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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17687 del 16 aprile 2004
«Ai fini della configurabilità del delitto di evasione dagli arresti domiciliari, ritenere che la notifica di un decreto di citazione per l'udienza autorizzi implicitamente ad allontanarsi dal luogo di restrizione, è un errore di diritto, in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16808 del 8 aprile 2004
«Un reato comune è soggettivamente politico, ai sensi dell'art. 8, comma terzo, c.p., allorché sia qualificato da un movente di natura politica, nel senso che l'agente sia stato determinato, in tutto o in parte, a delinquere al fine di incidere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35488 del 12 settembre 2003
«La perseguibilità dei reati contro le leggi e gli usi della guerra commessi all'estero è prevista negli articoli 13 e 231 c.p.m., secondo cui per tali reati, ove commessi in danno dello Stato italiano o di un cittadino italiano o di uno Stato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1179 del 7 febbraio 1995
«Qualora, a seguito di richiesta del Ministro di grazia e giustizia ai sensi dell'art. 9 c.p., si sia proceduto contro un soggetto per il delitto di cui all'art. 590 c.p. commesso in territorio estero e vi sia stata condannata del predetto a pena...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5364 del 27 maggio 1993
«La condizione di procedibilità prevista dall'art. 9 c.p. (delitto comune del cittadino all'estero) si realizza con la richiesta del Ministro di grazia e giustizia: quest'ultimo, però, è preso in considerazione non già come persona, ma quale organo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38019 del 12 maggio 2004
«La condizione di procedibilità prevista dall'art. 9, comma terzo, c.p. è realizzata quando l'Autorità giudiziaria estera, non avvalendosi della facoltà di chiedere l'estradizione, trasmetta all'autorità giudiziaria italiana tutti gli atti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6698 del 13 giugno 1991
«La presenza del cittadino nel territorio dello Stato, nel caso di delitto comune commesso dal medesimo cittadino all'estero è condizione di procedibilità e non di punibilità. La carenza dei requisiti obiettivi, siano essi sostanziali o processuali...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9093 del 22 giugno 1990
«Al fine dell'applicabilità della legge penale italiana nel caso di delitto comune del cittadino italiano all'estero è necessaria la condizione della presenza del colpevole nel territorio dello Stato italiano sia nelle ipotesi previste dal primo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 377 del 8 marzo 1993
«La presenza dello straniero nel territorio dello Stato, richiesta dall'art. 10 c.p. ai fini della perseguibilità in Italia del delitto comune commesso all'estero dal medesimo straniero in danno dello Stato o di un cittadino italiano, è...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35633 del 4 ottobre 2010
«Integra il delitto di sequestro di persona (art. 630 c.p.), punibile secondo la legge italiana, la condotta di cittadini turchi di nazionalità curda che - superando con violenza gli agenti della questura - penetrino all'interno del Consolato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2955 del 25 gennaio 2006
«Nel caso di delitto commesso in territorio estero da uno straniero in danno di altro straniero, la presenza del colpevole nel territorio dello Stato, richiesta dall'art. 10 c.p. per la sua perseguibilità in Italia, deve essere sussistente prima...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12953 del 17 marzo 2004
«Poiché nell'ordinamento italiano non vige il principio del ne bis in idem internazionale, la sentenza penale emessa in un Paese extra-europeo nei confronti di un cittadino italiano non impedisce la rinnovazione del giudizio in Italia per lo stesso...»
