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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 149 del 10 gennaio 2003
«Il pagamento delle obbligazioni per somma di denaro che devono essere adempiute al domicilio del debitore, ove effettuabile in banca, si perfeziona, con la liberazione dell'obbligato, solo allorché la rimessa entri materialmente nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3469 del 15 febbraio 2007
«In tema di cessione del credito in luogo dell'adempimento, ai sensi dell'art. 1198 c.c. grava sul cessionario che agisce nei confronti del cedente dare la prova dell'esigibilità del credito e dell'insolvenza del debitore ceduto, che vi è, cioè,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1790 del 17 giugno 1974
«Mora accipiendi e liberazione del debitore non coincidono, in quanto la costituzione in mora e la conseguente offerta di restituzione valgono unicamente a stabilire il momento di decorrenza degli effetti della mora, specificamente indicati...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7555 del 13 agosto 1996
«Mentre ogni offerta di adempimento vale ad escludere la mora del debitore, questo, ove voglia conseguire l'effetto più ampio della liberazione dall'obbligazione - nel caso di vendita con riserva di proprietà, quella del pagamento del prezzo della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23844 del 18 settembre 2008
«Il procedimento di convalida dell'offerta reale e del successivo deposito liberatorio, relativi ad obbligazioni aventi ad oggetto una somma di denaro, è un giudizio di liberazione coattiva del debitore, essendo la sentenza che lo definisce volta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 337 del 25 gennaio 1978
«A norma dell'art. 1235 c.c., per la novazione soggettiva si osservano le disposizioni disciplinanti i tre istituti della delegazione, dell'estromissione e dell'accollo, istituti che, contemplando le varie ipotesi di sostituzione del soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 6 aprile 1995
«...abbia in esse attestato l'avvenuto pagamento del debito. Ne consegue che la consegna di ricevute insolute
da parte del creditore al debitore non può essere apprezzata ex art. 1237, comma l, c.c. come prova della liberazione del debitore stesso.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8249 del 13 agosto 1990
«La liberazione del debitore per sopravvenuta impossibilità della sua prestazione in tanto può verificarsi in quanto, secondo le previsioni degli artt. 1218 e 1256 c.c., concorrano l'elemento obiettivo dell'impossibilità di eseguire la prestazione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17162 del 3 dicembre 2002
«Ove viceversa stipulata prima della domanda di concordato, la cessione è opponibile ai creditori concordatari, e il cessionario può pretendere il pagamento del debito ceduto, trattenendo le somme versategli dal debitore anche quando lo scopo sia...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 848 del 24 gennaio 2002
«L'art. 1268 c.c., subordinando la liberazione del debitore ad una dichiarazione espressa del creditore, esclude che la liberazione possa costituire l'effetto di fatti concludenti, per definizione sintomatici di una manifestazione tacita di volontà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 262 del 23 gennaio 1975
«Quando una obbligazione pecuniaria, cambiariamente garantita, forma oggetto di delegazione o di accollo, la liberazione del debitore originario non avviene senza una dichiarazione espressa del creditore ovvero senza il suo consenso ad un accollo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6935 del 21 novembre 1983
«La regola posta dall'art. 1272, primo comma, c.c., circa la natura cumulativa dell'espromissione, salva dichiarazione espressa del creditore di liberazione del debitore originario, non impone che la manifestazione di volontà di liberare il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5403 del 19 agosto 1983
«Nell'accollo la liberazione del debitore originario deve risultare da una dichiarazione espressa del creditore e non può desumersi da un comportamento tacito del medesimo.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4618 del 8 luglio 1983
«Nel nostro ordinamento, accanto all'accollo privativo ed a quello cumulativo, è configurabile anche un accollo cosiddetto interno, in virtù del quale, mentre al creditore non viene conferito alcun diritto, sorge a carico dell'accollante o un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2855 del 26 aprile 1983
«Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito del primo, ma il creditore non aderisca alla stipulazione in suo favore, si ha un accollo cosiddetto semplice o ad efficacia interna, in quanto la convenzione ha effetto soltanto fra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1847 del 21 giugno 1974
