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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10291 del 28 settembre 1994
«L'irrevocabilità della sentenza di condanna (art. 648 c.p.p.) riguarda tutte le statuizioni di cui questa si compone e, quindi, non solo quelle concernenti l'esistenza del reato contestato e la responsabilità dell'imputato, ma anche quelle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16259 del 9 aprile 2013
«Il principio del "ne bis in idem" non è applicabile in relazione al provvedimento cautelare emesso ai sensi dell'art. 282 ter c.p.p. il cui contenuto contrasta con quello di un ordine di protezione contro gli abusi familiari precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45153 del 4 dicembre 2008
«È legittima la valutazione, con autonomo giudizio, di circostanze di fatto raccolte in altro procedimento conclusosi con una sentenza irrevocabile di assoluzione, in quanto la preclusione di un nuovo giudizio impedisce soltanto l'esercizio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40971 del 31 ottobre 2008
«Non sussiste violazione del divieto di un secondo giudizio, stabilito dall'art. 649 c.p.p., qualora un soggetto, nei cui confronti l'azione penale sia stata esercitata con formulazione di imputazioni alternative, essendo stato assolto da una sola...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6837 del 1 giugno 1999
«In tema di divieto di bis in idem, ove l'imputato sia stato assolto da una determinata imputazione, congiuntamente contestata assieme ad un'altra, relativa allo stesso fatto, nell'ambito del medesimo procedimento, sulla residua imputazione non ha...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2149 del 6 marzo 1997
«Nel concorso formale di reati, in cui con un'unica azione si cagionano più eventi giuridici, il giudicato formatosi con riguardo ad uno di tali eventi non impedisce l'esercizio dell'azione penale in relazione ad un altro, a condizione che non si...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2970 del 16 novembre 1995
«L'art. 649 c.p.p. (divieto di un nuovo giudizio) attribuisce alla sentenza di condanna e di assoluzione che sia divenuta irrevocabile — cioè assistita dal cosiddetto giudicato formale — efficacia di giudicato sostanziale, inteso come vincolo a non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1316 del 30 maggio 1995
«È illegittima l'emissione del decreto di rinvio a giudizio dell'imputato da parte della corte militare d'appello, investita a seguito di impugnazione del P.M. avverso sentenza di non luogo a procedere emessa, ai sensi degli artt. 442 e 529 c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 8 del 29 settembre 1994
«Poiché tutti i provvedimenti assunti, in materia penale, dalle singole sezioni della Corte di cassazione sono inoppugnabili e gli effetti preclusivi, conseguenti al riconoscimento del generale principio del ne bis in idem, sono estensibili ai...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3513 del 23 marzo 1994
«In materia di giudicato penale, il principio del ne bis in idem è posto dal legislatore con esclusivo riferimento alle decisioni giurisdizionali adottate a carico dell'imputato che siano connotate dal requisito della irrevocabilità, requisito da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2312 del 4 febbraio 1992
«Il decreto di archiviazione è provvedimento per il quale non è prevista impugnazione di sorta (salvo, eventualmente, il caso previsto dall'art. 409, ultimo comma, c.p.p., ritenuto estensibile al decreto di archiviazione per l'ipotesi dell'omesso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6801 del 13 giugno 1994
«Il principio del ne bis in idem di cui all'art. 649 c.p.p. impedisce al giudice di procedere contro la stessa persona per lo stesso fatto sul quale si è formato il giudicato, ma di non prendere in esame lo stesso fatto storico e di valutarlo in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3116 del 15 marzo 1994
«Attesa la non necessaria coincidenza tra fatto in senso naturalistico e fatto in senso giuridico, può verificarsi che all'unicità di un determinato fatto storico faccia riscontro una pluralità di fatti giuridici. Ciò è quanto si verifica nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 512 del 12 marzo 1999
«Non è consentito, in pendenza di un procedimento in grado di appello, iniziare, per lo stesso fatto e nei confronti della stessa persona, un nuovo procedimento, nell'ambito del quale sia inoltre emessa ordinanza di custodia cautelare. Invero il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3372 del 5 ottobre 1998
