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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6302 del 16 marzo 2007
«I termini di decadenza per l'esercizio dell'azione di disconoscimento di paternità concorrono, unitamente ai casi in cui tale azione è consentita, a definire l'ambito nel quale il disconoscimento di paternità è esperibile e, con esso, a delineare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11004 del 14 luglio 2003
«In tema di trasporto di cose, allorché il vettore adduca, come causa di esonero dalla responsabilità per l'avvenuta consegna della merce trasportata a persona diversa dal destinatario, l'attività truffaldina di terzi a suo danno, che lo abbia...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6572 del 24 marzo 2006
«Mentre il risarcimento del danno biologico è subordinato all'esistenza di una lesione dell'integrità psico-fisica medicalmente accertabile, il danno esistenziale - da intendere come ogni pregiudizio (di natura non meramente emotiva ed interiore,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5753 del 25 maggio 1995
«Il licenziamento, sanzione idonea a privare il lavoratore e la sua famiglia dei mezzi sufficienti alla sua esistenza, deve conseguire ad illeciti di proporzionata gravità e non a fatti, seppure penalmente rilevanti, che oltre ad arrecare un tenue...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7317 del 20 febbraio 2004
«In tema di reati societari, l'art. 2636 c.c. (illecita influenza sull'assemblea), nella nuova formulazione introdotta dal D.L.vo n. 61 del 2002, prevede una condotta di frode caratterizzata da comportamenti artificiosi, rappresentati da una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2063 del 20 gennaio 2009
«In tema di manipolazione del mercato, un mezzo in sé non illecito può integrare la nozione di "altri artifizi" idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari qualora sia obiettivamente artificioso, ossia posto in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6221 del 16 febbraio 2006
«Il riconoscimento della circostanza attenuante della dissociazione attuosa, prevista dall'art. 8 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. con L. n. 203 del 1991, secondo cui «la pena dell'ergastolo è sostituita da quella della reclusione da dodici a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 155 del 10 gennaio 2012
«Ai fini della configurabilità del delitto di truffa, l'atto di disposizione patrimoniale, quale elemento costitutivo implicito della fattispecie incriminatrice, consiste in un atto volontario, causativo di un ingiusto profitto altrui a proprio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, appartiene al giudice di secondo grado (ed anche al giudice di rinvio che debba decidere su di un appello in materia di provvedimenti restrittivi della libertà) il potere di sostituire, integrare e modificare la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1835 del 2 giugno 1999
«Il divieto delle contestazioni a catena e la conseguente applicazione della disciplina dell'art. 297, comma terzo, c.p.p., trovano applicazione nelle ipotesi di misure cautelari riferibili allo stesso fatto o a fatti diversi tra i quali sussista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2261 del 7 maggio 1997
«Alla stregua della vigente formulazione dell'art. 297, comma 3, c.p.p., pur dovendosi in linea di principio ritenere che la disciplina ivi contenuta in materia di c.d. «contestazioni a catena» trovi applicazione soltanto nell'ambito di un medesimo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7787 del 28 febbraio 2012
«Integra il delitto di false comunicazioni sociali in danno dei soci l'amministratore che apposta artificiosamente nel bilancio come anticipazioni in conto capitale somme versate dai soci medesimi a diverso titolo, determinandone successivamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 555 del 12 gennaio 2012
«L'elemento oggettivo del reato di illecita influenza sull'assemblea - art. 2636 c.c. nel testo introdotto dalla L. n. 61 del 2000 - è integrato da qualsiasi operazione che artificiosamente consenta di alterare la formazione delle maggioranze...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4324 del 29 gennaio 2013
«Il delitto di aggiotaggio si consuma nel momento e nel luogo in cui la condotta assume connotati di concreta lesività, manifestando la sua pericolosità per il normale corso dei titoli cui si riferisce. (Fattispecie relativa ad aggiotaggio...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 19 gennaio 1999
«In tema di misure cautelari reali, il controllo del giudice del riesame non può investire la concreta fondatezza dell'accusa, ma deve esser limitato alla verifica dell'astratta possibilità di sussumere il fatto attribuito ad un soggetto in una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1193 del 26 aprile 1994
