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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13710 del 22 giugno 2011
«La "actio negatoria servitutis" ha come essenziale presupposto la sussistenza di altrui pretese sul bene immobile, non potendo essere esercitata in presenza di turbative o molestie che non si sostanzino in una pretesa di diritto sulla cosa. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 835 del 10 marzo 1976
«L'azione negatoria, che, a norma dell'art. 949 c.c., il proprietario può esercitare per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, ovvero per far ordinare la cessazione di turbative e di molestie sulla stessa, e per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4124 del 15 dicembre 1975
«L'azione negatoria di cui all'art. 949 c.c., sia nel primo che nel secondo comma (salva l'ultima parte, circa il ristoro dei danni, la cui azione resta disciplinata dall'art. 2043 c.c.), ha come essenziale, indispensabile, presupposto la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1599 del 9 febbraio 1993
«Nel caso in cui uno dei comproprietari di un fondo esegua delle opere su un fondo confinante di sua esclusiva proprietà i rapporti tra i due fondi ed i limiti dei relativi diritti di proprietà non sono disciplinati dai principi che regolano la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1398 del 21 aprile 1976
«La servitù coattiva di scarico, di cui all'art. 1043 c.c., può essere domandata per liberare il proprio immobile sia dalle acque sovrabbondanti potabili o non potabili, provenienti da acquedotto o da sorgente esistente nel fondo o dallo scarico di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19182 del 15 dicembre 2003
«In ipotesi di alterazioni dei luoghi compiute dal titolare di una servitù prediale e tali da concretare vere e proprie turbative o molestie in pregiudizio al proprietario del fondo servente, la tutela di questi non si esercita mediante l'actio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3110 del 23 maggio 1985
«L' actio confessoria, come azione reale a difesa della servitù, trova il suo fondamento solo se vi siano contestazioni sulla legittimità dell'esercizio del diritto di servitù, laddove se si è in presenza di turbative o minacce che non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1383 del 11 febbraio 1994
«Riguardo alla confessoria servitutis, la legittimazione dal lato passivo è in primo luogo di colui che, oltre a contestare l'esistenza della servitù, abbia un rapporto attuale con il fondo servente (proprietario, comproprietario, titolare di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1460 del 9 febbraio 1995
«L'obbligo di comunicazione imposto all'amministratore del condominio dal terzo comma dell'art. 1131 c.c., rilevante solo all'interno del rapporto tra la collettività dei condomini e l'amministratore stesso, come non incide sulla deducibilità e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9130 del 28 agosto 1993
«In tema di assemblee condominiali, il legislatore non ha imposto particolari formalità in ordine alle modalità della votazione, sicché ai fini del calcolo delle maggioranze prescritte dall'art. 1136 c.c. deve tenersi conto del voto espresso dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15322 del 4 dicembre 2001
«II possesso è tutelato da spogli e molestie indipendentemente dal suo eventuale carattere lesivo di diritti altrui, i quali, pertanto, non possono essere utilmente opposti all'attore in reintegrazione o manutenzione, essendo consentito al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3838 del 25 giugno 1985
«Il termine annuale per la proposizione dell'azione di manutenzione, a fronte di molestie o turbative nel possesso, ai sensi dell'art. 1170 primo comma c.c., non trova deroga per il caso in cui la tutela possessoria venga chiesta da chi abbia anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 642 del 27 febbraio 1976
«Ai fini della tutela possessoria contro le molestie di fatto al godimento dell'immobile assegnatogli l'assegnatario di un alloggio I.N.A.Casa con patto di futura vendita è panificabile al conduttore; pertanto egli, quale semplice detentore, non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12318 del 19 maggio 2010
«La valutazione equitativa del danno, in quanto inevitabilmente caratterizzata da un certo grado di approssimatività, è suscettibile di rilievi in sede di legittimità, sotto il profilo del vizio della motivazione, solo se difetti totalmente la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6485 del 29 maggio 1992
«L'esonero del locatore dalla garanzia per molestie di fatto subite ad opera di terzi dal conduttore presuppone l'immissione di quest'ultimo nella detenzione qualificata del bene che avviene con la consegna ex art. 1617 c.c., giacché prima di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3435 del 21 luglio 1989
