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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25898 del 8 luglio 2002
«In tema di «giusto processo», la disciplina transitoria dettata dall'art. 1, comma 2, del decreto legge 7 gennaio 2000 n. 2, convertito dalla legge 25 febbraio 2000 n. 35, e dall'art. 26, comma 4, della legge 1 marzo 2001 n. 63, secondo cui le...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11626 del 13 novembre 2000
«La regola stabilita dall'art. 111 della Costituzione, nel testo novellato dalla legge costituzionale 23 novembre 1999 n. 2, secondo cui le dichiarazioni accusatorie possono costituire valida prova a carico dell'imputato solo se sottoposte al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9003 del 3 ottobre 1997
«In tema di acquisizione e valutazione della prova, deve escludersi l'immediata applicabilità, nel giudizio di Cassazione in corso, delle nuove regole introdotte dalla legge 7 agosto 1997 n. 267 che, nel sostituire le disposizioni processuali degli...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16859 del 9 aprile 2004
«Nel giudizio di appello, le dichiarazioni rese, in fase di indagini preliminari, da coimputati o imputati di reato connesso ed inserite nel fascicolo del dibattimento nel giudizio di primo grado (celebratosi, come nel caso di specie, anteriormente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13330 del 19 novembre 1999
«Se la parte richieda l'applicazione della disciplina transitoria di cui all'art. 6 della legge 7 agosto 1997, n. 267, secondo la lettura datane dalla sentenza della Corte costituzionale del 2 novembre 1998, n. 361, nel corso del giudizio di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5563 del 11 maggio 2000
«La normativa transitoria, lungi dal contenere l'efficacia della nuova disposizione costituzionale, ha, al contrario, sulla base di una ragionevole scelta del legislatore, determinato una limitata retroattività dei nuovi principi, che,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13090 del 14 dicembre 1998
«Nel giudizio di legittimità non è più consentito di richiedere il recupero dell'oralità e del contraddittorio sulle dichiarazioni accusatorie rilasciate nel corso delle indagini preliminari o nell'udienza preliminare, di cui sia stata data lettura...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 4265 del 7 aprile 1998
«In tema di istruzione dibattimentale, le disposizioni di cui all'art. 6, L. 7 agosto 1997, n. 267, che contengono la disciplina transitoria della nuova normativa posta dall'art. 513, c.p.p., in ordine alla lettura delle dichiarazioni rese...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 16632 del 2 maggio 2007
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 382 del 14 gennaio 2000
«Ciò, in aderenza con le novità del nuovo sistema processuale, disancorato da visioni formalistiche e da valori epistemologici delle radici letterali, e teso a considerare l'imputazione nel suo complesso ed il fondamentale principio iura novit...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3253 del 29 marzo 1996
«Pertanto rientra nella nozione di fatto diverso di cui all'art. 516 c.p.p. la contestazione della edificazione di box-garages invece della primitiva costruzione abusiva di una delimitazione con serrande dello stesso spazio per creare nuovi volumi....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10196 del 4 marzo 2013
«La modifica in udienza del capo di imputazione, consistente nella diversa indicazione della data del commesso reato, non sempre comporta una alterazione avente incidenza sulla identità sostanziale e sulla identificazione dell'addebito, atteso che,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10640 del 15 settembre 1999
«Mentre, quindi, in base a detta regola, qualora dagli atti emerga la prova che la condotta illecita è proseguita anche dopo la data dell'accertamento, il giudice può tenerne conto, anche in assenza di ulteriore contestazione, lo stesso giudice non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5072 del 29 aprile 1998
«Il reato concorrente suscettibile di contestazione da parte del P.M. a norma dell'art. 517 c.p.p. deve emergere per la prima volta dalla istruttoria dibattimentale perché, se era già a conoscenza del P.M. nella fase degli atti di indagine...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 48593 del 19 dicembre 2003
«È abnorme e dunque contro di esso può proporsi ricorso per cassazione il provvedimento con il quale il giudice di pace, che ravvisi l'esistenza di un reato connesso con quello contestato, trasmette gli atti al P.M. anche relativamente al reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1431 del 15 gennaio 2002
