-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 484 del 28 gennaio 1985
«Allorché ricorrano elementi, sia pure presuntivi, idonei a configurare una situazione di apparenza giuridica, spetta a colui che contesti l'efficacia a suo danno di tale situazione di apparenza, l'onere della prova contraria, dimostrando cioè la...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1228 del 28 gennaio 2003
«Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio dell'attività di notaio, il professionista è tenuto ad una prestazione che, pur rivestendo i caratteri dell'obbligazione di mezzi e non di risultato, non può ritenersi circoscritta al...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9471 del 19 maggio 2004
«In tema di responsabilità professionale del medico-chirurgo, pur gravando sull'attore l'onere di allegare i profili concreti di colpa medica posti a fondamento della proposta azione risarcitoria, tale onere non si spinge fino alla necessità di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8281 del 16 settembre 1996
«Per la liquidazione di danni da fatto illecito, che si proiettano nel futuro — ove nel caso di danno da lucro cessante durante l'inabilità temporanea — può procedersi ad una valutazione equitativa in base al principio dell' id quod plerumque...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5024 del 8 aprile 2002
«Il datore di lavoro, in caso di violazione delle norme poste a tutela dell'integrità fisica del lavoratore, è interamente responsabile dell'infortunio che ne sia conseguito e non può invocare il concorso di colpa del danneggiato, avendo egli il...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4279 del 19 febbraio 2008
«Nel caso in cui l'evento di danno sia da ascrivere esclusivamente alla condotta del danneggiato, la quale abbia interrotto il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno, si verifica un'ipotesi di caso fortuito che libera il custode dalla...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13424 del 18 dicembre 1992
«La responsabilità del genitore per fatto illecito del minore a norma dell'art. 2048 c.c. non è esclusa dall'impedimento del genitore stesso (lontananza o altro) all'esercizio della potestà, traducendosi la relativa prova liberatoria di cui...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6454 del 19 marzo 2007
«In tema di danno cagionato da animali, ai sensi dell'articolo 2052 c.c., la responsabilità del proprietario dell'animale, prevista dalla suddetta norma, è presunta, fondata non sulla colpa, ma sul rapporto di fatto con l'animale. Ne consegue che,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17397 del 8 agosto 2007
«In tema di investimento stradale, se pure il conducente del veicolo investitore non abbia fornito la prova idonea a vincere la presunzione di colpa che l'articolo 2054, primo comma, c.c., pone nei suoi confronti, non è preclusa l'indagine, da...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3038 del 17 maggio 1982
«Nell'ipotesi di furto di autoveicolo, del quale il proprietario non abbia impedito la circolazione contro la sua volontà con idonee cautele, l'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile dipendente dalla circolazione dei veicoli a...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11622 del 18 maggio 2007
«Il dovere di sicurezza a carico del datore di lavoro a norma dell'art. 2087 c.c., assolto con l'adozione di tutte le cautele necessarie ad evitare il verificarsi dell'evento dannoso ed anche con l'adozione di misure relative all'organizzazione del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9016 del 20 giugno 2002
«In tema di responsabilità per gli infortuni sul lavoro, poiché, secondo l' id quod plerunque accidit , i dipendenti (pur per imprudenza, negligenza o inesperienza) si muovono nell'ambito dell'azienda in maniera occasionale e anche al di fuori del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7636 del 19 agosto 1996
«Le norme dettate in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, tese ad impedire l'insorgenza di situazioni pericolose, sono dirette a tutelare il lavoratore non solo dagli incidenti derivanti dalla sua disattenzione, ma anche da quelli...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5945 del 10 maggio 2000
«La controeccezione (nella specie, di interruzione della prescrizione) è assimilabile ad una eccezione in senso stretto e va pertanto proposta nel rispetto dei prescritti termini processuali; tuttavia la disciplina codicistica non prevede anche un...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6937 del 1 agosto 1996
