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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6477 del 7 dicembre 1981
«Nel procedimento di denuncia di nuova opera, la legittimazione passiva, nella prima fase (a cognizione sommaria) — intesa ad ottenere un provvedimento che assicuri la conservazione della situazione materiale dedotta in causa, con l'inibizione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7903 del 6 agosto 1990
«La competenza per il procedimento di ispezione giudiziale preventiva ex art. 696 c.p.c. appartiene allo stesso giudice che sarà competente per la causa di merito con riguardo all'intera materia del contendere desunta dalla domanda (art. 5 c.p.c.)...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4073 del 18 giugno 1986
«Il giudice competente a provvedere sull'istanza di accertamento tecnico preventivo è lo stesso giudice che sarebbe competente per la causa di merito (artt. 693, 696 c.p.c.). Pertanto, in relazione alla domanda di adempimento delle obbligazioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4415 del 9 agosto 1985
«Il giudice, che abbia disposto un accertamento tecnico preventivo, a norma dell'art. 696 c.p.c., deve ritenersi competente, indipendentemente dall'eventuale sopravvenuto promuovimento della causa di merito, anche a dirimere i dubbi che insorgano...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 4156 del 15 marzo 2012
«Le spese dell'accertamento tecnico preventivo "ante causam" vanno poste, a conclusione della procedura, a carico della parte richiedente.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10588 del 25 giugno 2012
«Il divieto di proporre giudizio petitorio, previsto dall'art. 705 c.p.c., riguarda il solo convenuto nel giudizio possessorio, trovando la propria "ratio" nell'esigenza di evitare che la tutela possessoria chiesta dall'attore possa essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6881 del 18 giugno 1991
«Il divieto stabilito dall'art. 705 c.p.c. di proporre il giudizio petitorio finché non sia definito il giudizio possessorio, e la decisione eseguita, opera non per l'attore, ma unicamente per il convenuto, e trova la sua giustificazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9884 del 20 luglio 2001
«La pendenza davanti ad un giudice francese della causa di divorzio fra cittadini italiani non esclude la giurisdizione italiana sulla causa di separazione personale fra i medesimi coniugi, atteso che tra le due cause non ricorrono i requisiti...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5773 del 22 dicembre 1989
«La causa di separazione fra coniugi, entrambi di nazionalità italiana, spetta alla cognizione del giudice italiano, in forza del principio dell'assoggettamento del cittadino alla giurisdizione italiana, mentre non rileva l'ubicazione all'estero...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4686 del 30 marzo 2001
«Se la stessa causa di separazione personale dei coniugi viene introdotta davanti a giudici diversi, per individuare, ai fini della litispendenza, il giudice preventivamente adito occorre avere riguardo non già alla data di notifica degli atti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3095 del 24 giugno 1989
«Nel procedimento di separazione personale ex art. 706 c.p.c. — che è unico, seppure distinto in due fasi, delle quali anche quella presidenziale ha carattere contenzioso — la costituzione dell'attore si perfeziona al momento e per effetto del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3532 del 29 maggio 1980
«Il giudice istruttore, in mancanza di delega da parte del presidente del tribunale, cui appartiene in materia la competenza funzionale, non può rinnovare il tentativo di conciliazione delle cause di separazione tra coniugi, neppure a norma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1435 del 16 aprile 1975
«Le risposte date dai coniugi nella fase presidenziale del procedimento di separazione personale, non hanno valore di confessione e da esse il giudice può trarre solo elementi presuntivi che corroborino le altre prove acquisite al processo. Esse,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20419 del 21 settembre 2006
«I provvedimenti di carattere ordinatorio, in quanto retrattabili o comunque inidonei a pregiudicare la decisione della causa, non hanno natura di sentenze implicite sulla competenza, per la cui configurabilità si richiede che il provvedimento (a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4613 del 22 maggio 1990
«In causa di separazione personale dei coniugi, il provvedimento del presidente del tribunale, il quale rimetta gli atti al collegio per la «omologazione della separazione consensuale», ritenendo formato un irretrattabile accordo dei contendenti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6389 del 28 ottobre 1983
