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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11298 del 28 ottobre 1995
«Il principio secondo cui il provvedimento per il regolamento preventivo di giurisdizione deve svolgersi nei confronti delle parti del giudizio di merito si applica anche nei confronti della parte che sia intervenuta in tale ultimo giudizio dopo la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3061 del 2 aprile 1996
«Le nullità conseguenti alla violazione del contraddittorio sono rilevabili d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, salve le preclusioni derivanti dal giudicato esplicito o implicito formatosi sulla questione, con la conseguenza che la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3990 del 1 febbraio 2001
«In tema di reati contro la libertà sessuale, la violenza richiesta per la integrazione del reato non è soltanto quella che pone il soggetto passivo nell'impossibilità di opporre tutta la resistenza voluta, tanto da realizzare un vero e proprio...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1911 del 21 febbraio 2000
«L'idoneità della violenza o della minaccia a coartare la volontà della vittima nei reati di violenza sessuale vanno esaminate non secondo criteri astratti aprioristici, ma tenendosi conto, in concreto, di ogni circostanza oggettiva e soggettiva;...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14085 del 26 marzo 2013
«In tema di reati sessuali, l'idoneità della violenza o della minaccia a coartare la volontà della vittima va esaminata non secondo criteri astratti e aprioristici, ma valorizzando in concreto ogni circostanza oggettiva e soggettiva, sicché essa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35492 del 25 settembre 2007
«In tema di inammissibilità dell'impugnazione, la mancanza di specificità dei motivi va riscontrata anche nel caso di mancata correlazione tra i motivi posti alla base del gravame e quelli posti dal giudice censurato alla base della propria...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14789 del 26 marzo 2004
«Il reato di violenza sessuale è configurabile anche all'interno del rapporto di coppia, coniugale o paraconiugale che sia, ogni qual volta vi sia un costringimento fisico-psichico idoneo ad incidere sulla libertà di autodeterminazione del partner,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1190 del 11 gennaio 2008
«In tema di reati sessuali, non ricorre l'attenuante della minore gravità del fatto (art. 609 bis, comma terzo, c.p.) nel caso in cui la violenza sessuale sia perpetrata dal genitore ai danni del proprio figlio, in quanto, ponendo in essere tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1040 del 6 febbraio 1997
«Il compimento di atti sessuali diversi dalla congiunzione carnale può avere anche connotazioni di gravità maggiore della congiunzione stessa e l'applicazione della circostanza attenuante speciale prevista da comma 3 dell'art. 609 bis deve avere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10248 del 4 marzo 2014
«Ai fini della configurabilità del delitto di violenza sessuale, la rilevanza di tutti quegli atti che, in quanto non direttamente indirizzati a zone chiaramente definibili come erogene, possono essere rivolti al soggetto passivo, anche con...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33464 del 5 ottobre 2006
«In tema di reati sessuali, la condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. comprende, oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, ancorché fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 66551 del 5 giugno 1998
«Con la nuova disciplina introdotta con la legge 15 febbraio 1996, n. 66 l'illiceità dei comportamenti deve essere valutata alla stregua del rispetto dovuto alla persona umana e della loro attitudine ad offendere la libertà di determinazione della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 36758 del 25 settembre 2003
«In tema di violenza sessuale, deve ritenersi «atto sessuale», previsto dall'art. 609 bis c.p., oltre al coito di qualsiasi natura, ogni atto diretto ed idoneo a compromettere la libertà della persona attraverso l'eccitazione o il soddisfacimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7369 del 1 marzo 2006
«In tema di violenza sessuale (art. 609 bis c.p.), la condotta sanzionata comprende qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, pur se fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo del reato, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15464 del 1 aprile 2004
«I reati di violenza sessuale offendono la libertà personale intesa come libertà di autodeterminazione a compiere un atto sessuale, e non già la libertà morale della vittima, oppure il pudore e l'onore sessuale. Ne consegue che non ogni atto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7772 del 4 luglio 2000