«In materia di misure cautelari, nell'ipotesi in cui il procedente abbia rigettato per motivi di merito la richiesta del P.M. di applicazione della misura, ovvero qualora l'ordinanza genetica sia stata annullata dal giudice dell'impugnazione per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1597 del 2 giugno 1997
«In tema di misure cautelari personali può parlarsi di «giudicato cautelare», quale situazione valutabile naturalmente solo rebus sic stantibus, solo quando vi sia identità dei fatti posti a fondamento della misura, ferma la possibilità di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1948 del 25 maggio 1996
«Il divieto di produrre nuovi atti in cassazione non si estende alla documentazione idonea a determinare l'immediata declaratoria di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p. non potuta produrre nel giudizio di merito senza colpa, perché...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6706 del 14 giugno 1991
«Anche quando il giudizio abbreviato si è svolto nelle forme previste dall'art. 247 delle norme transitorie relative al nuovo codice di procedura penale, il ricorso per cassazione deve essere proposto nei termini e nelle forme rispettivamente...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 19 del 13 luglio 2000
«La disposizione di cui all'art. 613 c.p.p., secondo la quale l'atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione, salvo che la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2080 del 23 febbraio 2000
«L'avvocato dello Stato, generale o distrettuale, che ha esercitato la difesa di un impiegato o di un agente della pubblica amministrazione davanti a un giudice penale territoriale, può proporre, ai sensi dell'art. 571, comma 3, c.p.p., ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4443 del 22 gennaio 2000
«Solo all'imputato è consentito sottoscrivere personalmente il ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 613 comma 1, c.p.p. e pertanto la richiesta del custode giudiziario delle indennità spettantegli introdotta con le forme dell'incidente di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17761 del 2 settembre 1997
«La disposizione di cui all'art. 613 c.p.p., secondo la quale l'atto di ricorso, le memorie ed i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensore iscritto all'albo speciale della Corte di cassazione, salvo che «la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4032 del 29 novembre 1995
«Le disposizioni di cui agli artt. 613, comma 1, prima parte, e 571, comma 1, c.p.p., che consentono eccezionalmente alle parti di sottoscrivere personalmente il ricorso per cassazione, non sono applicabili alla persona offesa dal reato, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46253 del 16 dicembre 2008
«Qualora la Corte di cassazione accerti l'applicazione di pena patteggiata di specie diversa da quella prevista per il reato oggetto del giudizio, non procede ad annullamento della sentenza di patteggiamento, ma alla sua rettifica a norma dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34302 del 11 settembre 2007
«In tema di patteggiamento, la determinazione contra legem della pena implica l'esclusione della validità dell'accordo concluso tra le parti e ratificato dal giudice, con la conseguenza che, potendo le parti rinegoziare l'accordo su altri basi,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18046 del 19 aprile 2004
«In tema di patteggiamento, il semplice errore di calcolo nella determinazione finale della pena, sulla quale si forma il consenso delle parti, non può costituire valido motivo di ricorso per cassazione, essendo da escludere, in detta ipotesi, che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18861 del 22 aprile 2003
«In caso di errore di calcolo della pena irrogabile per il reato continuato dovuto alla necessità di rideterminare quella per la continuazione in ragione della prescrizione di alcune contravvenzioni punite con la sola ammenda, il giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10457 del 18 novembre 1997
«La sentenza pronunciata sulla base di un patteggiamento non può contenere dichiarazione di colpevolezza né indicazione di condanna avendo caratteristiche proprie. L'eliminazione di tali riferimenti, tuttavia, non trattandosi di errori di diritto o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1025 del 12 gennaio 2006
«Il principio secondo cui non è ammissibile il ricorso per cassazione volto unicamente ad ottenere la rettifica, ai sensi dell'art. 619, comma 2, c.p.p., dell'errore di denominazione o di computo attinente alla specie o alla quantità della pena,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44711 del 20 novembre 2003
«In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, qualora per mero errore di calcolo la pena sia stata indicata in misura inferiore a quella risultante da un calcolo corretto e il giudice, non rilevando l'errore, abbia applicato la pena...»