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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5340 del 28 maggio 1996
«In tema di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p.) si deve ritenere che la mancata individuazione in concreto del singolo «atto» che avrebbe dovuto essere omesso, ritardato o compiuto dal pubblico ufficiale, contro i...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6018 del 10 dicembre 1996
«Allorché lo stesso fatto è diversamente qualificato da due giudici e da tale diversità conseguono competenze per materia differenziate, il conflitto positivo di competenza va risolto in favore del giudice che ha competenza per materia più ampia,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7445 del 24 luglio 1996
«Tra i reati abrogati dall'art. 1 della legge 15 febbraio 1996, n. 66 (Norme contro la violenza sessuale) vi è quello di cui all'art. 523 c.p. — ratto a fine di libidine: tale abrogazione, però, è solo apparente dato che le ipotesi abrogate si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 785 del 12 marzo 1996
«Ai fini dell'accertamento della sussistenza della continuazione, non bisogna avere riguardo agli intenti perseguiti dall'autore delle diverse azioni delittuose, ma è invece necessario che le singole violazioni di legge siano tutte rapportabili ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2616 del 10 marzo 1997
«In materia di falsità commessa dal pubblico ufficiale, non si configura il delitto previsto dall'art. 476 c.p., con riferimento al documento riproduttivo del contenuto di una pubblica registrazione — anche se quest'ultima avviene utilizzando...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3144 del 10 luglio 1997
«Poiché il concorso eventuale nel delitto di cui all'art. 416 bis c.p. è una forma di partecipazione all'associazione criminosa e realizza gli estremi della fattispecie delineata dal legislatore, le pene inflitte al concorrente esterno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3650 del 24 ottobre 1997
«Ai fini della configurabilità della continuazione dei reati — venuto meno con la riforma del 1974 il requisito dell'omogeneità delle violazioni — ha acquistato rilevanza decisiva l'identità del disegno criminoso, inteso come ideazione e volizione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4181 del 31 gennaio 1997
«Nella quantificazione della pena, in caso di continuazione tra delitti e contravvenzioni, il giudice deve far riferimento, per l'individuazione del reato più grave, alla pena edittale massima prevista per ciascuno di essi e ritenere in ogni caso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5354 del 6 giugno 1997
«Ai fini dell'individuazione del termine di prescrizione di un reato occorre avere riguardo alla fattispecie criminosa nella sua concreta e specifica configurazione finale così come accertata e descritta dal giudice in sentenza a seguito...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6207 del 5 dicembre 1997
«Ai fini della perseguibilità di ufficio del delitto di invasione di terreni o edifici, devono considerarsi «pubblici» — secondo la nozione che si ricava dagli art. 822 e ss. c.c., mutuata dal legislatore penale — i beni appartenenti a qualsiasi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6232 del 26 giugno 1997
«Il reato di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., sussiste non solo se e quando i sigilli risultino in concreto manomessi, ma anche quando, pur essendo lasciati intatti, vengono posti in essere atti equivalenti a violazione dei divieti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 747 del 3 febbraio 1997
«In tema di reato continuato, ai fini dell'individuazione della violazione più grave, da prendere come base per il calcolo della pena da applicare su concorde richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p., occorre riferirsi alla pena astrattamente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9486 del 22 ottobre 1997
«La norma incriminatrice di cui all'art. 648 c.p. (ricettazione) è speciale rispetto a quella di cui all'art. 12 D.L. 3 maggio 1991, n. 143, conv. in L. 5 luglio 1991, n. 197, che punisce, tra l'altro, chi acquisisce al fine di trarne profitto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10392 del 1 ottobre 1998
«È configurabile il delitto di ricettazione, oltre a quello previsto dall'art. 171 ter, comma 1, lett. b), della legge 22 aprile 1941, n. 633, a carico di colui che, dopo averle acquistate, detenga per la vendita videocassette abusivamente riprodotte.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10786 del 16 ottobre 1998
«Ai fini della configurabilità del delitto di corruzione propria ex art. 319 c.p., per valutare se la condotta del pubblico ufficiale sia o no contraria ai suoi doveri, occorre avere riguardo non ai singoli atti, ma all'insieme del servizio reso al...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11875 del 16 novembre 1998
