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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2762 del 28 marzo 1997
«Ai fini del riconoscimento in favore del creditore del maggior danno derivante dalla sopravvenuta svalutazione monetaria, ai sensi dell'art. 1224, secondo comma, c.c., il giudice può utilizzare il fatto notorio acquisito alla comune esperienza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5548 del 17 giugno 1996
«Al fine del riconoscimento del «maggior danno» di cui al secondo comma dell'art. 1224 codice civile, è consentito far ricorso alla presunzione di impiego della somma di denaro dovuta nella forma (quanto meno) del deposito bancario riguardo a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5860 del 17 giugno 1994
«Il ritardo nel pagamento dei debiti di valuta comporta ai sensi dell'art. 1224 c.c. l'obbligo a carico del debitore non soltanto di pagare gli interessi legali, ma di risarcire il maggior danno, che ove si alleghi causato da svalutazione monetaria...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 26403 del 30 dicembre 2010
«In tema di obbligazioni pecuniarie costituite dai crediti di imposta, cui non sono applicabili gli artt. 1224, primo comma, e 1284 c.c., stante la speciale disciplina dell'art. 44 del d.p.r. 29 settembre 1973, n. 602 - relativa a tutti gli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12828 del 3 giugno 2009
«In caso di inadempimento o di ritardato adempimento di un'obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro - assoggettata, in quanto tale, alla disciplina dell'art. 1277 c.c. - la rivalutazione monetaria del credito può essere riconosciuta solo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3042 del 6 febbraio 2009
«In caso di ritardato adempimento di un'obbligazione di valuta, ai fini del riconoscimento del maggior danno di cui all'art. 1224, secondo comma, cod. civ., il creditore imprenditore commerciale ha l'onere di dimostrare o di aver fatto ricorso al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14202 del 28 luglio 2004
«Nelle obbligazioni pecuniarie, il fenomeno inflattivo non consente un automatico adeguamento dell'ammontare del debito, né costituisce di per sé un danno risarcibile, ma può implicare, in applicazione dell'art. 1224, secondo comma, c.c., solo il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3160 del 5 marzo 2001
«Il titolare di un'impresa artigianale, da qualificare piccolo imprenditore, il quale deduca di aver subito un danno dal ritardo del debitore nell'adempimento dell'obbligazione pecuniaria, è tenuto a fornire la prova dell'effettivo pregiudizio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5876 del 14 giugno 1999
«In caso di ritardato adempimento di una obbligazione di valuta, il giudice può procedere a rivalutare la somma dovuta soltanto ove il creditore alleghi e dimostri (anche per mezzo di presunzioni semplici) sia l'esistenza del fenomeno inflattivo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12422 del 1 dicembre 1995
«La causa di sospensione della prescrizione prevista dall'art. 2941 n. 8 (secondo il quale la prescrizione resta sospesa ove il debitore abbia dolosamente occultato l'esistenza del debito, e fino alla scoperta di esso) viene meno dal momento della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7159 del 24 giugno 1995
«In tema di obbligazioni pecuniarie (nell'ipotesi, quella dell'ente occupante per il pagamento dell'indennità di occupazione legittima, determinata in sede giudiziaria), mentre l'obbligazione di corrispondere gli interessi legali trova la sua fonte...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7024 del 21 giugno 1995
«In tema di inadempimento delle obbligazioni pecuniarie il risarcimento del maggior danno da svalutazione monetaria postula che il creditore, escluso ogni automatismo fondato sugli indici Istat, deduca e dimostri il pregiudizio in concreto da lui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9645 del 16 novembre 1994
«Ai fini della concessione del sequestro giudiziario, si ha controversia sulla proprietà o sul possesso non soltanto quando sia esperita azione di rivendica, ma anche in ipotesi di azioni personali aventi per oggetto la restituzione della cosa da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4321 del 4 maggio 1994
«Nel caso di obbligazioni pecuniarie, l'attribuzione del risarcimento del maggior danno (art. 1224, secondo comma, c.c.) presuppone che il creditore deduca che un pagamento tempestivo lo avrebbe messo in grado di evitare e ridurre gli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14621 del 23 giugno 2009
