costituisce legittimo motivo di rinvio della trattazione della causa, essendo solo in facoltà del giudice di concederlo, ove ne ravvisi l'opportunità, qualora la rinunzia sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4900 del 11 novembre 1977
«La decadenza dal diritto di far assumere la prova, prevista dall'art. 208 c.p.c., opera per il caso di mancata comparizione delle parti nel giorno fissato per l'inizio o la prosecuzione della prova medesima, e, quindi, postula che il giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4189 del 22 febbraio 2010
«Spetta esclusivamente al giudice del merito, in base al disposto degli artt. 208 c.p.c. e 104 disp. att. c.p.c. valutare se sussistano giusti motivi per revocare l'ordinanza di decadenza della parte dal diritto di fare escutere i testi per mancata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15908 del 13 luglio 2006
«In tema di revoca dell'ordinanza di decadenza dall'assunzione della prova, la «causa non imputabile» che, ai sensi dell'art. 208 c.p.c. (nel testo novellato dall'art. 26 della legge 26 novembre 1990, n. 353), legittima la suddetta revoca va...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12279 del 3 dicembre 1998
«La facoltà per le parti di chiedere la riammissione all'espletamento dei mezzi istruttori, prevista dall'ultimo comma dell'art. 208 c.p.c., deve ritenersi sussistente sia nel caso di precedente espressa declaratoria di decadenza dal diritto di far...»