«La contestazione in dibattimento di un reato connesso a norma dell'art. 12, comma 1, lett. b), c.p.p., o di una circostanza aggravante di cui non vi sia menzione nel decreto che dispone il giudizio, è ammessa solo quando si fondi su elementi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6443 del 3 giugno 1998
«Per la legittimità della contestazione di un reato connesso non è richiesto, in base al disposto dell'art. 517 c.p.p. anche il consenso dell'imputato, essendo sufficiente la sussistenza di un reato contestato in via principale, un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11335 del 14 marzo 2008
«Il consenso espresso da parte del paziente a seguito di una informazione completa sugli effetti e le possibili controindicazioni di un intervento chirurgico, è vero e proprio presupposto di liceità dell'attività del medico che somministra il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34879 del 14 settembre 2007
«La violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza sussiste solo quando, nella ricostruzione del fatto posta a fondamento della decisione, la struttura dell'imputazione sia modificata quanto alla condotta, al nesso causale ed...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44228 del 10 dicembre 2001
«L'applicazione con la sentenza di primo grado di un'aggravante ad effetto speciale diversa rispetto a quella prevista nell'imputazione e mai contestata nel corso del giudizio, configura un'ipotesi di «fatto diversamente circostanziato», ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7583 del 11 giugno 1999
«In tema di bancarotta fraudolenta, concorrono alla consumazione del delitto tutti coloro che abbiano, con la loro attività, apportato un concreto contributo causale alla produzione del dissesto dell'azienda; pertanto, pur rappresentando la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1842 del 12 febbraio 1999
«Il principio di correlazione tra sentenza e accusa contestata è violato soltanto quando il fatto ritenuto in sentenza si trovi rispetto a quello contestato in rapporto di eterogeneità o di incompatibilità sostanziale, nel senso che si sia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1488 del 30 luglio 1998
«...già risultante implicitamente dalla originaria imputazione. In tal caso non si ha, invero, diversità del fatto, ma soltanto regressione del processo ad una fase precedente per il fine, non consentito, di imporre la correzione dell'imputazione.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6753 del 13 gennaio 1998
«Affinché il giudice di appello possa procedere alla rinnovazione dell'istruzione dibattimentale è necessario che la relativa richiesta sia avanzata nelle forme di cui all'art. 603, primo comma, c.p.p. e che il giudice ritenga, nella sua...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9103 del 8 ottobre 1997
«Tale facoltà di riqualificazione riguarda, oltre al fatto per come descritto nell'imputazione, anche il fatto per come accertato nella sentenza impugnata, in ipotesi diverso, con la conseguenza che la correlazione tra l'imputazione e la decisione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3606 del 15 novembre 1995
«In tema di violazione del codice della strada, il fatto di circolare con targhe fabbricate abusivamente, non solo non è stato depenalizzato dall’art. 231 del nuovo codice entrato in vigore con Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5868 del 23 maggio 1994
«Qualora l'imputato sia stato condannato per il reato di cui all'art. 21, L. 10 maggio 1976, n. 319 (illegale scarico di sostanze nelle acque di cui all'art. 1, stessa legge), laddove allo stesso era stato contestato quello di cui all'art. 25,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9812 del 13 settembre 1994
«La Corte di cassazione, nell'affermare il principio di cui in massima, ha tra l'altro rilevato che il riferimento alla colpa generica evidenziava come la contestazione avesse riguardato la condotta del prevenuto globalmente considerata sicché il...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 36551 del 13 ottobre 2010
«In tema di correlazione tra imputazione contestata e sentenza, per aversi mutamento del fatto occorre una trasformazione radicale, nei suoi elementi essenziali, della fattispecie concreta nella quale si riassume l'ipotesi astratta prevista dalla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35225 del 21 settembre 2007
«Il principio di correlazione tra imputazione e sentenza risulta violato quando nei fatti, rispettivamente descritti e ritenuti, non sia possibile individuare un nucleo comune, con la conseguenza che essi si pongono, tra loro, non in rapporto di...»