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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1750 del 14 marzo 1986
«Ancorché non menzionato né dall'art. 414 c.p.c. né dall'art. 434 c.p.c. (che prescrivono le indicazioni che deve contenere il ricorso nel giudizio di primo grado e di appello), il rilascio della procura alle liti — previsto dalla disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 382 del 21 gennaio 1986
«L'art. 418 c.p.c. sulla richiesta in caso di proposizione di domanda riconvenzionale di emissione di un nuovo decreto per la fissazione dell'udienza trova la sua specifica ragione nella necessità di provocare la modificazione di un provvedimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23815 del 16 novembre 2007
«Nelle controversie soggette al rito di cui agli artt. 409 e segg. c.p.c. l'inosservanza dell'onere, posto dall'art. 418 c.p.c. a carico del convenuto, di chiedere la fissazione di una nuova udienza comporta la decadenza dalla riconvenzionale e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2420 del 1 febbraio 2013
«Nel rito del lavoro, il potere di rilevazione, anche d'ufficio, delle eccezioni in senso lato può essere esercitato dal giudice d'appello solo sulla base di elementi probatori ritualmente e tempestivamente allegati agli atti. (Nella specie,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2526 del 7 febbraio 2006
«Qualora l'atto di appello riferito al rito del lavoro - la cui tempestività deve essere valutata con riguardo al momento del deposito del relativo ricorso in cancelleria - sia stato notificato presso il procuratore domiciliatario di una società...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16145 del 21 dicembre 2001
«L'ordine di rinnovo della notificazione dell'atto introduttivo del giudizio (disposto ai sensi dell'art. 421 c.p.c.) è provvedimento che corrisponde ad uno specifico modello processuale, potendo e dovendo essere emesso sempre che si verifichi la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 262 del 13 gennaio 1997
«Nel rito del lavoro, qualora la parte abbia, con l'atto introduttivo del giudizio, proposto capitoli di prova testimoniale, specificamente indicando di volersi avvalere del relativo mezzo in ordine alle circostanze di fatto ivi allegate, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2166 del 1 marzo 1988
«Il regime di sanatoria delle nullità formali afferenti l'atto introduttivo del giudizio e la sua notificazione, posto dagli artt. 156, 162, 164 e 291 c.p.c., trova applicazione anche nel rito del lavoro, in mancanza di specifica deroga e non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18924 del 5 novembre 2012
«Nel rito del lavoro, il verificarsi di preclusioni o decadenze in danno delle parti non osta all'ammissione d'ufficio delle prove, trattandosi di potere diretto a vincere i dubbi residuati dalle risultanze istruttorie, ritualmente acquisite agli...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17178 del 27 luglio 2006
«Nel rito del lavoro, i mezzi istruttori, preclusi alle parti, possono essere ammessi d'ufficio, ma suppongono, tuttavia, la preesistenza di altri mezzi istruttori, ritualmente acquisiti, che siano meritevoli dell'integrazione affidata alle prove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11002 del 19 agosto 2000
«L'esercizio dei poteri istruttori d'ufficio da parte del giudice del lavoro non può essere diretto a sminuire l'efficacia e la portata di un'attività istruttoria già ritualmente espletata, specialmente nei casi in cui — come avviene per la prova...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 209 del 9 gennaio 2007
«Nel rito del lavoro, l'acquisizione di nuovi documenti o l'ammissione di nuove prove da parte del giudice di appello rientra tra i poteri discrezionali allo stesso riconosciuti dagli artt. 421 e 437 c.p.c., e tale esercizio è insindacabile in sede...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10711 del 4 maggio 2010
«Nel rito del lavoro, la facoltà di richiedere osservazioni scritte ed orali alle organizzazioni sindacali stipulanti un contratto collettivo può essere esercitata solo nel giudizio di primo grado e non anche in appello, e presuppone che la norma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11919 del 24 novembre 1998
«Il sistema di preclusioni su cui è fondato il rito del lavoro, tendente a consentire all'attore di conseguire rapidamente il bene della vita reclamato, comporta che divengano incontestabili tutte le situazioni di fatto in ordine alle quali non...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9479 del 26 settembre 1997
«L'ordinanza di pagamento delle somme non contestate emessa dal giudice del lavoro ai sensi del primo comma dell'art. 423 c.p.c. (come pure l'ordinanza di pagamento per la somma nei cui limiti ritenga accertato il corrispondente diritto, emessa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9694 del 23 aprile 2010
