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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15144 del 11 luglio 2011
«Il mutamento della propria precedente interpretazione della norma processuale da parte del giudice della nomofilachia (c.d. "overruling"), il quale porti a ritenere esistente, in danno di una parte del giudizio, una decadenza od una preclusione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2221 del 1 gennaio 1977
«La difesa dell'assicurato — la quale è resa necessaria dal solo fatto dell'instaurazione di un giudizio da parte di chi, a torto o a ragione, assume di aver subito un danno — è svolta anche nell'interesse dell'assicuratore, inteso come interesse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5230 del 4 marzo 2011
«In tema di efficacia della dichiarazione di fallimento sulla capacità patrimoniale del debitore, se è vero che compete al curatore la legittimazione alla restituzione di tutte le somme affluite sul conto del fallito ed ivi pervenute dopo la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12952 del 4 giugno 2007
«Per far valere quale motivo di appello un vizio di nullità relativa che abbia inficiato il giudizio di primo grado, riflettendosi sulla validità della relativa sentenza, è necessario, in considerazione del disposto di cui all'art. 157 c.p.c., che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4448 del 25 febbraio 2014
«È meramente apparente la motivazione della sentenza in cui il giudice richiami le conclusioni raggiunte dal consulente tecnico d'ufficio, senza ulteriori specificazioni, non illustrando né le ragioni né l'"iter" logico seguito per pervenire,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9553 del 1 luglio 2002
«In tema di incapacità a testimoniare, la sanatoria, prevista dall'art. 157, comma secondo, c.p.c., della nullità della deposizione resa da teste incapace, per decadenza della parte interessata dalla facoltà di eccepire il vizio, risponde a un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14348 del 3 novembre 2000
«La eventuale nullità, non sanata, dell'atto introduttivo, carente dei requisiti prescritti dall'art. 163, comma terzo, nn. 3) e 4) c.p.c., risolvendosi in motivo di nullità della sentenza conclusiva del giudizio di primo grado, ove non sia fatta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26859 del 29 novembre 2013
«Nel processo di cognizione, l'onere previsto dall'art. 167, primo comma, cod. proc. civ., di proporre nella comparsa di risposta tutte le difese e di prendere posizione sui fatti posti dall'attore a fondamento della domanda, comporta che, esaurita...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14098 del 17 giugno 2009
«Il giudizio di indispensabilità della prova nuova in appello - previsto dall'art. 345, terzo comma, c.p.c. con riferimento al rito di cognizione ordinaria e dall'art. 437, secondo comma, in relazione al processo del lavoro - non attiene al merito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12119 del 17 maggio 2013
«Ai sensi dell'art. 184 cod. proc. civ., nel testo - applicabile "ratione temporis" alla presente fattispecie - introdotto dall'art. 18 della legge 26 novembre 1990, n. 353 (e anteriore alle modifiche apportate dall'art. 39-quater del d.l. 30...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 941 del 26 gennaio 1995
«In caso di esame congiunto di una questione pregiudiziale (quale è quella relativa all'integrità del contraddittorio) con il merito della causa, ai sensi del comma 3 dell'art. 187 c.p.c., la pronuncia è unica, talché se essa è impugnata, sia pure...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24549 del 2 dicembre 2010
«In tema di preclusione relative a produzioni documentali, nel corso di una consulenza contabile, si deve escludere l'ammissibilità della produzione tardiva di prove documentali concernenti fatti e situazioni poste direttamente a fondamento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6515 del 29 maggio 1992
«L'assunzione di testi che non siano stati preventivamente indicati in modo specifico può essere consentita soltanto nei casi previsti dall'art. 257 c.p.c., la cui enunciazione deve ritenersi tassativa, dal momento che l'obbligo della rituale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3186 del 14 febbraio 2006
«La preclusione sancita dall'art. 268 c.p.c., nel nuovo testo introdotto dalla legge 26 novembre 1990 n. 353, non si estende all'attività assertiva del volontario interveniente, nei cui confronti, perciò, non è operante il divieto di proporre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3156 del 5 marzo 2002
«Il concetto di «prima udienza» ex art. 269 c.p.c., agli effetti della chiamata del terzo, deve essere inteso in senso non meramente cronologico, bensì sostanziale, come indicativo della fase in cui si abbia una effettiva trattazione e cioè...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3946 del 1 luglio 1982
