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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3986 del 28 novembre 1975
«La presunzione di trasporto con rispedizione della merce, di cui all'art. 1699 c.c., sussiste quando: a) il vettore si sia obbligato ad eseguire la prestazione di trasporto fino ad un luogo determinato che non è il luogo di destinazione delle cose...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3233 del 27 maggio 1982
«La presunzione di onerosità del mandato, stabilita iuris tantum dalla legge, può essere superata da una prova contraria la quale può essere basata su circostanze quali la prassi esistente presso il mandante (nella specie un condominio di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 359 del 13 gennaio 1993
«Per vincere la presunzione iuris tantum di gratuità del deposito stabilita dall'art. 1767 c.c. non può ritenersi sufficiente l'esercizio da parte del depositario di una qualsiasi attività economica nell'ambito della quale il deposito e la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1495 del 22 maggio 1973
«La presunzione di gratuità del deposito cade di fronte alla circostanza che il depositario esplichi abitualmente una retribuita attività di custodia; essa può essere altresì esclusa da una espressa contraria volontà delle parti ovvero essere vinta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3911 del 3 aprile 1995
«Gli obblighi di custodia del depositario, che insorgono successivamente alla consegna della cosa, non rimangono limitati alla cosa nella sua struttura elementare, bensì s'estendono, salvo patto contrario, a tutte quelle che, pur mantenendo una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 977 del 10 febbraio 1990
«Nell'ipotesi di furto di merce depositata presso i magazzini generali, la presunzione di colpa a carico dell'esercente il deposito è superata soltanto dalla prova della non imputabilità dell'evento e cioè dalla imprevedibilità o inevitabilità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 178 del 13 gennaio 1988
«Con riferimento al contratto di conto-corrente bancario la presunzione legale contenuta nel primo comma dell'art. 1832 c.c. della approvazione del conto in caso di mancata contestazione dello stesso da parte del correntista presuppone che la banca...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8065 del 27 agosto 1997
«L'art. 1839 c.c. delinea, in relazione al servizio delle cassette di sicurezza, una presunzione di responsabilità della banca dalla quale essa può liberarsi soltanto dimostrando il fortuito, che, comunque, non può individuarsi nel furto in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10208 del 3 maggio 2007
«La compensazione tra i saldi attivi, e passivi di più rapporti o conti tra banca e cliente, prevista dall'art. 1853 c.c. si verifica soltanto allorché si tratti di conti o rapporti chiusi, atteso che, se la predetta norma venisse interpretata alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3276 del 16 aprile 1997
«Affinché le dichiarazioni contenute nella denuncia congiunta di sinistro stradale (art. 5 secondo comma L. 26 febbraio 1977) siano presunte legalmente veritiere, è necessario che il relativo modulo sia stato compilato in tutte le sue parti, ivi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 487 del 26 gennaio 1990
«L'azione dell'Inail per la rivalsa delle prestazioni erogate all'infortunato o ai suoi superstiti è disciplinata dagli artt. 10 e 11 del D.P.R. n. 1124 del 1965, se diretta contro il responsabile dell'evento lesivo che sia anche titolare del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8471 del 18 ottobre 1994
«Per provare l'esistenza di una fideiussione è necessario provare l'esistenza di un atto attraverso il quale la parte manifesti in modo inequivocabile la volontà di prestare la garanzia e, quando le espressioni usate non siano esse stesse in tal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 283 del 14 gennaio 1997
«L'art. 1957 c.c., nell'imporre al creditore l'onere di proporre «le sue istanze» contro il debitore entro sei mesi dalla scadenza per l'adempimento dell'obbligazione garantita dal fideiussore, a pena di decadenza dal suo diritto verso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1787 del 3 marzo 1999
«La disposizione contenuta nell'art. 1967 c.c., per cui la transazione deve essere provata per iscritto, non consente che elementi costitutivi del contratto di transazione (fra i quali la reciprocità delle concessioni), siano desunti per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6191 del 22 marzo 2005
«In tema di promessa di pagamento, i limiti alla prova testimoniale, desumibili dall'art. 2556, primo comma, c.c. (in forza del quale i contratti aventi ad oggetto il trasferimento della proprietà o del godimento di un'azienda debbono essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1831 del 9 febbraio 2001
