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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3625 del 4 giugno 1981
«Il passaggio coattivo di acqua, previsto dall'art. 1033 c.c., ben può essere richiesto in perpetuo — e cioè per un tempo indeterminato — qualora, sulla scorta di una concessione soggetta a rinnovazione tacita ad ogni successiva scadenza, sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4021 del 5 dicembre 1975
«Nella servitù di acquedotto coattivo, la determinazione del luogo attraverso il quale deve effettuarsi il passaggio delle acque non può farsi se non con riguardo alla concreta situazione di fatto, considerandosi — di volta in volta — gli elementi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9891 del 12 novembre 1996
«La servitù di fognatura — che va equiparata al generico scarico coattivo di cui all'art. 1043 c.c. — attribuisce al proprietario del fondo dominante il diritto di provvedere all'installazione delle opere idonee allo scarico e di accedere al fondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8432 del 1 agosto 1995
«L'attraversamento di un bene demaniale che non sia sottratto alla collettività ed il cui uso sia consentito indifferentemente a tutti i cittadini, di modo che possa essere utilizzato senza bisogno di un particolare atto amministrativo, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3018 del 28 marzo 1994
«L'interclusione relativa, ai fini della costituzione della servitù di passaggio coattivo, può essere configurata anche quando dipenda dal fatto proprio di colui che richiede il passaggio, sempre che il proprietario, il quale ha operato la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2723 del 18 marzo 1987
«Ai fini dell'ampliamento coattivo di una servitù di passaggio ex art. 1051 c.c., non sono di per sé rilevanti in senso negativo né la lunghezza del percorso da compiere nel fondo servente, né le esigue dimensioni di questo, dovendo tali elementi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10045 del 16 aprile 2008
«Ai fini della costituzione di una servitù di passaggio in favore di un fondo intercluso, il proprietario di quest'ultimo è tenuto soltanto a provare lo stato di interclusione, spettando poi al giudice di merito il compito di accertare e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2903 del 16 giugno 1989
«La determinazione del luogo di esercizio di una servitù di passaggio coattivo deve essere compiuta alla stregua dei criteri enunciati dal secondo comma dell'art. 1051 c.c., costituiti dalla maggiore brevità dell'accesso alla via pubblica,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10702 del 14 dicembre 1994
«Ai sensi dell'art. 1051, comma 3, c.c., è necessario, perché possa essere accolta la richiesta di ampliamento coattivo di una servitù di passaggio (che sia realizzabile in concreto nei limiti dei criteri fissati dal comma 2), che ricorra l'utilità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4526 del 19 maggio 1990
«L'ampliamento di una servitù di passaggio, ai sensi dell'art. 1051 c.c., trova limite nella valutazione delle contrapposte esigenze dei fondi, in quanto il pregiudizio per il fondo servente non deve essere superiore al vantaggio che ne ricaverebbe...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2706 del 27 marzo 1996
«Ai fini dell'esenzione dalla costituzione coattiva della servitù di passaggio prevista dall'art. 1051, ultimo comma, c.c., deve qualificarsi «cortile» uno spazio scoperto, generalmente recintato, posto a disimpegno esclusivo di una o più case e,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1558 del 30 marzo 1989
«Seppure l'esenzione dalla servitù di passaggio coattivo, prevista dall'ultimo comma dell'art. 1051 c.c. per i cortili, non è invocabile quando l'interclusione assoluta non possa essere altrimenti eliminata, tuttavia per stabilire se la servitù...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2367 del 9 marzo 1988
«Con riguardo alla disciplina del passaggio coattivo (artt. 1051 e 1052 c.c.) mentre l'ipotesi del fondo che abbia un accesso inadatto ed insufficiente alla via pubblica (art. 1052 c.c.) postula — perché possa non di meno costituirsi coattivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13238 del 31 maggio 2010
«Il requisito dell'apparenza della servitù, necessario ai fini del relativo acquisto per usucapione o per destinazione del padre di famiglia (art. 1061 c.c.), si configura come presenza di segni visibili di opere permanenti obiettivamente destinate...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3556 del 25 marzo 1995
«L'apparenza della servitù, senza della quale non è possibile la costituzione della servitù per destinazione del padre di famiglia, si identifica nella presenza di opere visibili e permanenti che, per la loro struttura e consistenza,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3441 del 24 aprile 1990