«L'affittuario di fondo rustico, con riguardo alla perdita dei prodotti del fondo da lui stesso raccolti, subita a seguito del sequestro eseguito da parte dell'istituto mutuante del precedente conduttore, in forza del privilegio convenzionale di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11514 del 9 maggio 2008
«Costituiscono vizi della cosa locata, agli effetti di cui all'art. 1578 c.c., quelli che incidono sulla struttura materiale della cosa, alterandone l'integrità in modo tale da impedirne o ridurne notevolmente il godimento secondo la destinazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1693 del 27 gennaio 2010
«In tema di locazione, l'art. 1585, secondo comma, c.c. esclude che il locatore sia tenuto a garantire il conduttore dalle molestie di fatto di terzi, facendo salva la facoltà del conduttore di agire contro i terzi a nome proprio, senza impedire,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2530 del 7 febbraio 2006
«Anche se è vero, in base al secondo comma dell'art. 1585 c.c., che il locatore non è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie di fatto di terzi, a fronte delle quali lo stesso conduttore può agire in nome proprio contro il terzo, occorre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 652 del 9 marzo 1973
«Perché sussistano le molestie di diritto previste dal primo comma dell'art. 1585 c.c. non è indispensabile che il terzo, che pretenda di aver diritto sulla cosa oggetto della locazione, invochi formalmente tale sua pretesa, essendo sufficiente,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6665 del 23 marzo 2011
«In tema di esecuzione coattiva di obblighi di non fare, l'art. 2933 c.c. consente di ottenere il ripristino della situazione precedente soltanto nei limiti delle statuizioni contenute nella sentenza di condanna al "non facere" e, in caso di non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18765 del 18 aprile 2003
«Il principio sancito dagli artt. 62 e 63, comma 2, c.p.p., della inutilizzabilità erga omnes delle dichiarazioni rese dall'indagato, ancorché di reato connesso o collegato, deve essere inteso in relazione alla sua ratio, che è ispirata alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 37395 del 23 settembre 2004
«La condotta vietata dall'art. 609 bis c.p. ricomprende oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, ancorché fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27469 del 7 luglio 2008
«In tema di reato di maltrattamenti, rientra nel rapporto d'autorità di cui all'art. 572 c.p. il rapporto intersoggettivo che si instaura tra datore di lavoro e lavoratore subordinato in quanto caratterizzato dal potere direttivo e disciplinare che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11558 del 11 ottobre 1999
«La circostanza attenuante, prevista dal terzo comma dell'art. 609 bis c.p. nei «casi di minore gravità» deve considerarsi applicabile in tutte quelle fattispecie in cui — avuto riguardo ai mezzi, alle modalità esecutive ed alle circostanze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7369 del 1 marzo 2006
«In tema di violenza sessuale (art. 609 bis c.p.), la condotta sanzionata comprende qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo, pur se fugace ed estemporaneo, tra soggetto attivo e soggetto passivo del reato, ovvero in un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17787 del 5 maggio 2008
«Il reato di molestie o disturbo alle persone, pur non essendo per sua natura necessariamente abituale, in quanto può essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, può però assumere tale forma, incompatibile con la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19438 del 18 maggio 2007
«Integra il reato di molestie, la condotta di continuo ed insistente corteggiamento, che risulti non gradito alla persona destinataria, in quanto tale comportamento è oggettivamente caratterizzato da petulanza. (Nel caso di specie l'imputato, ex...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9619 del 2 marzo 2004
«In tema di molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.), se, per un verso, deve ritenersi la configurabilità del reato anche quando l'agente esercita, o crede di esercitare, un proprio diritto, in modo tale, tuttavia, da rivelare l'esistenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12230 del 3 dicembre 1994
«Perché una condotta possa assumere rilievo, ai fini della configurabilità del reato di molestie di cui all'art. 660 c.p., non è sufficiente che essa sia di per sè molesta o arrechi disturbo, ma è altresì necessario che sia accompagnata da...»