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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14329 del 27 marzo 2003
«Sussiste l'abolitio criminis del reato di contrabbando doganale (art. 282 D.P.R. n. 43 del 1973) consistente nell'omissione del pagamento del dazio ad valorem del 6% gravante sull'alluminio in pani proveniente dalla Repubblica Federale Jugoslava...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40915 del 28 ottobre 2003
«L'individuazione, tra una pluralità di disposizioni succedutesi nel tempo, di quella più favorevole al reo, va eseguita non in astratto, sulla base della loro mera comparazione, bensì in concreto, mediante il confronto dei risultati che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2336 del 22 giugno 1994
«Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di legge sopravvenute, ai sensi dell'art. 2 c.p., non è sufficiente che queste siano più favorevoli all'imputato in astratto, ma occorre che lo siano altresì in concreto, ossia non soltanto sulla base...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43168 del 22 ottobre 2013
«Le cause sopravvenute idonee a escludere il rapporto di causalità sono sia quelle che innescano un percorso causale completamente autonomo rispetto a quello determinato dall'agente, sia quelle che, pur inserite in un percorso causale ricollegato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22835 del 28 maggio 2015
«L'estetista professionale è titolare, ai sensi dell'art. 40, comma secondo, c.p. di una posizione di garanzia a tutela della incolumità di coloro che si sottopongono al trattamento estetico, in virtù sia del principio del "neminem laedere", sia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 39619 del 26 ottobre 2007
«In tema di colpa omissiva, l'obbligo giuridico di attivarsi gravante sull'agente può originare anche dall'esercizio di un'attività pericolosa, dovendosi intendere per tali non solo quelle così identificate dalle leggi di pubblica sicurezza o da...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25962 del 17 giugno 2003
«In materia di responsabilità colposa per fatti lesivi o mortali derivanti da violazione delle norme sulla circolazione stradale, deve ritenersi che la presenza di veicoli fermi sulla corsia di sorpasso di un'autostrada costituisce un evento del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7712 del 30 giugno 1988
«In ipotesi di imputato in età minorile al momento della commissione del fatto, l'accertamento in concreto della capacità di intendere e di volere è giudizio di merito insindacabile in sede di legittimità, ove sostenuto da motivazione esente da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28851 del 15 luglio 2009
«Allorché, prima dell'entrata in vigore della L. 5 dicembre 2005 n. 251, che ha sottratto al giudice la facoltà di ritenere prevalenti circostanze attenuanti sulla recidiva reiterata, sia stata pronunciata sentenza di patteggiamento nella quale, ai...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4238 del 9 maggio 1981
«L'aumento di pena per la recidiva non può superare il cumulo delle precedenti condanne riportate dall'imputato, ed è questo il limite da tenere presente ai fini del computo della pena edittale. Tale limite, infatti, opera in astratto e costituisce...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6211 del 27 maggio 1994
«Ricorre il concorso di persone nel reato nell'ipotesi di presenza, non casuale, di un soggetto sul luogo del delitto da cui la risoluzione criminosa dell'esecutore materiale abbia tratto motivo di rafforzamento. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3970 del 5 aprile 1994
«In tema di reato di abitazione di immobile senza il preventivo rilascio di licenza di abitabilità, di cui all'art. 221 del R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, è inapplicabile l'amnistia, qualora il proprietario abbia dato in locazione l'immobile ben...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10995 del 15 marzo 2007
«Sussiste la responsabilità per concorso anomalo in ordine al reato più grave e diverso da quello voluto (art. 116 c.p.) qualora vi siano la coscienza e volontà di concorrere con altri nella realizzazione di un reato, un evento diverso, voluto e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10123 del 26 novembre 1983
«L'art. 116 c.p. non richiede che l'evento sia stato concretamente previsto e tanto meno accettato dal soggetto, quale possibile conseguenza della sua azione od omissione, ma che esso sia prevedibile in astratto, in base all'ordinato svolgersi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36382 del 22 settembre 2003
«La concessione o meno delle attenuanti generiche è un giudizio di fatto lasciato alla discrezionalità del giudice, sottratto al controllo di legittimità, e può ben essere motivato implicitamente attraverso l'esame esplicito di tutti i criteri di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11402 del 11 agosto 1990
