-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1216 del 14 giugno 1965
«Nell'ipotesi che un prestatore di lavoro avente diritto ad alloggio di servizio (nella specie, portiere) convenga il datore di lavoro avanti al tribunale per sentir dichiarare la nullità del licenziamento intimatogli e, conseguentemente, il suo...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3146 del 25 ottobre 1974
«Il creditore, al fine di precostituirsi un titolo idoneo all'iscrizione di ipoteca giudiziale, può far ricorso al procedimento monitorio anche quando abbia iniziato azione esecutiva in forza di titoli cambiari sull'unico immobile del debitore ed...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 267 del 8 gennaio 2004
«La revoca della dichiarazione di abitualità nel delitto è inscindibile dalla valutazione di attuale applicabilità - o prosecuzione - di una misura di sicurezza, giacché l'abitualità è un aspetto della pericolosità del soggetto, a sua volta...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23769 del 24 giugno 2005
«In materia di diritto d'autore, dopo le modifiche introdotte con la legge 18 agosto 2000 n. 248 alla disciplina di cui alla legge 22 aprile 1941 n. 633 anche l'acquirente a fini di commercio di supporti non conformi alle prescrizioni della legge...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12943 del 24 luglio 2012
«In materia di procedimento civile, l'applicazione del principio "iura novit curia", di cui all'art. 113, comma primo, c.p.c., fa salva la possibilità per il giudice di assegnare una diversa qualificazione giuridica ai fatti e ai rapporti dedotti...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12476 del 26 agosto 2002
«La natura di atti meramente amministrativi dei decreti ministeriali (nella specie, i decreti del Ministero per i Beni culturali ed ambientali del 1° febbraio e 13 maggio 2000 impositivi di vincoli su beni immobili) rende loro inapplicabile il...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22382 del 21 ottobre 2009
«La regola di decisione secondo diritto, da parte del giudice di pace, ai sensi dell'art. 113, secondo comma, c.p.c. - quale dettata per le controversie di valore non eccedente millecento euro e per quelle derivanti da rapporti giuridici relativi a...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10394 del 8 maggio 2007
«A seguito della sostituzione del secondo comma dell'art. 113 c.p.c., da parte dell'art. 1 del D.L. n. 18 del 2003, convertito, con modificazioni, nella legge n. 63 del 2003 e, quindi, della conseguente introduzione (per i giudizi iniziati dal 10...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5330 del 29 maggio 1998
«Il giudizio di equità del giudice di pace trova posto soltanto nella decisione del merito della causa e per quanto attiene alla regola sostanziale da applicare alla domanda di attribuzione del bene della vita proposta dalla parte. Esso si traduce,...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4455 del 5 maggio 1999
«Le disposizioni in tema di regolamento delle spese processuali rientrano tra le regole del processo che devono essere osservate dal giudice di pace anche nel caso di pronuncia secondo equità, cui quel giudice può legittimamente riferirsi per...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4008 del 3 aprile 2000
«Nelle cause in materia civile in cui è parte la pubblica amministrazione il giudice di pace incontra i limiti posti al giudice ordinario dall'articolo 4 della legge sul contenzioso amministrativo (R.D. 20 marzo 1865, n. 2248 all. E); tra questi...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10913 del 7 luglio 2001
«Nelle cause di valore inferiore a due milioni, il giudice di pace è tenuto a pronunciarsi sulle eccezioni espressamente previste dalla legge, sulle eccezioni con cui si fa valere un fatto impeditivo o estintivo e sulle mere difese, con cui si nega...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8717 del 7 maggio 2004
«Nel giudizio innanzi al giudice di pace la indisponibilità del diritto in questione preclude la pronuncia secondo equità, dovendo la disposizione dell'art. 113, secondo comma, c.p.c. essere letta in correlazione con quella dell'art. 114 del codice...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11701 del 6 giugno 2005
«Nel caso in cui siano proposte al giudice di pace domanda principale di valore non eccedente i limiti (millecento euro) previsti per la decisione secondo equità e domanda riconvenzionale, connessa con quella principale a norma dell'art. 36 c.p.c.,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26528 del 12 dicembre 2006
«Per le sentenze dei giudici di pace in controversie di valore non superiore ai millecento euro, la decisione della causa è solo secondo equità, essendo questo l'unico metro di giudizio adottabile dal giudice; ne consegue che le regole di equità...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2966 del 7 febbraio 2013