«La disposizione di cui all'art. 2236 c.c. - che, nei casi di prestazioni implicanti la soluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà, limita la responsabilità del professionista ai soli casi di dolo o colpa grave - non trova applicazione...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1994 del 13 febbraio 2012
«Il datore di lavoro, in caso di violazione delle norme poste a tutela dell'integrità fisica del lavoratore, è interamente responsabile dell'infortunio che ne sia conseguito e non può invocare il concorso di colpa del danneggiato, avendo egli il...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43302 del 19 novembre 2008
«Il diritto alla riparazione per l'ingiusta detenzione non spetta se l'interessato ha tenuto consapevolmente e volontariamente una condotta tale da creare una situazione di doveroso intervento dell'autorità giudiziaria o se ha tenuto una condotta...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 43 del 9 febbraio 1996
«In tema di presupposti per la riparazione dell'ingiusta detenzione, deve intendersi dolosa — e conseguentemente idonea ad escludere la sussistenza del diritto all'indennizzo, ai sensi dell'art. 314, comma 1, c.p.p. — non solo la condotta volta...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1103 del 10 giugno 1996
«La «colpa grave» che determina l'esclusione del diritto all'equa riparazione per ingiusta detenzione può essere ravvisata anche con riguardo a comportamenti anteriori all'instaurarsi del procedimento penale o alla conoscenza di esso da parte...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 598 del 23 settembre 1994
«In tema di riparazione per l'ingiusta detenzione, nel caso in cui sia contestato un reato in concorso con altre persone, si concorre a dare causa alla misura della custodia cautelare se si sia al corrente dell'attività delittuosa di altri e, ciò...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34559 del 15 ottobre 2002
«Il procedimento per la riparazione dell'ingiusta detenzione è a contraddittorio necessario — che si instaura con la notifica della domanda, a cura della cancelleria, al Ministero dell'economia e delle finanze — ma non a carattere contenzioso...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6208 del 26 giugno 1997
«Anche per i reati imputati ai sensi dell'art. 40 cpv. l'elemento psicologico si configura secondo i principi generali, sicché è sufficiente che il «garante» abbia conoscenza dei presupposti fattuali del dovere di attivarsi per impedire l'evento e...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2569 del 1 febbraio 1999
«La colpa ostativa al diritto alla riparazione dell'errore giudiziario deve essere esaminata non soltanto in relazione al grado di ingiustificatezza della negligenza o imprudenza ma anche in relazione alla sua incidenza causale, intesa come...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10556 del 24 ottobre 1995
«Nel reato omissivo, oltre al nesso di causalità diretta tra l'omissione e l'evento, è necessario che la condotta sia cosciente e volontaria e che l'evento sia preveduto e voluto dal soggetto attivo (nei delitti dolosi) ovvero sia dovuto a sua...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1265 del 28 maggio 1969
«L'ubriachezza è accidentale quando l'agente si ubriaca senza sua colpa; è colposa quando si ubriaca per imprudenza o negligenza; è dolosa quando si ubriaca volontariamente; è preordinata quando si ubriaca al fine di commettere un reato o di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7633 del 24 giugno 1987
«Lo stato di intossicazione acuta da sostanze stupefacenti, al pari dell'ubriachezza accidentale, costituisce una eccezione rispetto a quella volontaria e colposa e, quindi, è assolutamente irrilevante ai fini dell'accertamento dell'imputabilità,...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1901 del 24 maggio 1996
«Il reato di atti osceni in luogo pubblico è reato di pericolo concreto e richiede perciò che la visibilità del luogo in cui gli atti vengono compiuti sia valutabile ex ante tenendo conto della natura del luogo, del momento del fatto e delle...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6462 del 22 febbraio 2005
«Non ricorre l'ipotesi di bancarotta semplice di cui all'art. 217, primo comma, n. 2, legge fall., integrata da operazioni di manifesta imprudenza ma quella più grave della bancarotta fraudolenta, allorché si tratti di operazioni che comportino un...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16938 del 25 luglio 2006
«Posto che l'improcedibilità dell'appello per omessa produzione della copia completa della sentenza appellata, alla stessa stregua delle altre ragioni di improcedibilità del gravame, deve ricollegarsi pur sempre ad un comportamento colpevole...»