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Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 3362 del 5 ottobre 1998
«Il processo celebrato all'estero nei confronti del cittadino italiano non preclude la rinnovazione del giudizio in Italia per lo stesso fatto, in quanto nell'ordinamento giuridico italiano non vige il principio del ne bis in idem internazionale....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14238 del 21 aprile 2006
«Il delitto di violazione dei sigilli commesso dal custode rientra nella categoria dei delitti perpetrati con abuso di poteri o con la violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o ad un pubblico servizio, sicché alla condanna segue...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44758 del 20 novembre 2003
«La pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici ex art. 31 c.p. consegue alla condanna per il delitto di falsa testimonianza, rientrando questo tra i delitti commessi con la violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1508 del 9 febbraio 1998
«La pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici ex art. 31 c.p. consegue ad ogni condanna per il delitto di violazione dei sigilli commesso dal custode, rientrando questo tra i delitti commessi con l'abuso dei poteri o con la violazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 2196 del 17 settembre 1996
«La condanna per il delitto di frode in commercio importa la pena accessoria della pubblicazione della sentenza e dell'interdizione da una professione o arte, in applicazione degli artt. 30, 31 e 518 c.p. Tali pene vanno inflitte anche con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9530 del 18 settembre 1986
«La pena accessoria (sospensione, dall'esercizio degli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese) prevista dall'art. 35 bis, introdotto con l'art. 123 L. 24 novembre 1981, n. 689, sulle modifiche al sistema penale, è applicabile per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1917 del 7 luglio 1992
«Poiché, nel regime introdotto dagli artt. 21 e 31 della L. 10 ottobre 1986 n. 663, recante modifiche all'ordinamento penitenziario, la dichiarazione di abitualità nel delitto presunta dalla legge richiede la contemporanea sussistenza tanto dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19807 del 16 maggio 2008
«La durata delle pene accessorie temporanee conseguenti di diritto alla condanna e fissata dalla legge solo nel massimo, quando non sia stata espressamente determinata dal giudice, è eguale a quella della pena principale inflitta. (Nella specie,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9386 del 9 marzo 2005
«È configurabile il delitto di omicidio colposo nella condotta del figlio, anche temporaneamente convivente con il padre, che per negligenza ometta di adottare tempestivamente ogni adeguata iniziativa volta ad assicurare la necessaria assistenza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26239 del 14 giugno 2013
«In tema di colpa omissiva, l'obbligo giuridico di attivarsi gravante sull'agente può originare anche dall'esercizio di attività pericolose, dovendosi intendere per tali non solo quelle così identificate dalle leggi di pubblica sicurezza o da altre...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36595 del 22 settembre 2009
«In tema di reati fallimentari e societari, ai fini della affermazione della responsabilità penale degli amministratori senza delega e dei sindaci è necessaria la prova che gli stessi siano stati debitamente informati oppure che vi sia stata la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26033 del 22 giugno 2009
«La persona a cui è stato affidato anche di fatto un minore, in quanto investita di una posizione di garanzia, risponde del fatto da questi commesso, avendo l'obbligo di impedire gli eventi dannosi causati dal minore. (Fattispecie relativa al...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32822 del 11 agosto 2007
«Il conducente di uno scuolabus ha il dovere di adottare tutte le necessarie cautele suggerite dalla ordinaria prudenza in relazione alle specifiche circostanze di tempo e di luogo al fine di garantire la sicurezza dei minori che gli sono affidati...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14745 del 29 dicembre 1999
«In tema di bancarotta, mentre, dal punto di vista oggettivo, non è dubbio che l'amministratore di diritto risponde unitamente all'amministratore di fatto per non avere impedito l'evento che aveva l'obbligo giuridico di impedire, dal punto di vista...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10813 del 21 ottobre 1994
«In materia di concorso di persone nel reato, la condotta consistente nel non impedire l'evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire deve essere accompagnata dal dolo che caratterizza il concorso stesso, da ravvisarsi nella coscienza e volontà...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10159 del 10 luglio 1990
«Costituisce falso ideologico in atto pubblico l'attestazione rilasciata dal presidente di commissione d'esame di maturità di non aver impartito lezioni private ai candidati, anche quando egli abbia svolto non la diretta attività didattica, ma il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 51424 del 19 dicembre 2013
«L'aggravante prevista dall'art. 7 D.L. n. 152 del 1991 (conv. in l. n. 203 del 1991) può essere applicata ai concorrenti nel delitto, secondo il disposto dell'art. 59 cod. pen., anche quando essi non siano consapevoli della finalizzazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1149 del 7 febbraio 1997
«In tema di valutazione delle circostanze, correlando le norme di cui agli artt. 59 e 118 c.p. - come modificati dalla legge 7 febbraio 1990 n. 19 - si ricavano due complementari principi giuridici. Le circostanze attenuanti, soggettive ed...»