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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6169 del 19 giugno 1999
«Tale ultima fattispecie si verifica allorché il datore di lavoro eserciti il proprio diritto di recesso violando il principio di buona fede che presiede all'esecuzione dei contratti ponendo in essere un comportamento puramente pretestuoso, ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16864 del 24 luglio 2006
«...gli consentiva di sottrarsi al controllo degli altri dipendenti e dei superiori e di dedicarsi ad attività personali, cosa ponendo in essere una condotta univocamente contraria a buona fede e correttezza nello svolgimento del rapporto di lavoro).»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6375 del 21 marzo 2011
«...carico del datore di lavoro la dimostrazione che, in relazione alla natura degli impegni lavorativi attribuiti al dipendente, il suddetto comportamento contrasti con gli obblighi di buona fede e correttezza nell'esecuzione del rapporto di lavoro.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9474 del 21 aprile 2009
«L'espletamento di altra attività, lavorativa ed extralavorativa, da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idoneo a violare i doveri contrattuali di correttezza e buona fede nell'adempimento dell'obbligazione e a giustificare il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13622 del 24 giugno 2005
«Tali regole trovano applicazione, secondo le circostanze del caso, in base al principio di correttezza e buona fede, anche nella ipotesi di malattia contratta all'estero. (Nella fattispecie la Corte ha confermato la decisione di merito che aveva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13596 del 11 giugno 2009
«È contraria a buona fede, in quanto formulata contra factum proprium, l'eccezione di nullità per tardività del licenziamento disciplinare proposta dal lavoratore che abbia ritardato l'adozione del provvedimento disciplinare richiedendo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13167 del 8 giugno 2009
«...della buona fede - sulla mancanza di connotazioni disciplinari del fatto incriminabile, con la conseguenza che, ove la contestazione sia tardiva, si realizza una preclusione all'esercizio del relativo potere e l'invalidità della sanzione irrogata.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10547 del 9 maggio 2007
«Nel caso di irrogazione di licenziamento per giusta causa conseguente all'espletamento di procedimento disciplinare, ai fini della valutazione della tempestività della sanzione espulsiva, deve distinguersi tra la contestazione disciplinare, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 884 del 1 febbraio 1996
«Quanto ai comportamenti pregressi, mentre è necessario che ne sia stata portata a conoscenza del lavoratore la valutazione negativa del datore di lavoro in tempo utile perché possa evitarne la reiterazione, non è configurabile a carico del datore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 484 del 20 gennaio 1999
«Ne consegue che, ove il commesso svolga un'attività che si pone al di là di tali limiti, il terzo contraente non può invocare la propria condizione soggettiva di buona fede o i principi dell'apparenza per farne discendere conseguenze a sé...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21421 del 11 novembre 2004
«...da svolgere, egli deve anche compiere tutte quelle attività ed opere che secondo il principio di buonafede e l'ordinaria diligenza dell' homo eiusdem condicionis ac professionis sono funzionali al raggiungimento del risultato voluto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9250 del 20 aprile 2006
«...della buona fede dei terzi, è sufficiente che il soggetto che abbia trattato col socio apparente provi un comportamento che, secondo l'apprezzamento insindacabile del giudice di merito, sia idoneo a designare la società come titolare del rapporto.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9030 del 12 settembre 1997
«...soci. L'apparenza, tuttavia, non è oggetto di tutela in se stessa, ma solo in quanto strumentale alla tutela dell'affidamento dei terzi di buona fede, onde essa non può essere invocata da chi sia consapevole dell'inesistenza del vincolo sociale.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6770 del 26 luglio 1996
«...nonostante l'inesistenza dell'ente, per il principio dell'apparenza del diritto, il quale tutela la buona fede dei terzi, coloro che si comportino esteriormente come soci vengono ad assumere in solido obbligazioni come se la società esistesse.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6438 del 9 giugno 1993
«...in rapporto a fare affidamento in buona fede (intesa come uso della cautela necessaria per non farsi trarre in inganno da manifestazioni esteriori suscettibili di controllo) sulla effettività e sulla responsabilità dell'apparente sodalizio.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12310 del 5 novembre 1999
