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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39279 del 23 settembre 2013
«Il giudice dell'esecuzione decide sulla richiesta di restituzione nel termine per proporre impugnazione anche quando, investito della richiesta di declaratoria di non esecutività del provvedimento, la dichiari inammissibile.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30758 del 13 settembre 2002
«In tema di questioni relative al titolo esecutivo, se il giudice dell'esecuzione abbia ordinato la rinnovazione della notifica — ritenuta invalida — del provvedimento da eseguirsi prima che sia proposto gravame, il giudice dell'impugnazione deve...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2862 del 6 marzo 1998
«Deve considerarsi abnorme, perché si colloca al di fuori degli schemi processuali, e come tale irricevibile da parte della Corte di cassazione, il provvedimento con il quale, sul presupposto dell'omessa notifica all'imputato dell'avviso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3877 del 2 dicembre 1992
«È abnorme il provvedimento del tribunale che, in qualità del giudice dell'esecuzione, dichiarata l'inesistenza del titolo esecutivo (nella specie la propria sentenza di condanna confermata in appello), per ritenuta nullità del decreto di citazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1228 del 11 giugno 1999
«In tema di incidente di esecuzione su ricorso dell'imputato, una volta disposta la scarcerazione dello stesso per vizi attinenti alla notifica della sentenza di condanna, il giudice non può revocare, con successiva ordinanza, il provvedimento, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1500 del 21 aprile 1999
«In tema di procedimento di esecuzione, poiché l'art. 670 comma primo c.p.p. prevede che il giudice debba accertare la effettiva esecutività del provvedimento, lo stesso è tenuto a valutare, anche nel merito, la concreta osservanza delle garanzie...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3396 del 24 novembre 1995
«È carente di motivazione il provvedimento del tribunale di sorveglianza che abbia rigettato l'istanza di riabilitazione ritenendo insussistente il ravvedimento dell'istante sulla base della mancata ottemperanza all'ordine di demolizione contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1687 del 4 luglio 1995
«In tema di estinzione della pena, il provvedimento che dispone la riabilitazione è costituito da un'ordinanza e non da una sentenza, come stabilito dall'art. 180 c.p., in sintonia con l'art. 598 c.p.p. 1930. Ciò perché il vigente codice di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1831 del 23 maggio 1994
«Costituisce motivazione meramente apparente del provvedimento con il quale viene concessa la riabilitazione, l'impiego, in un modulo a stampa, della locuzione «risulta . . . che il condannato ha dato prove effettive e costanti di buona condotta»,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4701 del 15 dicembre 1993
«Il provvedimento di riabilitazione, in base al chiaro dettato dell'art. 683 c.p.p., può essere adottato solo su espressa richiesta dell'interessato, alla cui esistenza è subordinata anche l'adozione delle iniziative ex officio (acquisizione della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 833 del 28 febbraio 2000
«La competenza ad emettere provvedimento di riabilitazione in relazione alle misure di prevenzione appartiene al Tribunale di sorveglianza avente giurisdizione nel distretto di corte d'appello in cui ha sede l'autorità giudiziaria che ha disposto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7178 del 10 febbraio 2000
«La competenza ad emettere provvedimento di riabilitazione in relazione alle misure di prevenzione appartiene funzionalmente alla corte d'appello nel cui distretto ha sede l'autorità giudiziaria che ha disposto l'applicazione della misura.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3540 del 10 novembre 1992
«Competente a concedere la riabilitazione in relazione a misure di prevenzione non è il tribunale di sorveglianza, ma la corte di appello nel cui distretto ha sede l'autorità giudiziaria che dispone la misura, in quanto l'art. 683 c.p.p. non ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26831 del 14 dicembre 2006
«Il decreto camerale, con il quale la corte d'appello, a norma dell'art. 22, secondo comma, della legge fall., accoglie il reclamo avverso il decreto del tribunale di rigetto dell'istanza di riapertura del fallimento e dispone la rimessione degli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7868 del 9 giugno 2000
«Il provvedimento di prima delibazione della proposta di concordato (di competenza del giudice delegato, secondo la previsione procedimentale dell'art. 124 l. fall.) manca dei requisiti della definitività (non essendo preclusa la riproposizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4760 del 3 aprile 2002