«L'apparenza della servitù, necessaria perché possa indursi una presunzione di conoscenza del suo esercizio da parte del proprietario del fondo servente, deve essere verificata caso per caso, tenendo conto comunque della necessità che esista una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3695 del 11 agosto 1989
«Il requisito dell'apparenza, che, insieme con quello della permanenza, condiziona l'usucapibilità della servitù (art. 1061 c.c.), postula una situazione oggettiva di fatto, rivelatrice di per se stessa dell'assoggettamento di un fondo ad un altro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 124 del 4 gennaio 1995
«A norma dell'art. 1062 c.c. la costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia è impedita dalla contraria manifestazione di volontà del proprietario dei due fondi che è utilmente posta in essere, oltre che nello stesso negozio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14088 del 11 giugno 2010
«L'estensione di una servitù convenzionale e le modalità del suo esercizio devono essere desunte dal titolo, da interpretarsi con i criteri dettati dagli art. 1362 e segg. c.c., non potendo assumere alcun rilievo il possesso, che è criterio idoneo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4548 del 31 ottobre 1989
«Ai sensi del combinato disposto degli artt. 841 e 1064 c.c., il proprietario del fondo gravata da servitù di passaggio ha facoltà di chiuderlo, ma deve lasciare libero e comodo l'ingresso ed il transito al proprietario del fondo dominante, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 743 del 6 febbraio 1986
«Ai sensi della norma dell'art. 841 c.c. il proprietario ha il diritto di chiudere il suo fondo, purché su questo non gravi una servitù che renda necessario il passaggio sul fondo stesso, in quanto in tale ipotesi l'esistenza della servitù va...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3030 del 6 febbraio 2009
«I diritti di servitù stabiliti convenzionalmente, per il combinato disposto degli artt. 1064 e 1065 cod. civ., ricomprendono tutto ciò che è necessario per usarne e, nel dubbio circa l'estensione e le modalità di esercizio, devono ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7640 del 30 marzo 2009
«Il negozio di accertamento è caratterizzato dall'intento di imprimere certezza giuridica ad un precedente rapporto, cui si collega, al fine di precisarne contenuto ed effetti, rendendo definitive e immutabili situazioni di obiettiva incertezza; in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3506 del 4 agosto 1977
«... Se è vero che il vigente ordinamento, rifiutando il principio romanistico della tipicità delle servitù, è ispirato a quello della libertà nella determinazione del loro contenuto nell'ambito della categoria generale, quale positivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14472 del 30 giugno 2011
«L'aggravamento di una servitù conseguente alla modificazione dello stato dei luoghi o alla sopravvenienza di diverse modalità di esercizio non può ritenersi "in re ipsa", ma deve essere valutato caso per caso, in relazione al complesso delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4532 del 27 marzo 2003
«L'aggravamento di una servitù conseguente alla modificazione dello stato dei luoghi o alla sopravvenienza di diverse modalità di esercizio non può ritenersi in re ipsa, ma deve essere valutata caso per caso, in relazione al coacervo delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8612 del 21 ottobre 1994
«Il divieto imposto al proprietario del fondo dominante dall'art. 1067 comma 1 c.c. di fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente si riferisce a pregiudizi non solo attuali, ma anche potenziali e futuri individuabili...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 209 del 11 gennaio 2006
«In tema di servitù, l'aggravamento dell'esercizio in dipendenza della trasformazione operata sul fondo dominante va verificato accertando se l'innovazione abbia alterato l'originario rapporto con il fondo servente e se il sacrificio imposto sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11938 del 8 agosto 2002
«Non costituisce aggravamento della servitù di veduta, ai sensi dell'art. 1067 c.c., la sopraelevazione sul lastrico solare con apertura di finestre in corrispondenza dei vani di abitazione di nuova realizzazione, in quanto la trasformazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1401 del 5 marzo 1986
«L'inosservanza, da parte del proprietario del fondo servente, del divieto di compiere opere, che rendano più incomodo l'esercizio della servitù (art. 1967 secondo comma c.c.), è ravvisabile con riferimento ad aggravi apprezzabili e permanenti, e,...»