«In materia di contratto autonomo di garanzia, la mora del fideiussore produce gli effetti di cui all'art. 1224 c.c., con la conseguenza che il ritardato pagamento del fideiussore oltre il termine indicato nelle condizioni di polizza, configurando...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13359 del 7 giugno 2007
«In tema di inadempimento di obbligazioni pecuniarie, qualora il maggior danno lamentato consista unicamente nella differenza, su base annua, tra il saggio degli interessi legali previsto nel periodo in osservazione ed il tasso di svalutazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 943 del 28 gennaio 2000
«In tema di risarcimento del danno, mentre nei debiti di valore, pur se con le cautele necessarie ad evitare indebite locupletazioni del danneggiato, gli interessi decorrono dalla data dell'illecito, nei debiti di valuta, aggiungendosi il maggior...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11937 del 27 novembre 1997
«In caso di inadempimento di obbligazioni pecuniarie deve escludersi la possibilità di cumulo degli interessi legali e della rivalutazione monetaria, essendo consentito soltanto allegare l'esistenza di un maggior danno rispetto agli interessi ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2516 del 21 marzo 1997
«In tema di pagamento di obbligazioni pecuniarie, il cosiddetto «maggior danno» non differisce, per natura e presupposti, dal danno liquidato nella misura degli interessi, e, pertanto, può avere ad oggetto solo l'eccedenza rispetto all'indennizzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1307 del 3 febbraio 1995
«Nelle obbligazioni pecuniarie gli interessi moratori accordati al creditore dal primo comma dell'art. 1224 c.c. hanno funzione risarcitoria, rappresentando il ristoro, in misura forfettariamente predeterminata, della mancata disponibilità della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10796 del 16 dicembre 1994
«Rispetto ai debiti di valuta (nella specie, indennità di espropriazione), la rivalutazione monetaria costituisce una delle possibili modalità di determinazione del «maggior danno», risarcibile a norma dell'art. 1224, comma 2, c.c., sempreché non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2538 del 17 marzo 1994
«Gli interessi legali sulle somme dovute, siano essi corrispettivi o moratori, sono pur sempre strumentali alla reintegrazione del patrimonio del creditore della perdita connessa alla mancata disponibilità tempestiva delle somme medesime in base...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10850 del 10 luglio 2003
«Al criterio di determinazione equitativa del danno ex art. 1226 c.c. è consentito ricorrere soltanto in presenza di una impossibilità, o motivata grande difficoltà, di procedere alla esatta quantificazione del danno, non già per surrogare il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1885 del 11 febbraio 2002
«In tema di assicurazione della responsabilità civile, l'obbligazione dell'assicuratore di tenere indenne l'assicurato da quanto il danneggiato richiede a titolo di risarcimento del danno comporta che, ove l'assicuratore non abbia fatto seguire,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3794 del 15 febbraio 2008
«Il pegno di un libretto di deposito bancario al portatore, costituito a favore della banca depositaria che lo ha emesso, si configura come pegno irregolare soltanto allorché sia conferita espressamente alla banca la facoltà di disporre del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2139 del 25 febbraio 2000
«In tema di obbligazioni pecuniarie, qualora il creditore chieda la liquidazione del maggior danno da ritardo nell'adempimento, senza fornire la prova del danno effettivo, il giudice ha comunque il potere di procedere ad una valutazione equitativa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2910 del 13 marzo 1995
«Nell'ambito della valutazione equitativa del danno, è consentito al giudice inglobare in un'unica somma, insieme con la prestazione principale, interessi e rivalutazione monetaria, ove anche per tali voci ricorrano le condizioni di cui all'art....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10493 del 7 dicembre 1994
«L'obbligazione di risarcimento dei danni da inadempimento contrattuale costituisce — al pari dell'obbligazione risarcitoria per responsabilità extracontrattuale ed aquiliana — un debito non di valuta ma di valore, sicché, anche in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12714 del 25 maggio 2010
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (di cui al primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22339 del 24 ottobre 2007
«L'atto con il quale le parti convengono una modificazione accessoria di una precedente obbligazione, pur non costituendo una novazione e non comportando, dunque, l'estinzione dell'obbligazione originaria, ha, in ogni caso, natura contrattuale ed è...»