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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 16507 del 19 luglio 2006
«In tema di successione mortis causa la delazione ereditaria ed il possesso dei beni ereditari da parte del chiamato, pur non risultando sufficienti ai fini dell'acquisto della qualità di erede, in quanto la prima ne costituisce soltanto il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 511 del 18 gennaio 1995
«La norma di cui all'art. 500 (recte: 550) c.c. (cosiddetta cautela sociniana) — la quale, nell'ipotesi che il testatore abbia disposto di un usufrutto o di una rendita vitalizia il cui reddito eccede quello della porzione disponibile (comma 1) o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 905 del 23 febbraio 1978
«L'accettazione dell'istituzione di erede universale non estingue o preclude nell'accettante legittimario il diritto avente a oggetto la quota di riserva né il suo esercizio, a meno che l'accettazione della chiamata più ampia abbia assunto, per le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3732 del 20 aprile 1985
«La seminfermità mentale e le circostanze aggravanti della premeditazione e del motivo abietto o futile operano su piani distinti: l'una (la seminfermità) è aspetto della capacità di intendere e di volere, ossia dell'imputabilità, la quale è a sua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5410 del 7 dicembre 1989
«Ai fini della decorrenza del termine per proporre domanda di revocazione della donazione per ingratitudine, allorquando il donatario si è reso colpevole di ingiuria grave (nella specie, adulterio commesso dal coniuge del donante), non è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7630 del 14 agosto 1997
«Tuttavia, poiché non sempre la separazione, aumentando le spese fisse dei coniugi, consente il raggiungimento di tale risultato, il secondo comma dell'art. 156 c.c. stabilisce che il giudice debba determinare la misura dell'assegno «in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7859 del 9 giugno 2000
«La reiterata violazione, in assenza di una consolidata separazione di fatto, dell'obbligo della fedeltà coniugale, particolarmente se attuata attraverso una stabile relazione extraconiugale, rappresenta una violazione particolarmente grave...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26259 del 2 dicembre 2005
«Il diritto del coniuge separato di ottenere dall'altro coniuge un assegno per il mantenimento del figlio maggiorenne convivente è da escludere quando quest'ultimo, ancorché allo stato non autosufficiente economicamente, abbia in passato iniziato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8420 del 15 ottobre 1994
«In tema di azione di disconoscimento di paternità, mentre nei casi previsti ai numeri 1 e 2 dell'art. 235 c.c. (mancanza di coabitazione dei coniugi ed impotenza del marito) la prova di detti fatti può essere da sola sufficiente ad escludere il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2463 del 27 marzo 1990
«Con riferimento all'art. 879, secondo comma c.c., secondo cui alle costruzioni eseguite a confine con piazze e vie pubbliche non si applicano le norme sulle distanze di cui all'art. 873 stesso codice, la qualifica «pubblica» di una via o piazza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9096 del 24 agosto 1991
«Poiché il catasto è preordinato a fini essenzialmente fiscali, il diritto di proprietà, al pari degli altri diritti reali, non può — in assenza di altri e più qualificanti elementi ed in considerazione del rigore formale prescritto per tali...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 51 del 13 febbraio 2001
«Pertanto, il giudice adito con azione di risarcimento non può, senza incorrere in violazione della norma in parola, adottare per le fasce laterali di rispetto, lo stesso criterio indennitario prescritto dal primo comma per la superficie...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24033 del 28 dicembre 2004
«L'elemento psicologico del possesso ad usucapionem delle servitù di veduta e di stillicidio, consistente nella volontà del possessore di comportarsi come titolare del relativo diritto reale, va desunto dalle concrete circostanze nelle quali il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3864 del 11 giugno 1986
«L'elemento psicologico del possesso ad usucapionem della servitù di passaggio, consistente nella volontà del possessore di comportarsi come titolare del relativo diritto reale, va desunto dalle concrete circostanze nelle quali il possesso si è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10403 del 30 luglio 2001
«La denuncia di danno temuto ex art. 1172 c.c., prevista nel titolo IX del libro III del codice civile, proponibile dal proprietario, dal titolare di altro diritto reale di godimento o dal possessore, il quale abbia ragione di temere che da...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12089 del 24 maggio 2007