«I provvedimenti del giudice delegato al fallimento sono modificabili e revocabili, sia d'ufficio che su istanza di parte, fino al momento della relativa esecuzione e, quindi, nel caso di provvedimenti preordinati alla liquidazione dell'attivo ed...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1631 del 15 febbraio 1995
«In tema di concordato fallimentare, il decreto, con il quale il tribunale, su reclamo proposto ai sensi dell'art. 26 del R.D. 16 marzo 1942 n. 267, confermi o meno il provvedimento del giudice delegato di reiezione della proposta del concordato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3585 del 14 febbraio 2011
«In tema di concordato fallimentare, contro il decreto di omologazione che abbia altresì deciso sulle opposizioni proposte ex art. 129, comma 3, legge fall., è ammissibile il reclamo avanti alla corte d'appello ex art. 131 legge fall., mentre lo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1983 del 11 febbraio 2003
«Il provvedimento del giudice delegato che inviti la società garante di una proposta di concordato fallimentare a depositare presso un istituto di credito una somma di denaro necessaria per l'esecuzione del concordato stesso è espressione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3921 del 18 febbraio 2009
«E inammissibile il ricorso per cassazione proposto ex art. 111 Cost. avverso il decreto del tribunale fallimentare che, in sede di esecuzione del concordato fallimentare, si sia pronunciato su di una questione attinente alla misura di un credito...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 2672 del 22 febbraio 2012
«La dichiarazione di risoluzione del concordato fallimentare, che sia stato omologato anteriormente alla modifica dell'art. 137 legge fall., quale introdotta dal D.L.vo n. 169 del 2007 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2008, è assoggettata alle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9118 del 10 dicembre 1987
«La disposizione dell'art. 137 della legge fallimentare secondo cui la risoluzione del concordato non può essere pronunciata trascorso un anno dalla scadenza dell'ultimo pagamento, deve essere interpretata nel senso che per l'osservanza del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3499 del 7 marzo 2003
«Soltanto il provvedimento che risolve il concordato fallimentare è una sentenza, impugnabile con il ricorso straordinario per cassazione ex art. 111 Cost., mentre, in caso di rigetto della richiesta di risoluzione del concordato, il tribunale deve...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40349 del 7 dicembre 2006
«In tema di reato continuato, l'unificazione dei reati in sede esecutiva, a norma dell'articolo 671, comma primo, c.p.p., (nel testo modificato dal D.L. 30 dicembre 2005 n. 272, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2006 n. 49)...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2057 del 31 maggio 1997
«In tema di applicazione dell'indulto a reati unificati con il vincolo della continuazione - sia nell'ipotesi in cui, in ragione del titolo, alcuni dei reati unificati siano esclusi e altri compresi nel provvedimento di clemenza, sia nella diversa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4909 del 20 gennaio 1993
«L'applicazione della disciplina del concorso formale e del reato continuato, prevista dall'art. 671 c.p.p., è esclusa in relazione a reati già estinti per effetto dell'ammistia e per i quali in conseguenza, non si verifica l'effetto negativo che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40536 del 30 ottobre 2008
«La necessità di rideterminare il cumulo per la sopravvenienza di nuovo titolo definitivo di detenzione che si assuma in continuazione con fatti già oggetto di precedente provvedimento del giudice dell'esecuzione di unificazione, a norma dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5153 del 19 novembre 1996
«Nella fase esecutiva non sussiste un onere probatorio a carico del condannato che invochi un provvedimento giurisdizionale per sè favorevole. Pertanto a chi chiede il riconoscimento del vincolo di continuazione tra più reati giudicati con distinte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 132 del 4 gennaio 2013
«Il giudice dell'esecuzione quando sia richiesto dell'applicazione dell'indulto o comunque sia investito di un incidente di esecuzione ha il compito di interpretare il giudicato, al fine di verificare la sussistenza delle condizioni di legge per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 43055 del 18 novembre 2008
«È ammissibile l'applicazione dell'indulto a pena dichiarata interamente espiata per effetto del principio di fungibilità, purché sussista un concreto interesse del condannato al conseguimento di qualche effetto favorevole (nella specie, la...»