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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35786 del 18 settembre 2012
«In sede di appello cautelare ex art. 322 bis c.p.p., quando il Tribunale accoglie l'impugnazione proposta dal P.M. e dispone la misura cautelare reale, ha comunque l'obbligo di valutare la sussistenza di tutti i presupposti del sequestro...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1821 del 1 luglio 1999
«In tema di convalida del sequestro ex art. 355 c.p.p., la consegna di copia del verbale di sequestro e la notifica del decreto di convalida alla persona alla quale le cose sono state sequestrate, sono prescritte per consentire alla medesima di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1792 del 21 giugno 1999
«In sede di riesame del sequestro probatorio il tribunale, pur non essendo investito del compito di verificare la concreta fondatezza dell'accusa, non può, tuttavia, limitarsi ad una mera «presa d'atto» della tesi accusatoria ma deve accertare la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 164 del 6 febbraio 1996
«In sede di riesame di provvedimento di sequestro probatorio, il tribunale può tener conto di atti e documenti prodotti dalle parti all'udienza e non facenti parte di quelli depositati in precedenza. Tali atti e documenti possono essere acquisiti o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2623 del 31 gennaio 1994
«In tema di riesame di misure cautelari, deve essere disatteso l'assunto secondo cui la collocazione sistematica dell'art. 324 c.p.p. nel capo terzo del libro quarto del codice di procedura penale, riguardante le impugnazioni, dovrebbe comportare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6551 del 17 febbraio 2000
«Ai fini della decorrenza del termine previsto dall'art. 324, comma 1, c.p.p. per la proposizione della richiesta di riesame, la conoscenza dell'avvenuto sequestro non è soltanto quella legale, realizzabile tramite i mezzi formali previsti dalla...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 29 del 10 novembre 2000
«Nel procedimento di riesame delle misure cautelari reali la persona nel cui interesse l'impugnazione è stata proposta ha diritto alla notificazione dell'avviso d'udienza ancorchè la richiesta sia stata sottoscritta unicamente dal difensore;...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2863 del 9 settembre 1996
«In tema di sequestro preventivo, la motivazione del provvedimento e dell'ordinanza di riesame non possono consistere nella formulazione di frasi di stile, nella quale sia meramente affermata la sussistenza del reato in concreto e dell'astratta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2159 del 7 settembre 1993
«L'ordinanza che dispone il sequestro preventivo non deve essere motivata sulla sussistenza degli indizi di colpevolezza, non essendo i detti indizi richiesti fra i presupposti applicativi; e ciò in quanto è sufficiente per l'adozione della detta...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 19278 del 20 maggio 2005
«In tema di acquisizione di dati relativi al traffico di un'utenza telefonica, è abnorme il provvedimento con il quale il Gip rigetta le richieste del P.M., avanzate ai sensi dell'art. 132 comma secondo del codice della privacy (e dunque relativa a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7387 del 25 febbraio 2005
«In tema di segreto professionale, l'ordinamento processuale comprende, tra coloro che non possono essere obbligati a deporre su quanto hanno conosciuto per ragione della propria professione, gli investigatori privati autorizzati, categoria nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10135 del 24 settembre 1994
«In tema di arbitraria divulgazione degli atti di un procedimento penale, la già avvenuta diffusione di notizie di atti di indagine coperti da segreto non fa venir meno la segretezza e quindi il divieto di pubblicazione poiché con la successiva...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3261 del 26 gennaio 1999
«Presupposto necessario perché possano essere iniziate le indagini preliminari è l'esistenza di una notitia criminis la quale per essere tale, deve avere per oggetto un fatto specifico idoneo ad integrare estremi di reato e deve essere dotata, per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4139 del 5 ottobre 1998
«La disposizione con la quale il giudice, nel contesto del dispositivo, ordina trasmettersi gli atti al pubblico ministero per l'eventuale esercizio dell'azione penale in ordine ad un fatto-reato, diverso e ulteriore rispetto a quello oggetto del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11597 del 29 novembre 1995
«Per «altra autorità» (avente l'obbligo di riferire all'autorità giudiziaria ai sensi dell'art. 361 c.p.) alla quale può essere fatta dal pubblico ufficiale denuncia con effetto liberatorio deve intendersi, oltre a quella di polizia giudiziaria,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21258 del 24 maggio 2001