«Il depositario, al fine di evitare di incorrere in responsabilità per il furto, è tenuto, in base ai principi che regolano la ripartizione dell'onere probatorio in tema di inadempimento contrattuale, a dare la prova di aver posto in essere tutte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9714 del 3 maggio 2011
«In tema di obbligazioni, lo stato soggettivo di buona fede non è idoneo, di per sé, ad escludere l'imputabilità dell'inadempimento, incombendo sul debitore, a tal fine, l'onere di provare che l'inadempimento (o il ritardo nell'adempimento) siano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3979 del 3 luglio 1982
«In tema di inadempimento delle obbligazioni, se è vero che, a norma dell'art. 1218 c.c., la colpa del contraente inadempiente si presume, ove non sia provata l'impossibilità dell'adempimento della prestazione per causa a lui non imputabile,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24140 del 20 novembre 2007
«Deve, pertanto, escludersi che il giudice possa fare ricorso alle presunzioni in mancanza dell'allegazione e della prova di circostanze di fatto gravi, univoche concordanti dalle quali desumere il danno nella sua effettività e in ordine al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4791 del 1 marzo 2007
«Qualora la liquidazione del danno da fatto illecito extracontrattuale sia effettuata «per equivalente» ovvero con riferimento al valore del bene perduto dal danneggiato all'epoca del fatto illecito, e tale valore venga poi espresso in termini...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12103 del 13 settembre 2000
«In tema di nesso di causalità ex art. 1223 c.c., tutti gli antecedenti in mancanza dei quali un evento dannoso non si sarebbe verificato debbono considerarsi sue cause, abbiano essi agito in via diretta e prossima o in via indiretta e remota,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 490 del 20 gennaio 1999
«Ove il giudice adotti, come criterio del risarcimento del danno da ritardato adempimento, quello degli interessi, questi non possono essere calcolati dalla data dell'illecito sulla somma liquidata per il capitale, ma con riferimento ai singoli...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1712 del 17 febbraio 1995
«Tale prova può essere offerta dalla parte e riconosciuta dal giudice mediante criteri presuntivi ed equitativi, quale l'attribuzione degli interessi, ad un tasso stabilito valutando tutte le circostanze obiettive e soggettive del caso; in siffatta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11749 del 18 maggio 2006
«Nel contratto di conto corrente, l'approvazione anche tacita dell'estratto conto, ai sensi dell'art. 1832, primo comma, c.c., preclude qualsiasi contestazione in ordine alla conformità delle singole annotazioni ai rapporti obbligatori dai quali...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13169 del 4 ottobre 2000
«Nel caso di scontro tra veicoli, la proposizione dell'azione giudiziaria, per il conseguimento dell'intero risarcimento, da parte del terzo trasportato di uno dei mezzi, soltanto nei confronti del conducente dell'altro mezzo, non implica rinuncia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16018 del 7 luglio 2010
«Il risarcimento del danno non patrimoniale subito dai parenti della vittima di un fatto illecito non richiede una prova specifica della sussistenza di tale danno, ove la sofferenza patita dai parenti possa essere accertata, in via presuntiva,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5460 del 13 maggio 1993
«Per contro, nel caso in cui il mutamento della situazione presupposta sia ascrivibile alle parti stesse, l'eliminazione del vincolo non può trovare giustificazione, né prospettando un conflitto, per definizione inesistente, con la volontà...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9670 del 26 settembre 1998
«Nelle procedure concorsuali sottoposte a regime privatistico, in cui il bando di concorso costituisce un'offerta al pubblico, l'interesse dei concorrenti idonei non utilmente collocati in grad uatoria all'assunzione è di mero fatto — salvo il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11483 del 21 giugno 2004
«La possibilità per il giudice civile, a seguito dell'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, di accertare autonomamente, con pienezza di cognizione, i fatti dedotti in giudizio e di pervenire a soluzioni e qualificazioni non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8263 del 14 agosto 1990
«La legge, nello stabilire che il contratto nullo possa produrre gli effetti di un contratto diverso, non intende vincolare la volontà delle parti, né comunque presumere che esse vogliano il negozio diverso per il solo fatto che gli effetti di...»