«Il principio di correttezza e buona fede, il quale secondo la Relazione ministeriale al Codice Civile, «richiama alla sfera del creditore la considerazione dell'interesse del debitore e nella sfera del debitore il giusto riguardo all'interesse del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 29776 del 19 dicembre 2008
«L'assunzione della qualità di socio e l'obbligo di buona fede nell'adempimento delle obbligazioni, che discendono dal contratto di società, non comportano la preventiva rinuncia del socio ad avvalersi dei suoi diritti e facoltà, anche derivanti da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14360 del 21 dicembre 1999
«In ipotesi di recesso da società semplice (e connessa cessione della quota sociale da parte del socio uscente ai soci restanti), salvo che ciò non sia esplicitamente convenuto in sede pattizia, non può ritenersi connaturale alla prestazione dovuta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2059 del 23 febbraio 2000
«In tema di cessione di quote di una società di persone (nella specie, sas) il cui oggetto sociale risulti l'esercizio di un'attività commerciale (nella specie, bar tabaccheria), allorché l'acquisto delle quote sia chiaramente finalizzato, secondo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1408 del 12 marzo 1981
«...al fine di consentire la loro partecipazione all'assemblea con la necessaria preparazione ed informazione e di evitare che sia sorpresa la buona fede degli assenti a seguito di deliberazioni su materie non incluse nell'ordine del giorno.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2263 del 30 ottobre 1970
«Poiché la deliberazione dell'assemblea di una società, ancorché impugnata per pretesa invalidità, può essere eseguita (salvo il potere di sospensione attribuito al giudice dall'art. 2378 c.c.), i terzi sottoscrittori in buona fede di nuove azioni,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27387 del 12 dicembre 2005
«In applicazione del principio di buona fede in senso oggettivo al quale deve essere improntata l'esecuzione del contratto di società, la cosiddetta regola di maggioranza consente al socio di esercitare liberamente e legittimamente il diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26842 del 7 novembre 2008
«...del socio alla società, dovendosi ritenere che in quest'ultimo caso sia configurabile un eccesso di potere, inteso come violazione del canone di buona fede nell'esecuzione dei rapporti contrattuali, al quale consegue l'annullabilità dell'atto.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4971 del 19 maggio 1998
«Una volta attribuito sia pure con delibera viziata i poteri di rappresentanza ad un soggetto includenti capacità gestionali ed attuative delle decisioni assunte in sede collegiale, sono inopponibili ai terzi in buona fede le eventuali cause di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18191 del 28 agosto 2007
«In tema di rappresentanza, l'applicabilità del principio dell'apparenza del diritto richiede che il rappresentato abbia tenuto un comportamento colposo tale da ingenerare nel terzo il ragionevole convincimento che al rappresentante apparente fosse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1817 del 18 febbraio 2000
«...all'oggetto sociale degli atti compiuti dagli amministratori in nome della società possa essere opposta ai terzi in buona fede non è suscettibile di applicazione analogica nei confronti delle società di persone, regolate da specifiche norme.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1325 del 7 febbraio 2000
«La regola di cui all'art. 2384 c.c. il quale (nel testo modificato dall'art. 5 del D.P.R. n. 1127 del 1969 introdotto in esecuzione della Direttiva CEE n. 151 del 1968 al fine di garantire ai terzi la sicurezza in ordine alla validità degli atti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15942 del 17 luglio 2007
«...buona fede in senso oggettivo o di correttezza, giacché una tale deliberazione si dimostra intesa al perseguimento della prevalenza di interessi personali estranei al rapporto sociale, con ciò danneggiando gli altri partecipi al rapporto stesso.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22911 del 11 novembre 2010
«Sussiste la violazione del dovere di vigilanza, imposto ai sindaci dal secondo comma dell'art. 2407 c.c., con riguardo allo svolgimento, da parte degli amministratori, di un'attività protratta nel tempo al di fuori dei limiti consentiti dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23269 del 17 novembre 2005
«...deliberare, per consentire la loro partecipazione all'assemblea con la necessaria preparazione ed informazione, e di evitare che sia sorpresa la buona fede degli assenti a seguito di deliberazione su materie non incluse nell'ordine del giorno.»