«La disposizione dell'art. 1275 c.c. in materia di accollo, delegazione ed espromissione, per cui in tutti i casi in cui il creditore libera il debitore originario si estinguono le garanzie annesse al credito, non può trovare applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7287 del 7 aprile 2005
«In tema di obbligazioni indivisibili, fra le quali rientra la promessa di più soggetti di acquistare in comune un immobile considerato nella sua interezza, l'impossibilità che gli effetti del contratto si producano (o non si producano) pro quota...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11718 del 26 novembre 1993
«La chiusura del fallimento non implica la liberazione del fallito dalle obbligazioni non fatte valere o non soddisfatte nel corso della procedura fallimentare, come stabilito dall'art. 120 della legge fallimentare, il quale, prevedendo che i...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8616 del 12 aprile 2006
«L'obbligazione di restituzione dell'immobile locato, posta a carico del conduttore dall'art. 1590 c.c., non si esaurisce in una qualsiasi generica messa a disposizione delle chiavi, ma richiede, per il suo esatto adempimento, un'attività...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13281 del 10 dicembre 1991
«Con riguardo ad ammanchi di merci, verificatisi in trasporto nell'ambito del quale il vettore si sia avvalso per un tratto del viaggio di un subvettore, e qualora il giudice di primo grado li abbia condannati in solido al risarcimento dei danni in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6242 del 4 giugno 1993
«Nel caso di perdita della cosa data in deposito, il depositario, per liberarsi dall'obbligo di risarcimento del danno, deve provare che l'evento era imprevedibile e inevitabile o estraneo al comportamento da lui tenuto nell'esecuzione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21101 del 29 ottobre 2005
«In tema di fideiussione per obbligazioni future, pur in presenza di una clausola di dispensa della banca beneficiaria della garanzia dall'onere di conseguire una specifica autorizzazione del fideiussore per nuove concessioni di credito in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11772 del 6 agosto 2002
«Con riguardo a una fideiussione omnibus, prestata in favore di una banca anche in riferimento ad operazioni future con un determinato cliente, la validità della clausola con cui il fideiussore dispensa la banca dall'onere di richiedergli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6808 del 13 maggio 2002
«L'azione di rilievo c.d. per liberazione e l'azione di rilievo c.d. per cauzione di cui all'art. 1953 c.c. spettano esclusivamente al fideiussore nei confronti del debitore, e non anche al creditore garantito nei confronti del fideiussore....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3538 del 13 giugno 1984
«L'art. 1953 c.c., il quale consente al fideiussore, prima di aver pagato, ed a tutela delle proprie ragioni di regresso suscettibili di essere pregiudicate dallo stato d'insolvenza del debitore principale, di agire contro quest'ultimo, affinché lo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8995 del 5 giugno 2003
«Ai fini della liberazione del fideiussore, difatti, viene in rilievo non la mera consapevolezza, in chi abbia erogato il credito, di un'eventuale mancanza di liquidità del debitore, bensì la percezione del mutamento delle condizioni economiche del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1645 del 16 febbraio 1998
«In tema di «fideiussione» per obbligazioni future e di liberazione del «fideiussore», ciò che conta a norma dell'art. 1956, primo comma non è la contezza di un'eventuale mancanza di liquidità del debitore, ovvero di un suo bisogno di ulteriore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9719 del 20 agosto 1992
«Perché si verifichi la liberazione del fideiussore per fatto del creditore, prevista dall'art. 1955 c.c., occorre che il creditore abbia, col suo comportamento, causato al garante un pregiudizio giuridico, e non soltanto economico-materiale, vale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2827 del 24 marzo 1994
«Con riguardo a fideiussione, la cui durata sia correlata non alla scadenza dell'obbligazione principale, ma all'integrale soddisfacimento di questa, come nel caso di polizza fideiussoria contenente clausola di previsione della efficacia della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1025 del 18 febbraio 1982
«Il momento di decorrenza del termine per la proposizione delle istanze nei confronti del debitore principale, ai fini previsti dall'art. 1957 c.c., coincide con quello di azionabilità del relativo diritto e perciò con il momento di scadenza...»