«La ricognizione del debito costituisce una dichiarazione unilaterale recettizia che, in virtù di astrazione meramente processuale, produce l'effetto dell'inversione dell'onere della prova in ordine all'esistenza del sottostante rapporto obbligatorio.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1126 del 29 gennaio 1993
«Nei rapporti tra emittente e prenditore della cambiale opera una presunzione iuris tantum di esistenza e liceità della causa del negozio per cui incombe sempre al debitore cambiario l'onere di provare le eccezioni relative al momento causale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7122 del 29 marzo 2006
«Il possesso del titolo cambiario da parte del debitore vale a stabilire una presunzione iuris tantum di pagamento del titolo stesso; sicché, trattandosi di una presunzione non assoluta, rientra nella valutazione di competenza del giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10694 del 3 agosto 2001
«In tema , di titoli al portatore, il principio secondo cui, per il trasferimento effettivo della titolarità del diritto incorporato, è necessaria l'esistenza di un valido negozio di trasferimento, il cui onere probatorio non grava sull' accipiens...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8564 del 8 aprile 2009
«Nell'ipotesi di nullità di un contratto, la disciplina degli eventuali obblighi restitutori è mutuata da quella dell'indebito oggettivo, con la conseguenza che qualora l" 'accipiens sia in mala fede nel momento in cui percepisce la somma da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4710 del 29 aprile 1991
«La presunzione di responsabilità contemplata dalla norma dell'art. 2050 c.c. per le attività pericolose può essere vinta solo con una prova particolarmente rigorosa, essendo posto a carico dell'esercente l'attività pericolosa l'onere di dimostrare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1655 del 27 gennaio 2005
«Il custode, per liberarsi dalla presunzione di responsabilità per il danno cagionato dalla cosa deve provare che esso si è verificato per caso fortuito tale da impedirgli di prevenire l'evento dannoso o di ridurne le conseguenze, dovendo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 265 del 15 gennaio 1996
«La presunzione di responsabilità per danni cagionati dalla cosa in custodia, di cui all'art. 2051 c.c., non si applica agli enti pubblici, ogni qual volta il bene, sia esso demaniale o patrimoniale, per le sue caratteristiche (estensione o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5741 del 10 marzo 2009
«Ai fini dell'attribuzione della responsabilità prevista dall'art. 2051 cod. civ sono necessarie e sufficienti una relazione tra la cosa in custodia e l'evento dannoso nonché l'esistenza dell'effettivo potere fisico su di essa da parte del custode,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21244 del 29 settembre 2006
«In tema di responsabilità da custodia, facendo eccezione alla regola generale di cui al combinato disposto degli artt. 2043 e 2697 c.c., l'art. 2051 c.c. determina un'ipotesi caratterizzata da un criterio di inversione dell'onere della prova,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6767 del 17 maggio 2001
«In tema di responsabilità da cose in custodia, la presunzione di colpa stabilita dall'art. 2051 c.c., superabile solo con la prova del caso fortuito ovvero della colpa del danneggiato, presuppone la dimostrazione della esistenza del nesso causale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15389 del 13 luglio 2011
«La disciplina di cui all'art. 2051 cod. civ. è applicabile agli enti pubblici proprietari o manutentori di strade aperte al pubblico transito in riferimento a situazioni di pericolo derivanti da una non prevedibile alterazione dello stato della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16770 del 21 luglio 2006
«Dalla proprietà pubblica del Comune sulle strade (e sulle relative pertinenze, come i marciapiedi) discende non solo l'obbligo dell'Ente alla manutenzione, ma anche quello della custodia con conseguente operatività nei confronti dell'Ente stesso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16803 del 20 giugno 2008
«La presunzione di responsabilità prevista dall'art. 2047 c.c. nei confronti di chi sia tenuto alla sorveglianza dell'incapace è configurabile a carico della struttura sanitaria soltanto in caso di ricovero ospedaliero del malato mentale,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19060 del 12 dicembre 2003
«L'accertamento in sede penale della mancanza di prova della colpa dei soggetti tenuti alla sorveglianza dell'incapace non comporta il superamento della presunzione di colpa su di essi gravante ai sensi dell'art. 2047 c.c., né costituisce prova del...»