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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17013 del 26 luglio 2006
«Ove vengano dedotte esigenze di riassetto organizzativo finalizzato ad una più economica gestione dell'azienda la cui scelta imprenditoriale è insindacabile nei suoi profili di congruità e opportunità può considerarsi licenziamento ingiustificato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15749 del 8 novembre 2002
«La nozione di «giustificatezza» del licenziamento, in considerazione della specialità della posizione del dirigente nell'ambito dell'organizzazione aziendale, si distingue da quella di giustificato motivo ex legge 15 luglio 1966, n. 604, e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16260 del 19 agosto 2004
«La previsione di ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta in un contratto collettivo non vincola il giudice, dato che questi deve sempre verificare, stante la inderogabilità della disciplina dei licenziamenti, se quella previsione sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13983 del 24 ottobre 2000
«In materia di licenziamento per ragioni disciplinari, il principio per cui il giudice di merito deve accertare in concreto, in relazione a clausole della contrattazione collettiva che prevedano per specifiche inadempienze del lavoratore la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4395 del 29 aprile 1998
«Quando il contratto collettivo punisca con sanzione disciplinare non espulsiva un determinato comportamento del lavoratore, non è consentito al giudice di merito di apprezzare tale condotta quale ragione di irrimediabile lesione del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10582 del 25 ottobre 1993
«Il fatto che una disposizione collettiva indichi una determinata condotta del lavoratore come giusta causa di licenziamento non preclude la possibilità che quella medesima condotta sia considerata, in ragione di particolari circostanze che ne...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15373 del 9 agosto 2004
«Premesso che i fatti addebitati al lavoratore e posti a fondamento del licenziamento per giusta causa possono inerire anche alla sua vita privata, purché idonei ad incidere sulla possibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro, a maggior...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1668 del 4 marzo 1996
«Il giustificato motivo di assenza idoneo ad escludere la sanzione per il mancato reperimento del lavoratore alla visita di controllo durante le fasce orarie di reperibilità, non si identifica necessariamente con lo stato di necessità o con il caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6392 del 14 luglio 1997
«L'assoluzione dal delitto di furto contestato al lavoratore e posto a base del licenziamento del medesimo, una volta che con quel giudicato è stata esclusa la commissione del fatto, non solo non costituisce ragione idonea per risolvere il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13167 del 8 giugno 2009
«In materia di licenziamento disciplinare, il principio dell'immediatezza della contestazione, che trova fondamento nell'art. 7, terzo e quarto comma, legge 20 maggio 1970, n. 300, mira, da un lato, ad assicurare al lavoratore incolpato il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6903 del 25 luglio 1994
«Il requisito dell'immediatezza dell'intimazione del licenziamento in tronco rispetto alla mancanza che ne ha costituito la ragione — la sussistenza della quale deve essere provata dal datore di lavoro — è elemento essenziale per la configurabilità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1222 del 4 febbraio 2000
«Ove, oltre al coniuge divorziato ed al coniuge superstite, esistano anche figli del lavoratore defunto (e/o altri parenti od affini a suo carico) aventi diritto alla indennità di buonuscita ai sensi dell'art. 2122 c.c., dal coordinamento di tale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5691 del 19 aprile 2002
«Il patto di non concorrenza, disciplinato dall'art. 2125 c.c., può riguardare non soltanto i dipendenti che svolgono mansioni direttive o di, alto livello, ma anche tutti coloro che, pur essendo impiegati in compiti non intellettuali (sinanche di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 25756 del 24 ottobre 2008
«Il rapporto di lavoro subordinato concluso con chi sia privo di abilitazione necessaria per l'esercizio di una determinata professione (nella specie, quella di biologo presso un laboratorio di analisi cliniche) è nullo per violazione di norme...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5671 del 15 marzo 2006
«La nomina di un institore non esclude la responsabilità del titolare dell'impresa per gli atti dallo stesso compiuti, evincendosi dal sistema, ed in particolare dall'art. 2208 c.c., che l'imprenditore risponde in via presuntiva di tutti gli atti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9079 del 5 luglio 2001