«Ai fini della determinazione della regola di giudizio - di diritto o equitativa - da seguirsi dal giudice di pace ex art. 113, secondo comma, c.p.c., il valore della causa deve essere determinato ai sensi dell'art. 10, secondo comma, c.p.c.,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10238 del 18 aprile 2008
«Nel caso in cui dinanzi al giudice di pace, in una controversia soggetta a regola di decisione secondo equità, venga proposta una domanda riconvenzionale soggetta a regola di decisione secondo diritto e connessa alla domanda principale, il fatto...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19291 del 14 settembre 2007
«Allorquando si sia verificato un cumulo di domande avanti al giudice di pace e tra le cause cumulate vi sia una connessione che impone o, comunque, consente l'accertamento comune e la conseguente decisione su uno stesso fatto per tutte le cause...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25943 del 11 dicembre 2007
«Il potere del giudice di merito di valutare il danno in via equitativa, ai sensi dell'art. 1226 c.c., non è riconducibile nell'ambito della decisione della causa secondo equità, prevista dall'art. 114 c.p.c., che importa, appunto, la decisione...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11072 del 13 agosto 2001
«La richiesta di giudizio secondo equità, ex art. 114 c.p.c., risolvendosi in un atto di disposizione del diritto controverso, non può essere formulata da difensore privo di mandato speciale; il difetto di tale mandato, tuttavia, può essere fatto...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3001 del 13 novembre 1973
«Intrinsecamente contraddittoria la sentenza la quale, dopo avere ricordato la richiesta delle parti diretta ad ottenere una pronuncia secondo equità, procede alla ricerca di una soluzione transattiva nella quale si realizzi l'accordo delle parti...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 435 del 19 gennaio 1994
«Il principio di stretta legalità vigente in diritto penale impone al giudice di attenersi alla precisa dizione della norma incriminatrice, senza indulgere a interpretazioni analogiche e, ove la norma del tutto chiara non sia, di attenersi...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43646 del 24 novembre 2011
«L'errore di diritto inevitabile esclude la colpevolezza anche quando cada sulla norma extrapenale integratrice»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10458 del 5 ottobre 1994
«Deve escludersi che l'errore del pubblico ufficiale circa le proprie facoltà di disposizione del pubblico denaro per fini diversi da quelli istituzionali possa assumere qualsivoglia efficacia scriminante perché, pur essendo la destinazione delle...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6991 del 23 febbraio 2011
«L'esclusione di colpevolezza per errore di diritto dipendente da ignoranza inevitabile della legge penale può essere giustificata da un complessivo e pacifico orientamento giurisprudenziale che abbia indotto nell'agente la ragionevole conclusione...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37590 del 21 ottobre 2010
«Deve essere considerato errore sulla legge penale, come tale inescusabile, sia quello che cade sulla struttura del reato, sia quello che incide su norme, nozioni e termini propri di altre branche del diritto, introdotte nella norma penale ad...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 28397 del 24 giugno 2004
«La esclusione di colpevolezza per errore di diritto dipendente da ignoranza inevitabile della legge penale può essere giustificata da un complessivo e pacifico orientamento giurisprudenziale che abbia indotto nell'agente la ragionevole conclusione...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36346 del 22 settembre 2003
«L'errore di diritto scusabile, ai sensi dell'art. 5 c.p. è configurabile soltanto in presenza di una oggettiva ed insuperabile oscurità della norma o del complesso di norme aventi incidenza sul precetto penale. Ne consegue che non è scusabile...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4951 del 21 aprile 2000
«La esclusione della colpevolezza nelle contravvenzioni non può essere determinata dall'errore di diritto dipendente da ignoranza non inevitabile della legge penale, quindi, dal mero errore di interpretazione, che diviene scusabile quando è...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2174 del 23 febbraio 2000
«L'errore su legge diversa da quella penale, idoneo ad escludere la punibilità, è solo quello che riguarda una norma destinata in origine a regolare rapporti giuridici di carattere non penale, non richiamata né esplicitamente né implicitamente...»