«Per integrare il delitto di violenza privata ex art. 610 c.p. non è sufficiente una condotta che abbia determinato una situazione di «costrizione» essendo necessario che tale condotta sia stata posta in essere con violenza o minaccia....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1195 del 7 maggio 1998
«Ai fini della configurabilità del delitto di violenza privata, il requisito della violenza si identifica in qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente l'offeso della libertà di determinazione e di azione, ben potendo trattarsi di violenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1316 del 4 febbraio 1998
«Nella previsione dell'art. 323 c.p., come novellato dalla legge 16 luglio 1997, n. 234, l'interesse proprio — in presenza del quale il pubblico ufficiale ha l'obbligo di astensione, che già non derivi da specifica disposizione — non solo non deve...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1544 del 2 giugno 1998
«In tema di delitto di associazione mafiosa strettamente connesso con l'attività politica e/o con l'utilizzazione di cariche amministrative di vertice o, comunque, di rilievo in enti pubblici, il giudice, ai fini della emissione di una misura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1631 del 12 ottobre 1998
«L'aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152 (conv. in legge 12 luglio 1991, n. 203) è configurabile anche quando il delitto cui accede concorra con quello di cui all'art. 416 bis c.p. Ed invero una cosa è partecipare ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2164 del 20 febbraio 1998
«L'esercizio arbitrario delle proprie ragioni si traduce nella indebita attribuzione a se stesso, da parte del privato, di poteri e facoltà spettanti al giudice, sicché ove si tratti di poteri che non possano essere esercitati dal giudice, non può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3241 del 13 marzo 1998
«Per la configurabilità del delitto di cui all'art. 270 bis c.p. è irrilevante la durata della operatività dell'associazione e la limitazione della sua attività ad un determinato ambito territoriale, trattandosi di reato di pericolo che postula...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4838 del 24 aprile 1998
«Il diniego di concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena con la motivazione che trattandosi di pena pecuniaria la sospensione non sarebbe favorevole all'imputato è illegittimo. Una siffatta motivazione finisce per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5414 del 20 gennaio 1998
«Il delitto di falso in scrittura privata, previsto dall'art. 485 c.p., richiede per la sua consumazione non soltanto l'attività di formazione di una scrittura privata falsa o di alterazione di una scrittura vera, ma anche il successivo uso della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5475 del 28 gennaio 1998
«Poiché la disposizione dell'art. 275, comma secondo bis, c.p.p., secondo la quale non può essere disposta la misura della custodia cautelare se il giudice ritiene che con la sentenza possa essere concessa la sospensione condizionale della pena,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6561 del 4 giugno 1998
«La nuova formulazione dell'art. 323 c.p., introdotta con la L. 17 luglio 1997, n. 234, ha meglio definito la condotta tipica del pubblico ufficiale, sostituendo la generica formula «abusa del suo ufficio» con la descrizione di un comportamento non...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6955 del 10 giugno 1998
«L'assorbimento della contravvenzione del possesso ingiustificato di arnesi atto allo scasso (art. 707 c.p.) nel delitto di furto aggravato dalla violenza sulle cose (art. 625 n. 2) si verifica quando ricorra un nesso di immediatezza e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8375 del 15 luglio 1998
«Perché si configuri il delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione è sufficiente che il soggetto passivo subisca una limitazione della libertà personale, quali ne siano il grado e la durata, il luogo in cui avvenga e i mezzi usati per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8494 del 22 luglio 1998
«Integra il delitto di abuso di ufficio di cui all'art. 323 e non quello di peculato d'uso di cui all'art. 314, secondo comma, del codice penale la condotta del pubblico ufficiale (nella specie: direttore di un consorzio agrario) che utilizzi nel...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1039 del 12 aprile 1999
«In tema di sospensione condizionale della pena, la reiterazione del beneficio nei confronti di persona che ne abbia già usufruito è legittima anche se, nel periodo intercorrente tra la precedente condanna (sospesa) e quella per la quale si invoca...»