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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28952 del 11 luglio 2008
«In tema di condizioni di procedibilità, la legittimazione a proporre querela per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose spetta sia al titolare di un diritto reale assoluto sulla res oggetto di violenza, sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12481 del 24 dicembre 1985
«Titolare del diritto di querela, in tema di reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, può essere colui che esercita soltanto di fatto una servitù prediale; anche tale soggetto può invero rivestire la qualità di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8434 del 2 ottobre 1985
«La legittimazione a proporre querela, per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, compete anche all'usufruttuario di un fondo quando l'azione violenta del soggetto attivo, diretto ad affermare il suo diritto di proprietà, sia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14502 del 23 dicembre 1999
«Il giudizio di comparazione delle circostanze è previsto solo “quoad poenam” e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice, e non circostanziata, né influisce sulla procedibilità. Ne consegue che la novella introdotta...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10212 del 26 agosto 1999
«Il giudizio di equivalenza, o di subvalenza, delle circostanze aggravanti rispetto a quelle attenuanti, ai sensi dell'art. 69 c.p., rilevando solo quoad poenam, non influisce sulla ontologica sussistenza del fatto-reato, come circostanziato dalle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37553 del 2 ottobre 2008
«Integra reato di cui all'art. 473 c.p. la contraffazione o l'alterazione di segni distintivi di opere dell'ingegno o di prodotti industriali che siano tali da ingenerare confusione nei consumatori e da nuocere al generale affidamento, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3363 del 15 marzo 1999
«In materia di falsità in atti, il delitto previsto dall'art. 489 c.p. (uso di documento falsificato, senza concorso nella falsificazione) tutela l'interesse dell'autore apparente del documento, comunque leso dalla sua utilizzazione, che ne rende...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12711 del 18 marzo 2003
«In tema di reati di falsità in titolo di credito, previsti dagli artt. 485 e 491 c.p., per persona offesa dal reato deve intendersi non soltanto il soggetto al quale sia stata falsamente attribuita l'emissione dell'atto falsificato, ma anche la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5540 del 3 giugno 1982
«Il reato di falsità in titolo di credito è, per effetto dell'art. 493 bis c.p., divenuto punibile a querela della persona offesa, come si evince dal capoverso della citata disposizione, la quale mantiene la procedibilità d'ufficio per le falsità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23587 del 30 maggio 2013
«Il delitto previsto dall'art. 483 c.p. sussiste solo se l'atto pubblico, nel quale la dichiarazione del privato è trasfusa, è destinato a provare la verità dei fatti attestati, e, cioè, quando una norma giuridica obbliga il privato a dichiarare il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6983 del 14 giugno 2000
«È da considerare norma più favorevole sopravvenuta, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 2, comma terzo, c.p., anche quella con la quale sia reso perseguibile a querela un reato precedentemente perseguibile d'ufficio.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2733 del 20 agosto 1997
«Il regime di procedibilità d'ufficio per i reati di violenza sessuale previsto dall'art. 609 septies c.p., introdotto dalla L. 15 febbraio 1996, n. 66, non può produrre effetti sui fatti commessi prima della sua entrata in vigore. Il problema...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38735 del 23 settembre 2014
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, la remissione della querela proposta nei confronti del direttore del giornale, responsabile ai sensi dell'art. 57 cod. pen., non estende i suoi effetti nei confronti del giornalista per il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10037 del 5 marzo 2008
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, la querela proposta nei confronti del direttore di un periodico a titolo di concorso con l'autore della pubblicazione non esclude, di per sé, la volontà di punizione del querelante, evincibile dal tenore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15643 del 27 aprile 2005
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, è configurabile la scriminante putativa dell'esercizio del diritto di cronaca quando, pur non essendo obiettivamente vero il fatto riferito, il cronista abbia assolto l'onere di esaminare, controllare e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34543 del 24 settembre 2001