«Il processo erroneamente introdotto con il rito ordinario è regolato dal rito speciale non dal momento in cui ne viene statuita la natura, bensì dal momento in cui il giudizio ha inizio in applicazione del relativo rito, in quanto in precedenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4352 del 26 marzo 2001
«Disposto dal giudice adito il mutamento del rito ordinario in rito del lavoro ai sensi degli artt. 667 e 426 c.p.c., il mancato deposito del dispositivo in udienza non può essere considerato circostanza idonea a far ritenere la ritrasformazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2754 del 9 marzo 1995
«Per il principio della ultrattività del rito, ove la controversia, ancorché introdotta con ricorso, sia stata trattata in primo grado con il rito ordinario in luogo di quello del lavoro al quale è assoggettata (nella specie: determinazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19942 del 18 luglio 2008
«L'omesso cambiamento del rito, anche in appello, dal rito speciale del lavoro a quello ordinario o viceversa non spiega effetti invalidanti sulla sentenza, che non è né inesistente né nulla, e la relativa doglianza, che può essere dedotta come...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11418 del 19 novembre 1993
«La distinzione fra giudice ordinario e giudice del lavoro non involge una questione di competenza per materia, ma di semplice diversità di rito, talché la trattazione davanti a quest'ultimo col rito speciale di una causa non compresa fra quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 307 del 27 maggio 1995
«Nel rito del lavoro, l'incompetenza per territorio — a norma dell'art. 428 c.p.c. — può essere rilevata d'ufficio dal giudice non oltre l'udienza di discussione della causa di cui all'art. 420 e, ove tale rilievo sia mancato, la competenza non può...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 250 del 15 gennaio 1987
«Qualora, in sede d'appello avverso sentenza del pretore in causa di lavoro, il tribunale adito rilevi la propria incompetenza per territorio (nella specie, in base ai principi sul foro erariale) e rimetta le parti davanti ad altro tribunale, la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 792 del 28 gennaio 1983
«Nel rito del lavoro, l'inosservanza del termine stabilito per il deposito della sentenza non dà luogo a nullità della sentenza stessa, in quanto mentre questa viene a giuridica esistenza con la lettura del dispositivo, il detto termine incide...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3738 del 21 giugno 1985
«La provvisoria esecutività riconosciuta dal primo comma dell'art. 431 c.p.c. riguarda solo le sentenze contenenti una condanna al pagamento (in favore del lavoratore e per crediti derivanti dal rapporto di lavoro) di somme di denaro, come...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5603 del 6 novembre 1984
«Avverso l'ordinanza, con la quale il giudice d'appello, nel rito del lavoro, sospende in tutto od in parte la provvisoria esecuzione della sentenza di primo grado (art. 431, terzo e quarto comma c.p.c.), non è esperibile il ricorso per cassazione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 682 del 14 gennaio 2005
«Ove una controversia sia stata erroneamente trattata in primo grado con il rito ordinario, anziché con quello speciale del lavoro, le forme del rito ordinario debbono essere seguite anche per la proposizione dell'appello, che, dunque, va proposto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12013 del 8 agosto 2002
«Nel rito del lavoro — che si applica anche alle controversie in materia di locazione urbana, ai sensi degli artt. 447 bis e 8, secondo comma, n. 2, (norma, quest'ultima, abrogata a decorrere dal 2 giugno 1999) c.p.c., l'introduzione del giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10278 del 16 luglio 2002
«Per il principio dell'ultrattività del rito, ove il giudizio di primo grado (nella specie: controversia agraria in tema di risoluzione del contratto di affitto) sia stato definito dal giudice specializzato con la procedura speciale, la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2518 del 9 marzo 1991
«Per il principio di ultrattività del rito, ove una controversia sia stata trattata in primo grado con rito ordinario, anziché con rito di lavoro, cui è assoggettata, devono essere seguite le forme ordinarie anche per proporre gravame contro la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4477 del 3 novembre 1984
«In base al principio della conservazione dell'atto nullo, nelle controversie disciplinate dal rito del lavoro, è utilmente proposto l'appello anche con la forma della citazione invece che con quella del ricorso, purché la citazione venga...»