«Devono includersi nella nozione di atti sessuali tutti quegli atti indirizzati verso zone erogene, e che siano idonei a compromettere la libera determinazione della sessualità del soggetto passivo e ad entrare nella sua sfera sessuale con modalità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5081 del 28 ottobre 1999
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 609 ter, comma primo n. 1 c.p., prevedendo l'aumento di un quinto della pena prevista dall'art. 609 bis stesso codice, non può essere considerata come circostanza ad effetto speciale e,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8855 del 2 ottobre 1996
«In tema di violenza sessuale, la diminuente secondo cui «nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi», benché collocata nell'art. 609 bis c.p. (introdotto dall'art. 3 legge 15 febbraio 1996, n. 66: norme...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4131 del 21 marzo 1990
«Il delitto previsto dall'art. 611 c.p. (violenza o minaccia per costringere a commettere un reato) è reato di pericolo che si consuma nel momento stesso dell'uso della violenza o della minaccia, indipendentemente dal realizzarsi del reato-fine....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30570 del 1 luglio 2011
«Il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, commesso in danno di persona in condizione analoga alla schiavitù per indurla a perpetrare furti, concorre con i reati di riduzione in schiavitù e di alienazione e acquisto di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3909 del 20 marzo 1990
«Il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, di cui all'art. 611 c.p., commesso in danno di persona in condizione analoga alla schiavitù per indurla a perpetrare furti, concorre con i reati di riduzione in schiavitù e di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8251 del 8 marzo 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di minaccia, si richiede la prospettazione di un male futuro ed ingiusto — la cui verificazione dipende dalla volontà dell'agente — che può derivare anche dall'esercizio di una facoltà legittima la quale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12277 del 28 ottobre 1999
«L'art. 18 della legge 25 giugno 1999, n. 205 ha abrogato la norma che prevedeva il delitto di oltraggio ma non ha fatto venir meno la rilevanza penale dei fatti-reato sussunti nella fattispecie di oltraggio: non può quindi trovare applicazione il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46179 del 18 novembre 2013
«In tema di atti persecutori, la prova del nesso causale tra la condotta minatoria o molesta e l'insorgenza degli eventi di danno alternativamente contemplati dall'art. 612 bis cod. pen. (perdurante e grave stato di ansia o di paura; fondato timore...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 25889 del 13 giugno 2013
«Il reato di violenza privata è speciale rispetto al reato di atti persecutori di cui all'art. 612 bis c.p. in considerazione dell'elemento specializzante dato dallo scopo di costringere altri a fare, tollerare od omettere qualcosa, impedendone la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 33 del 4 gennaio 1991
«Anche in caso di mancata comparizione o di assenza di opposizione dell'intimato l'emissione, ai sensi dell'art. 663 c.p.c., di ordinanza non impugnabile di convalida di sfratto, ha quale presupposto essenziale la sussistenza di un rapporto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3067 del 14 dicembre 1999
«Con la previsione dell'art. 615 ter c.p., introdotto a seguito della legge 23 dicembre 1993, n. 547, il legislatore ha assicurato la protezione del «domicilio informatico» quale spazio ideale (ma anche fisico in cui sono contenuti i dati...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36288 del 22 settembre 2003
«Integra il reato di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a servizi informatici o telematici (art. 615 quater c.p.) la condotta di colui che si procuri abusivamente il numero seriale di un apparecchio telefonico cellulare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 48285 del 15 dicembre 2004
«Il reato previsto dall'art. 617 bis c.p. anticipa la tutela della riservatezza e della libertà delle comunicazioni mediante l'incriminazione di fatti prodromici all'effettiva lesione del bene, punendo l'installazione di apparati o di strumenti,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25008 del 20 giugno 2001
«In tema di rivelazione ed impiego di notizie destinate a rimanere segrete ai sensi dell'art. 623 c.p., la detta destinazione non può che provenire dall'avente diritto al segreto e cioè, dal titolare dell'impresa nella quale le stesse notizie...»