«L'incaricato delle vendite cui nell'organizzazione dell'impresa sia attribuita unicamente la mansione di raccogliere le proposte e di trasmetterle all'imprenditore affinché ne valuti la convenienza ed eventualmente le accetti, non può accettarle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24367 del 1 ottobre 2008
«In tema di contratto d'opera, risponde ad interessi meritevoli di tutela per entrambe le parti, "ex" art. 1322 cod. civ., la pattuizione di predeterminazione della durata in deroga alla regolamentazione legale del recesso dal contratto, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3062 del 4 marzo 2002
«L'art. 2230 c.c., relativo alla prestazione d'opera intellettuale, stabilisce che il relativo contratto è disciplinato dalle norme contenute nel capo secondo del titolo terzo del libro quinto del codice civile, nonché, se compatibili, da quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14084 del 11 giugno 2010
«L'appello incidentale tardivo perde efficacia se l'impugnazione principale viene dichiarata improponibile, improcedibile o inammissibile per mancata osservanza del termine per impugnare ovvero degli adempimenti richiesti a tal fine dalla legge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5961 del 11 marzo 2010
«La mancanza della prova scritta del contratto di costituzione di una società di fatto o irregolare (non richiesta dalla legge ai fini della sua validità) non impedisce al giudice del merito l'accertamento "aliunde", mediante ogni mezzo di prova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9250 del 20 aprile 2006
«La società di fatto, sebbene inesistente nella realtà, può apparire esistente di fronte ai terzi quando due o più persone operino nel mondo esterno in modo da determinare l'insorgere dell'opinione ragionevole che essi agiscano come soci e del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2539 del 28 marzo 1990
«Ai fini della responsabilità nei confronti dei terzi e dell'assoggettabilità alle procedure fallimentari, l'esistenza di una società di fatto fra due o più soggetti può essere affermata sulla base dell'esteriorizzazione della stessa, essendo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12310 del 5 novembre 1999
«In presenza di una cessione, da parte di una società di persone, della propria azienda ad altro soggetto, senza che la cedente sia stata liberata dai debiti relativi all'azienda ceduta, la determinazione di una situazione di coobbligazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6224 del 29 aprile 2002
«Il credito del professionista per il compenso spettantegli in ragione dell'attività svolta nell'esecuzione di un contratto d'opera ex artt. 2230 e ss. c.c. è di valuta, e non si trasforma in credito di valore neppure per effetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1602 del 14 febbraio 2000
«In tema di rapporti societari, l'indagine in tema di giusta causa di recesso (art. 2285 c.c.) va necessariamente ricondotta (così come per i rapporti di lavoro, di mandato, di apertura di credito, e per tutti quelli cui la legge attribuisca...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6734 del 24 marzo 2011
«La dichiarazione di fallimento del socio illimitatamente responsabile di società di persone determina la sua esclusione di diritto dalla società, ai sensi dell'art. 2288 c.c. - applicabile, come nella specie, ex art. 2293 c.c. alla società in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20558 del 29 luglio 2008
«Nella società in accomandita semplice, la modifica della ragione sociale per effetto della sostituzione dell'unico socio accomandatario determina esclusivamente una modifica dell'atto costitutivo ma non la trasformazione della società in un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 804 del 25 gennaio 2000
«Gli istituti dell'autonomia patrimoniale e della distinta personalità giuridica della società di capitali (nella specie, società per azioni) rispetto ai soci comportano la esclusione della riferibilità a costoro del patrimonio (ivi compresi i...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16393 del 24 luglio 2007
«I versamenti in conto capitale costituiscono conferimenti volti a incrementare il patrimonio netto della società e non sono imputabili a capitale, salvo che, con apposita delibera assembleare di modifica dell'atto costitutivo, non ne venga...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21831 del 10 novembre 2005
«La delibera di approvazione del bilancio di una società di capitali, resa dall'assemblea ordinaria con le prescritte maggioranze, ha efficacia vincolante nei confronti di tutti i soci, anche con riguardo ai crediti della società verso i medesimi...»