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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5709 del 10 marzo 2009
«Ai sensi dell'art. 2112 c.c., applicabile al trasferimento che un ente pubblico faccia delle proprie attività ad altro soggetto, è configurabile il trasferimento di un ramo di azienda, anche prima delle modifiche introdotte con il D.L.vo n. 18 del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3630 del 12 marzo 2002
«Con riferimento ai fondi speciali di previdenza costituiti ai sensi dell'art. 2117 c.c., il vincolo di destinazione previsto da tale norma spiega effetti anche nei confronti del datore di lavoro, al quale — senza necessità di una specifica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11153 del 11 giugno 2004
«In tema di dimissioni del lavoratore, deve escludersi la rilevanza dell'errore nel quale il lavoratore stesso sia incorso in ordine, non già alla natura o agli effetti dell'atto di dimissioni, ma alla normativa previdenziale applicabile e alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5943 del 23 aprile 2002
«Per stabilire se sussiste la giusta causa di licenziamento e se è stata rispettata la regola codicistica della proporzionalità della sanzione occorre accertare in concreto se —, in relazione alla qualità del singolo rapporto intercorso tra le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17562 del 10 dicembre 2002
«Poiché la nozione di giusta causa di licenziamento trova la propria fonte direttamente nella legge, l'elencazione delle ipotesi di giusta causa eventualmente contenuta nei contratti collettivi o, come nella specie, in un atto unilaterale del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6900 del 26 maggio 2000
«Il fatto che la disciplina collettiva preveda un comportamento come giusta causa di licenziamento non esime il giudice, investito della impugnativa della legittimità di tale recesso, dal dovere di valutare — mediante un accertamento che è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1668 del 4 marzo 1996
«Il giustificato motivo di assenza idoneo ad escludere la sanzione per il mancato reperimento del lavoratore alla visita di controllo durante le fasce orarie di reperibilità, non si identifica necessariamente con lo stato di necessità o con il caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8716 del 17 giugno 2002
«Nell'ottica dell'autonomia tra il giudizio civile e quello penale, la gravità della condotta ascritta al dipendente licenziato per giusta causa può avere un sufficiente rilievo disciplinare ed essere idonea a giustificare il licenziamento anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6814 del 17 giugno 1991
«Nell'ipotesi di licenziamento intimato per una mancanza del lavoratore che si concreti in una violazione non solo del dovere di diligenza, ex art. 2104 c.c., ma anche del dovere di fedeltà all'impresa di cui all'art. 2105 c.c. (nella specie, per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7410 del 26 marzo 2010
«In tema di licenziamento disciplinare, ove sussista un rilevante intervallo temporale tra i fatti contestati e l'esercizio del potere disciplinare, la tempestività di tale esercizio deve essere valutata in relazione al tempo necessario per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24875 del 25 novembre 2005
«Affinché un compenso sia incluso nella base di calcolo della indennità di anzianità ( ex art. 2121 c.c.) o del trattamento di fine rapporto ( ex art. 1 legge n. 297 del 1982), non è necessario il carattere di definitività del compenso stesso, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3888 del 1 aprile 1993
«Il servizio mensa — il quale (sia nel regime anteriore all'entrata in vigore dell'art. 6 del D.L. 11 luglio 1992, n. 333, convertito in L. 8 agosto 1992, n. 359, che in quello da tale norma espresso, che assume, pertanto, il valore di disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4891 del 14 maggio 1998
«Con riguardo alla congruità del corrispettivo dovuto in caso di patto di non concorrenza salva sempre la possibilità per il prestatore di lavoro di invocare, ove concretamente applicabili, le norme di cui agli am. 1448 e 1467 c.c. l'espressa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21594 del 15 novembre 2004
«Il lavoro a domicilio realizza una forma di decentramento produttivo, in cui l'oggetto della prestazione del lavoratore assume rilievo non già come risultato, ma come estrinsecazione di energie lavorative, resa in maniera continuativa all'esterno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8221 del 16 giugno 2000
«Nel quadro di tale speciale disciplina legislativa, il lavoro a domicilio realizza una forma di decentramento produttivo, in cui l'oggetto della prestazione del lavoratore assume rilievo non già come risultato, ma come estrinsecazione di energie...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10527 del 23 ottobre 1998