«Ai sensi dell'art. 5, L. 7 marzo 1986, n. 65 e dell'art. 57, secondo comma, lettera b), c.p.p. la qualità di agenti di polizia giudiziaria è espressamente attribuita alle guardie dei comuni, alle quali è riconosciuto il potere di intervento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6321 del 24 giugno 1996
«Ai fini dell'applicazione dell'interdizione dai pubblici uffici i limiti di pena fissati dagli artt. 29 e 32 c.p., nel caso di giudizio abbreviato, vanno individuati non con riguardo alla pena irrogata in concreto, ma a quella stabilita dal...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9523 del 22 ottobre 1997
«Sussiste violazione del principio di correlazione tra l'imputazione e la sentenza quando nei fatti — ivi rispettivamente descritto e ritenuto — non si rinvenga un nucleo comune, identificato dalla condotta, e si instauri quindi un rapporto non di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2110 del 23 febbraio 1996
«Il delitto di calunnia può essere commesso non solo nella forma diretta, cioè attraverso una denuncia presentata all'autorità giudiziaria, ma anche in forma indiretta, cioè attraverso una segnalazione del fatto-reato a un'altra autorità che a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11497 del 4 novembre 1998
«La mancanza o l'incompletezza totale o parziale del dispositivo determina la nullità della sentenza, con conseguente necessità di una nuova pronuncia, limitatamente ai capi d'imputazione contestati e non decisi, poiché il procedimento di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11415 del 17 maggio 2007
«La determinazione della competenza deve essere fatta in base al contenuto della domanda giudiziale, salvo che nei casi in cui la prospettazione ivi contenuta appaia prima facie artificiosa e finalizzata soltanto a sottrarre la cognizione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15367 del 1 dicembre 2000
«Il criterio per la determinazione della competenza va fissato in base non solo all'oggetto della domanda proposta dall'attore, ma anche ai fatti posti a fondamento di esse, indipendentemente dalla loro fondatezza, senza che abbiano, a tal fine,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10222 del 26 luglio 2001
«Il principio fissato dall'art. 10 c.p.c. in relazione alla competenza per valore, ma valevole anche per la competenza per territorio, secondo cui il collegamento tra il giudice e la controversia si determina in base alla domanda, comporta che i...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9277 del 25 giugno 2002
«L'art. 33 c.p.c. — relativo alla modificazione della competenza territoriale per effetto del cumulo soggettivo delle domande contro più convenuti — non legittima uno spostamento della detta competenza attraverso la proposizione maliziosa di una...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 8189 del 23 maggio 2012
«Qualora la parte, convenuta in giudizio per l'adempimento di un contratto, eccepisca l'incompetenza territoriale del giudice adito, affermando che il contratto in contestazione non si è concluso ovvero è nullo, e che, ammesso che si sia concluso,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7883 del 22 agosto 1997
«Sussiste un rapporto di continenza fra la causa promossa dal preponente nei confronti dell'agente per far accertare la legittimità del proprio recesso e l'assenza dell'obbligo di corresponsione dell'indennità, e quella proposta dal secondo nei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10159 del 10 luglio 1990
«Costituisce falso ideologico in atto pubblico l'attestazione rilasciata dal presidente di commissione d'esame di maturità di non aver impartito lezioni private ai candidati, anche quando egli abbia svolto non la diretta attività didattica, ma il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16264 del 7 dicembre 1990
«In tema di truffa, qualora sia stato accertato il nesso di causalità tra l'artificio o il raggiro e l'altrui induzione in errore, non è necessario stabilire l'idoneità in astratto dei mezzi usati, quando in concreto essi si siano dimostrati idonei...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3968 del 5 febbraio 1998
«La funzione esclusivamente informativa del termine minimo di consumazione dei prodotti alimentari esclude che gli stessi, consumati oltre detto termine, siano privi dei requisiti nutrizionali caratteristici. Ne consegue che non può rinvenirsi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9505 del 18 settembre 1986
«Il concetto di genuinità non è soltanto quello naturale, ma anche quello formale fissato dal legislatore con la indicazione delle caratteristiche e dei requisiti essenziali per qualificare un determinato tipo di prodotto alimentare. Pertanto,...»