«La valutazione della sussistenza dei presupposti per l'adozione di una misura sostitutiva è legata agli stessi criteri già previsti dalla legge per la determinazione della pena e cioè non può prescindere da quelli individuati dall'art. 133 c.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20432 del 18 maggio 2015
«Ai fini del computo della prescrizione rileva il momento della lettura del dispositivo della sentenza di condanna e non quello successivo del deposito della stessa. (In applicazione del principio, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8606 del 26 febbraio 2015
«È inammissibile, in quanto volto a sollecitare una pronuncia "di mero principio", il ricorso per cassazione fondato sulla mancata previsione di un meccanismo che consenta all'imputato di fruire dell'oblazione - in astratto applicabile per il reato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1381 del 14 gennaio 2015
«I presupposti per la declaratoria della causa di non punibilità prevista per il coniuge dall'art. 649, comma primo, n. 1, c.p., devono sussistere al momento della commissione del fatto e, pertanto, non assume rilevanza il matrimonio contratto tra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21627 del 27 maggio 2014
«In tema di estinzione della pena per decorso del tempo, il "dies a quo", ai sensi dell'art. 172, comma quarto, c.p., si individua nel giorno in cui la sentenza è divenuta irrevocabile o in quello in cui il condannato si è volontariamente sottratto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5563 del 4 febbraio 1997
«L'art. 177 c.p. prevede tassativamente i casi in cui può farsi luogo alla revoca della liberazione condizionale, con la conseguenza che non è consentito applicare la disposizione stessa, peraltro di stretta interpretazione trattandosi di istituto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4519 del 26 novembre 1993
«Le condanne o le denunzie per fatti posteriori a quelli ai quali si riferisce l'istanza di riabilitazione non sono di per sé ostative alla concessione di tale beneficio, ma occorre che il giudice di merito conduca una penetrante indagine sui fatti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4362 del 19 gennaio 1994
«In tema di riabilitazione, non vale a dimostrare l'impossibilità economica del condannato di adempiere le obbligazioni civili derivanti dal reato la mera produzione del verbale di udienza del giudizio di sfratto per morosità.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3162 del 22 settembre 1993
«La riabilitazione non può essere concessa quando il condannato non abbia adempiuto le obbligazioni civili derivanti dal reato, salvo che dimostri di trovarsi nell'impossibilità di adempierle. Al fine di dimostrare tale impossibilità, colui che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42182 del 29 novembre 2010
«È legittima la confisca per l'intero del complesso aziendale acquistato in regime di comunione legale dal solo coniuge imprenditore poi condannato ove l'attività imprenditoriale continui ad essere svolta anche dopo lo scioglimento della comunione,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 337 del 23 marzo 1993
«Secondo il nuovo codice di procedura penale il sequestro preventivo ha come presupposto oggettivo che la cosa da sequestrare sia «pertinente al reato» (art. 321, comma primo) ovvero sia «cosa di cui è consentita la confisca» (art. 321, comma...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2024 del 15 gennaio 2008
«In tema di confisca facoltativa, la formale titolarità di un bene in capo ad un soggetto estraneo al reato non è sufficiente ad escludere la confisca stessa e a tutelare l'intangibilità del diritto del proprietario se costui abbia tenuto...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 26654 del 2 luglio 2008
«In tema di responsabilità da reato degli enti collettivi, il profitto del reato oggetto della confisca di cui all'art. 19 del D.L.vo n. 231 del 2001 si identifica con il vantaggio economico di diretta e immediata derivazione causale dal reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34722 del 23 settembre 2011
«In tema di confisca, il bene detenuto in forza di un contratto di leasing appartiene all'utilizzatore, cui è attribuita la materiale disponibilità del bene stesso ed il diritto di goderne e di disporne sulla base di un titolo che esclude i terzi....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8009 del 24 agosto 1993
«Il peculato d'uso può configurarsi solo in relazione a cose di specie e non a cose di quantità, poiché con riferimento a queste ultime non sarebbe possibile la restituzione della eadem res ma solo del tantundem, che è irrilevante ai fini...»