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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12861 del 28 dicembre 1993
«...erede risolutivamente condizionata, aveva equiparato, al fine dell'avveramento della condizione si sine liberis decesserit, i figli adottivi a quelli legittimi, alla stregua esclusivamente dei parametri normativi di cui agli artt. 536 e 567 c.c.).»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5051 del 5 marzo 2007
«Tale conseguenza, peraltro, non si verifica (con conseguente necessità di esame dei motivi del ricorso per cassazione) nelle ipotesi in cui, anteriormente alla pronuncia della Corte costituzionale — i cui effetti trovano un limite con riguardo ai...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 4 gennaio 1974
«Conseguentemente, ove né la convenzione né gli usi normativi determinino il luogo nel quale l'obbligazione in questione deve essere adempiuta al domicilio del creditore — e, correlativamente, in tale luogo si determina, soccorre, ai fini della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14488 del 29 luglio 2004
«...pubblicistico, nel senso che debbono venire ad essere predisposti tutti gli istituti normativi e tutte le strutture di tutela cura e assistenza della maternità idonei a garantire (nell'ambito delle umane possibilità) al concepito di nascere sano.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1360 del 18 febbraio 1999
«Non è configurabile l'esistenza di usi normativi nel senso della capitalizzazione periodica degli interessi moratori dovuti in caso di ritardata corresponsione di sovvenzioni pubbliche, poiché solo le leggi che disciplinano le erogazioni pubbliche...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3804 del 6 giugno 1988
«Gli usi che consentono l'anatocismo, richiamati dall'art. 1283 c.c., sono usi normativi, in quanto operano sullo stesso piano di tale norma ( secondum legem ) come espressa eccezione al principio generale ivi affermato, onde essi hanno l'identica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2593 del 20 febbraio 2003
«Gli usi normativi contrari, cui espressamente fa riferimento il citato art. 1283 c.c., sono, difatti, soltanto quelli formatisi anteriormente all'entrata in vigore del codice civile (né usi contrari avrebbero potuto formarsi in epoca successiva,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12507 del 11 novembre 1999
«...clausola nel contratto, in conformità alle cosiddette norme bancarie uniformi, predisposte dall'A.B.I., non esclude la suddetta nullità, poiché a tali norme deve riconoscersi soltanto il carattere di usi negoziali e non quello di usi normativi.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9227 del 1 settembre 1995
«I rapporti bancari regolati da usi normativi — dotati, cioè, dei caratteri obiettivi della costanza, della generalità e della durata, nonché del carattere soggettivo della opinio juris , che sono propri della norma giuridica consuetudinaria — in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2217 del 25 febbraio 1995
«Gli usi aziendali sono riconducibili non già alla figura degli usi normativi di cui agli artt. 1, 4 e 8 att. c.c., bensì a quella degli usi negoziali o di fatto di cui all'art. 1340 c.c.; integra la fattispecie costitutiva di tali usi, che devono...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3134 del 30 marzo 1994
«Al fine della formazione di usi aziendali — riconducibili alla categoria di quelli negoziali o di fatto, che, in quanto tali, si distinguono dagli usi normativi, caratterizzati dal requisito soggettivo dell' opinio juris ac necessitatis , e sono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6948 del 21 novembre 1983
«Gli usi aziendali — che sono riconducibili alla categoria degli usi negoziali o di fatto e non a quella degli usi normativi — per esplicare la loro efficacia non debbono necessariamente interessare la generalità delle aziende di un settore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 839 del 3 febbraio 1984
«...categoria degli usi negoziali odi fatto, i quali, se prescindono dai requisiti della generalità e dell' opinio iuris seu necessitatis , propri degli usi normativi, presuppongono pur sempre l'accertata reiterazione di determinati comportamenti.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2966 del 29 marzo 1999
«L'uso invalso tra le parti di un contratto di vendita di pagare la merce successivamente al domicilio del compratore, al passaggio dell'agente del venditore per ritiro di ordini o consegne, non è inquadrabile tra gli usi diversi, che a norma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2058 del 23 febbraio 2000
«Se pertanto un istituto di credito rilascia un libretto al portatore privo di fondi (attività che, sia alla luce del complesso dei principi normativi di cui agli artt. 1834 e ss. c.c., sia a quella della clausola generale in tema di responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13613 del 22 luglio 2004