«La sentenza non definitiva mentre fa stato sul decisum, in quanto preclude al giudice che l'ha emessa il riesame delle medesime questioni che hanno formato oggetto della pronuncia, non può comportare un giudicato, né una preclusione in ordine al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18510 del 14 settembre 2004
«Nel caso di pronuncia di sentenza non definitiva ai sensi dell'art. 279, secondo e quarto comma c.p.c. e di prosecuzione del giudizio per l'ulteriore istruzione della controversia, il giudice resta da questa vincolato (anche se non passata in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5860 del 14 giugno 1999
«Nel caso di pronuncia di sentenza non definitiva ai sensi dell'art. 279, secondo e quarto comma, c.p.c. e di prosecuzione del giudizio per l'ulteriore istruzione della controversia, si verifica per il giudice che ha adottato la pronuncia una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3363 del 1 aprile 1998
«La costituzione del convenuto in cancelleria, qualora non avvenga con il rispetto del termine di venti giorni prima dell'udienza di comparizione, può legittimamente aver luogo in qualsiasi momento del procedimento fino a quando la causa non sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5648 del 10 giugno 1994
«La preclusione posta dall'art. 293 c.p.c., alla costituzione del contumace in un momento successivo all'udienza di rimessione della causa al collegio risponde ad inderogabili esigenze di coordinamento tra l'attività difensiva delle parti e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8512 del 2 agosto 1991
«La preclusione posta dall'art. 293 c.p.c. alla costituzione del contumace, in un momento successivo all'udienza di rimessione della causa al collegio, non viene meno per effetto del consenso della controparte alla costituzione tardiva, atteso che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24271 del 28 ottobre 2013
«La morte del procuratore, a mezzo del quale la parte è costituita in giudizio, determina automaticamente l'interruzione del processo, anche se il giudice e le altri parti non ne hanno avuto conoscenza, con preclusione di ogni ulteriore attività...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8720 del 2 settembre 1998
«La morte come la radiazione o la sospensione dell'unico difensore a mezzo del quale la parte è costituita nel giudizio di merito (intervenuta, nella specie, tra l'udienza di precisazione delle conclusioni e quella di discussione) determina...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18962 del 16 settembre 2011
«In tema di ammissibilità di nuovi mezzi di prova in grado d'appello, deve escludersi che dal vigente regime processuale possa ricavarsi un onere della parte, sancito a pena di decadenza, di produrre nel giudizio di primo grado gli eventuali...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2195 del 23 maggio 2000
«La speciale disciplina derogatoria e premiale, prevista in materia di misure alternative alla detenzione dall'art. 13 ter D.L. 15 gennaio 1991 n. 8, convertito in legge 15 marzo 1991 n. 82, per i collaboratori di giustizia, non comporta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4503 del 26 settembre 2000
«La declaratoria di fungibilità della pena a norma dell'art. 657 c.p.p. non è né automatica, né necessariamente contestuale all'ordine di esecuzione e desumibile dal relativo fascicolo, ma va disposta con distinto decreto e discende da una autonoma...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34472 del 19 aprile 2012
«Le decisioni della Corte EDU che evidenzino una situazione di oggettivo contrasto - non correlata in via esclusiva al caso esaminato - della normativa interna sostanziale con la Convenzione EDU assumono rilevanza anche nei processi diversi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44860 del 2 dicembre 2008
«Ai fini dell'applicazione della disciplina del concorso formale e del reato continuato in sede esecutiva, l'individuazione della violazione più grave è affidata al criterio concreto della pena più grave inflitta, che si differenzia da quello...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1466 del 26 marzo 1997
«La preclusione al riconoscimento della continuazione in sede esecutiva derivante dal fatto che essa sia stata esclusa dal giudice della cognizione opera soltanto nel caso in cui quest'ultimo abbia negato la sussistenza del medesimo disegno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2485 del 6 luglio 1992
«In fase esecutiva (art. 671 primo comma c.p.p.) è preclusa l'applicabilità del regime del reato continuato qualora, in sede di cognizione, sia stata esclusa l'unicità del disegno criminoso, che costituisce il presupposto della continuazione. Ogni...»