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, attesa l'autonomia dell'ipotesi colposa prevista dall'art. 57 c.p. a carico del direttore responsabile per omesso controllo sul contenuto della pubblicazione, deve escludersi che essa sia perseguibile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7741 del 15 giugno 1999
«Per stabilire la procedibilità del reato di cui all'art. 57 c.p. per il caso di omissione da parte fatto del direttore responsabile del necessario controllo si deve tener conto del reale volere del querelante; solo se ne richieda comunque la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24754 del 11 giugno 2015
«Il giudizio di equivalenza o di sub-valenza delle circostanze aggravanti rileva soltanto "quoad poenam" e non rende il reato circostanziato perseguibile a querela di parte, ove questa sia prevista soltanto per la sola ipotesi base.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14071 del 8 aprile 2015
«L'amministratore di sostegno, anche se rappresenta il soggetto amministrato nei limiti segnati dal decreto giudiziale di nomina, non ha un autonomo potere di querela, potendo al massimo sollecitare il giudice tutelare alla nomina di un curatore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24380 del 8 giugno 2015
«Deve ritenersi tempestiva la proposizione della querela quando vi sia incertezza se la conoscenza precisa, certa e diretta del fatto, in tutti i suoi elementi costitutivi, da parte della persona offesa sia avvenuta entro oppure oltre il termine...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21874 del 28 maggio 2014
«La declaratoria di estinzione del reato per improseguibilità dell'azione penale per intervenuta remissione di querela, ritualmente accettata dal querelato, ha carattere pregiudiziale rispetto alle formule di proscioglimento riferibili ad altre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 80 del 10 marzo 1992
«In tema di riabilitazione, è priva di motivazione l'ordinanza del tribunale di sorveglianza che rigetta la richiesta dell'interessato indicando riassuntivamente le cause ritenute ostative alla concessione della riabilitazione, senza l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 350 del 17 marzo 1995
«In tema di riabilitazione, nel caso in cui neanche si prospetti che l'istante versi in una situazione di impossibilità ad adempiere, né si fornisca un inizio di prova idonea a dimostrare che lo stesso si sia in qualsiasi maniera attivato nei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23684 del 3 giugno 2015
«Quando il comportamento aggressivo nei confronti del pubblico ufficiale non sia diretto a costringere il soggetto a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell'ufficio, ma sia solo espressione di volgarità ingiuriosa e di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38952 del 24 novembre 2006
«La legittima reazione ad atti arbitrari del pubblico ufficiale, prevista dall'art. 4 del D.Lgt. 14 settembre 1944 n. 288, ha natura di causa di giustificazione che esclude il carattere antigiuridico della condotta. (Fattispecie relativa ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30968 del 16 settembre 2002
«La falsa denuncia di smarrimento di un assegno del quale si sia invece fatto uso dandolo a taluno in pagamento costituisce calunnia indiretta in danno del prenditore del titolo nei confronti del quale, per effetto di detta denuncia, vengono ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8142 del 22 luglio 1992
«Il delitto di calunnia si configura come reato di pericolo e, quindi, è sufficiente, per la sua integrazione, la possibilità che l'autorità giudiziaria dia inizio al procedimento per accertare il reato incolpato con danno per il normale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12673 del 17 dicembre 1988
«La perseguibilità per il delitto di calunnia, già consumato, permane anche se, per intervento legislativo, il fatto oggetto della incolpazione non costituisca più reato o diventi perseguibile a querela e questa non sia stata proposta.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13546 del 30 marzo 2015
«Sussiste l'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 cod. pen. nell'ipotesi in cui si verifichino delle lesioni nello esplicarsi della violenza posta in essere per commettere il reato di cui all'art. 393 cod. pen. e finalizzata a cagionare l'evento delle...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36971 del 26 settembre 2003
«La circostanza aggravante del nesso teleologico, prevista dall'art. 61 n. 2 c.p., è configurabile anche quando il reato-fine sia perseguibile a querela di parte e questa non sia stata presentata, essendo irrilevante l'applicazione di una causa di...»