«Premesso che le profonde differenze strutturali e funzionali tra il modello di processo penale e quello civile (sulle quali si veda anche la sentenza n. 326 e la ordinanza n. 356 del 1997 della Corte costituzionale) non consentono la diretta...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8426 del 9 aprile 2010
«In tema di dichiarazione di fallimento di una società, ai fini del rispetto del termine di un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese, previsto dall'art. 10 legge fall., l'iscrizione nel registro delle imprese del decreto con cui il...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 14018 del 15 giugno 2007
«Da ciò consegue che le violazioni del suddetto obbligo, commesse prima di tale data, conservano il loro rilievo ai fini fiscali, e legittimano l'erario a procedere all'accertamento sintetico del reddito risultante da libri contabili non vidimati o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8543 del 8 aprile 2009
«In tema di prestazione d'opera professionale, l'iscrizione nell'albo, cui l'art. 2231 c.c. subordina l'azione del prestatore d'opera per il pagamento del compenso, deve corrispondere a quella adeguata e conferente alle caratteristiche oggettive...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5775 del 11 giugno 1999
«Tale amplissima facoltà — che trova la sua ragion d'essere nel preponderante rilievo attribuito al carattere fiduciario del rapporto nei confronti dei cliente — ha come contropartita l'imposizione a carico di quest'ultimo dell'obbligo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23624 del 22 novembre 2010
«In tema di rapporto di lavoro domestico in situazione di convivenza, l'esistenza di un contratto a prestazioni corrispettive deve essere escluso solo in presenza della dimostrazione di una comunanza di vita e di interessi tra i conviventi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4187 del 13 maggio 1997
«In particolare, i finanziamenti e le fideiussioni a favore dell'imprenditore possono costituire indici rivelatori del rapporto stesso qualora, alla stregua della loro sistematicità e di ogni altra circostanza del caso concreto, siano ricollegabili...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11185 del 22 agosto 2001
«Nelle società di persone, lo scioglimento per insanabile dissidio sorto tra i soci presuppone che la situazione di conflitto renda impossibile il raggiungimento dei fini sociali. (Alla stregua del principio di cui alla massima, la Suprema Corte ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3694 del 16 febbraio 2007
«La violazione del divieto di nuove operazioni costituisce a carico degli amministratori una fattispecie tipica di obbligazione ex lege che pur avendo natura extracontrattuale, non può perciò solo essere ricondotta allo schema generale dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20269 del 27 settembre 2010
«In materia di onorari e diritti di avvocato e procuratore, la disposizione dell'art. 24 della legge n. 794 del 1942 - che sancisce il principio dell'inderogabilità delle relative tariffe minime, con testuale riferimento alle "prestazioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 247 del 9 gennaio 2001
«La rinunzia al compenso è valida tra le parti e non può, dunque, ritenersi in sé; cioè automaticamente, suscettibile di rilievo disciplinare, occorrendo invece che il comportamento del professionista, per la particolarità del caso concreto, sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20255 del 19 settembre 2006
«In tema di società di persone, il ricorso all'autorità giudiziaria per ottenere una pronuncia di esclusione del socio è ammissibile, a norma dell'art. 2287, terzo comma, c.c., nel solo caso in cui la società sia composta soltanto da due soci,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19304 del 8 settembre 2006
«La cessazione per qualsiasi causa dell'appartenenza alla compagine sociale del socio di società di persone, cui non sia stata data pubblicità, ai sensi dell'art. 2290 c.c., non è opponibile ai terzi, poiché essa non produce i suoi effetti al di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14962 del 4 agosto 2004
«Il recesso del socio di società di persone, cui non sia stata data pubblicità, ai sensi dell'art. 2290, secondo comma, c.c., è inopponibile ai terzi, con ciò dovendosi intendere che non produce i suoi effetti al di fuori dell'ambito societario;...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4543 del 5 marzo 2004
«In caso di infortunio sul lavoro subito da dipendente di una società in nome collettivo, in conseguenza dell'accertamento della responsabilità penale del socio amministratore l'azione di regresso dell'INAIL ai sensi dell'art. 11 del D.P.R. n. 1124...»