«Il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. è esperibile esclusivamente avverso i provvedimenti giurisdizionali che abbiano carattere di definitività e che non siano soggetti ad alcuno specifico mezzo di impugnazione; conseguentemente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23402 del 11 settembre 2008
«La pronunzia di nullità del matrimonio ecclesiastico sopravvenuta in pendenza del procedimento di separazione personale dei coniugi non comporta la cessazione della materia del contendere in ordine alla domanda di accertamento del diritto al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3129 del 12 maggio 1981
«La morte di uno dei coniugi, sopravvenuta in pendenza del ricorso per cassazione avverso pronuncia di separazione personale, comporta la declaratoria di cessazione della materia del contendere, con la cassazione senza rinvio delle sentenze di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16206 del 19 agosto 2004
«Nel giudizio promosso con ricorso contro il decreto prefettizio di espulsione dello straniero, ai sensi dell'art. 13, comma 9, del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286 (nel testo precedente all'abrogazione di cui alla legge 30 luglio 2002, n. 189),...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22147 del 1 giugno 2011
«Il reato omissivo colposo si considera commesso nello Stato, in applicazione del principio di territorialità della legge penale, qualora abbia avuto luogo in tale territorio anche una sola parte della omissione causativa dell'evento.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2 del 21 aprile 1989
«Il principio di specialità contenuto nel primo comma dell'art. 14 della convenzione europea di estradizione non preclude qualsiasi esercizio della giurisdizione in riferimento a fatti anteriori alla data dell'estradizione e diversi da quelli per i...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4675 del 3 febbraio 2009
«Il principio dell'equivalenza causale implica, nel caso della successione di posizioni di garanzia, che la condotta del singolo soggetto che ha concorso a determinare l'evento ha efficienza causale pur quando difetti del coefficiente psicologico...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7725 del 27 febbraio 2002
«Quando l'obbligo di impedire l'evento ricade su più persone che debbano intervenire in tempi diversi, il nesso di causalità tra la condotta omissiva o commissiva del titolare di una posizione di garanzia non viene meno per effetto del successivo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8866 del 8 agosto 2000
«In tema di rapporto di causalità, la legge penale accoglie il principio di equivalenza delle cause, riconoscendo il valore interruttivo della seriazione causale solo a quelle che sopravvengono del tutto autonomamente, svincolate dal comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11779 del 16 dicembre 1997
«Nel caso di lesioni personali seguite da decesso della vittima dell'azione delittuosa, l'eventuale negligenza o imperizia dei medici non elide il nesso di causalità tra la condotta lesiva dell'agente e l'evento morte. La colpa dei medici, infatti,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10763 del 31 ottobre 1995
«In tema di nesso di causalità, quando i comportamenti di più soggetti concorrono su un piano di reciproca equivalenza a determinare l'evento, il giudizio sull'efficienza causale è distinto ed autonomo per ciascuna condotta. Nel concorso di cause...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1996 del 18 febbraio 1994
«In sede di quantificazione dell'apporto causale di più condotte che abbiano prodotto un evento colposo, qualora si ritenga che un comportamento abbia costituito la causa prima tra tutte quelle che hanno provocato il fatto, tra cui è compreso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43159 del 22 ottobre 2013
«Le statuizioni del giudice di merito in ordine alla quantificazione delle percentuali di concorso delle colpe del reo e della vittima nella determinazione causale dell'evento costituiscono apprezzamento di fatto non censurabile in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26663 del 30 giugno 2009
«In tema di reato colposo, il giudice penale è tenuto ad accertare la colpa concorrente del terzo, rimasto estraneo al giudizio, al solo fine di verificare la rilevanza della sua condotta sull'efficienza causale del comportamento dell'imputato e di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22632 del 5 giugno 2008
«Il grado della colpa, che rileva ex artt. 43, 61, comma primo, n. 3 e 133 c.p. ai fini della personalizzazione del rimprovero che può essere mosso all'agente, e quindi della sua colpevolezza, va determinato considerando: 1 ) la gravità della...»