«È ritualmente proposta la querela presentata, con le formalità di cui agli artt. 337 e 333 comma secondo c.p.p., al direttore provinciale delle Poste, se relativa a reati attinenti, direttamente o indirettamente, all'organizzazione, all'esercizio,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2087 del 23 giugno 1999
«In tema di termini per impugnare, l'art. 585, comma primo, lett. a), c.p.p., pur formalmente riguardando i provvedimenti camerali e le sentenze accompagnate da contestuale motivazione, deve ritenersi applicabile anche alle ordinanze dibattimentali...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11984 del 22 dicembre 1997
«Il provvedimento che liquida somme a titolo di provvisionale alla parte civile non è ricorribile per cassazione, perché è insuscettibile di passaggio in giudicato e destinato a rimanere assorbito nella pronuncia definitiva sul risarcimento che,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28851 del 26 luglio 2002
«La denuncia formalmente presentata per un fatto originariamente qualificato come persegibile d'ufficio e poi ritenuto integrativo, invece, di reato perseguibile a querela, è da considerare idonea ad assumere anche valore di querela, sempre che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43478 del 3 dicembre 2001
«In tema di reati perseguibili a querela, la sussistenza della volontà di punizione da parte della persona offesa, non richiedendo formule particolari, può essere riconosciuta dal giudice anche in atti che non contengono la sua esplicita...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1210 del 2 febbraio 1994
«Poiché sia nel codice vigente che in quello abrogato la natura della querela è semplicemente quella di condizione di procedibilità e la sua funzione quella di consentire all'autorità procedente la sicura individuazione del fatto-reato, contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4784 del 11 maggio 1993
«A mente dell'art. 369, primo comma, c.p.p., l'informazione di garanzia, la quale deve contenere l'invito ad esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia, non deve necessariamente precedere le perquisizioni ed i sequestri, tipici atti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4033 del 7 aprile 1994
«Non è consentito in giudizio desumere dal comportamento del querelante presente elementi per l'affermazione di tacita remissione di querela, stante la lettera dell'art. 152, comma 2, c.p. (ove la forma tacita è prevista soltanto per la remissione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1854 del 7 luglio 1993
«Il vigente codice di rito prevede determinate formalità solo per la rinuncia espressa e per la remissione della querela, ma non anche per la dichiarazione, fatta ai sensi dell'art. 153 comma terzo c.p., con la quale il minore manifesti la volontà...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23181 del 17 maggio 2004
«La qualificazione di un delitto come politico data dall'art. 8 c.p. va letta alla luce dell'art. 10 cost., secondo il quale l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale, tra le quali si pone in particolare la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 1 giugno 2000
«Poiché, in sede di incidente di esecuzione, l'accertamento del giudice di merito è limitato al controllo dell'esistenza e della legittimità del titolo esecutivo e poiché, dunque, rimane preclusa, per la avvenuta formazione del giudicato, ogni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7083 del 16 giugno 1994
«Il verbale dell'ispettore del lavoro non costituisce mera informativa di reato ai sensi dell'art. 347 c.p.p., poiché contiene l'accertamento o la descrizione di una situazione di fatto suscettibile di modifica nel tempo, per effetto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3840 del 27 marzo 1998
«La disposizione di cui al quarto comma dell'art. 348 c.p.p., secondo la quale la polizia giudiziaria, quando compie atti od operazioni che richiedono specifiche competenze tecniche, può avvalersi di persone qualificate che non possono rifiutare la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38544 del 10 ottobre 2008
«Gli accertamenti dattiloscopici compiuti dalla polizia giudiziaria, pur potendo costituire fonte di prova nel giudizio, non hanno carattere né formale, né sostanziale di perizia, ma s'inquadrano nell'attività preliminare d'accertamento e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1725 del 22 aprile 1994
«Gli atti di individuazione fotografica effettuati dalla polizia giudiziaria su delega del P.M. non sono compresi tra gli atti del P.M. ai quali il difensore e l'indagato abbiano diritto di assistere. La mancata partecipazione del difensore e della...»