«...delle parti di costruire opere stabili e permanenti nel corso d'acqua, dovendosi escludere, anche in considerazione dei divieti normativi vigenti, che l'accordo tra le parti potesse riguardare opere necessarie in tali casi «secondo il notorio»).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1994
«Essa, pur non avendo trovato un'esplicita previsione neppure nel nuovo codice di procedura penale, proprio perché connaturata alla costruzione normativa delle attribuzioni del giudice ed allo sviluppo del rapporto processuale, è desumibile dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2793 del 27 dicembre 1995
«Essa, pertanto, non determina né l'inutilizzabilità ai fini di prova delle cose rinvenute, che consegue alla violazione di precisi divieti normativi e non alla violazione delle modalità di assunzione della prova stessa, né la nullità del sequestro...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4495 del 11 novembre 1995
«Qualora sia oggetto del procedimento incidentale di impugnazione un provvedimento sulla libertà personale (nella specie, ordinanza del tribunale del riesame ripristinatoria della custodia in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 997 del 15 maggio 1995
«Nell'area di tale verifica è da ricomprendere anche la manifesta violazione di una disciplina complementare, soprattutto quando venga ipotizzata la commissione di un reato, come l'abuso di ufficio, in ordine al quale la presenza di elementi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2683 del 11 luglio 1997
«Non è impugnabile il provvedimento con il quale il pubblico ministero dispone la trasmissione all'archivio di un documento pervenuto al suo ufficio ed iscritto nel registro «mod. 45» (denominato «degli atti non costituenti notizia di reato») di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4464 del 3 maggio 1996
«Deve ritenersi inevitabile l'ignoranza della legge penale, quando l'agente sia incorso nella trasgressione nonostante si sia attenuto correttamente e con l'ordinaria diligenza all'obbligo di informazione e di conoscenza dei precetti normativi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6931 del 28 giugno 1991
«In materia di stupefacenti, è da escludere ogni ipotesi di ignoranza inevitabile (art. 5 c.p. a seguito della sentenza n. 364/1988 della Corte cost.), in considerazione degli interventi normativi del legislatore, ripetuti e risalenti nel tempo (L....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3362 del 5 dicembre 1996
«Ai sensi dell'art. 101 c.p. «reati della stessa indole» sono non soltanto quelli che violano una medesima disposizione di legge, ma anche quelli che, pur essendo previsti da testi normativi diversi, per la natura dei fatti che li costituiscono o...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13916 del 16 giugno 2006
«Si tratta infatti di un elemento che non può essere incluso nel fatto, in quanto, pur non identificandosi con gli elementi normativi astratti, è ad essi assimilabile, essendo destinato a fissare la regola del caso concreto, e partecipando quindi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5885 del 9 maggio 2000
«Le questioni attinenti alla giurisdizione che vanno decise dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione sono, a norma dell'art. 374 c.p.c., esclusivamente quelle di cui agli artt. 360 n. 1 e 362 c.p.c. e la deduzione, come motivo di ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5885 del 17 giugno 1997
«Quanto alle cosiddette «reazioni a corto circuito», anche se normalmente riferibili a stati emotivi e passionali non integranti una condizione patologica, possono tuttavia costituire, in determinate situazioni, manifestazioni di una vera e propria...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2594 del 4 settembre 1993
«Ciò perché in relazione a tali benefici, estesi all'ergastolo in seguito ad appropriati interventi normativi successivi ad alcune pronunce della Corte costituzionale, non si è derogato al principio dell'inscindibilità dell'ergastolo, né si è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6685 del 4 giugno 1992
«La funzione probatoria del registro delle lezioni non può essere limitata all'anno accademico al quale il registro si riferisce, ma ha (in carenza di dati normativi che ne restringono la portata) la ben più ampia estensione anche temporale di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1900 del 25 gennaio 2017
«La violazione dei precetti normativi che impongono l'inderogabilità dei minimi tariffari non importa la nullità, ex art. 1418, comma 1, c.c., del patto in deroga, in quanto trattasi di precetti non riferibili ad un interesse generale, cioè...»