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Cassazione civile, sentenza n. 3497 del 15 ottobre 1976
«Poiché a norma dell'art. 416, secondo comma, c.p.c. la costituzione del convenuto nelle controversie di lavoro si effettua mediante deposito di memoria difensiva, nella quale debbono essere imposte a pena di decadenza, le eventuali domande...»
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Cassazione civile, sentenza n. 1363 del 9 aprile 1977
«Qualora la domanda principale abbia ad oggetto un rapporto di lavoro autonomo, nella richiesta del convenuto di accertare la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato e la conseguente applicabilità del relativo contratto collettivo deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3868 del 8 agosto 1978
«In materia di controversie individuali di lavoro e di quelle di previdenza e di assistenza obbligatorie, il decreto con il quale il pretore, a norma dell'art. 415 c.p.c., nel nuovo testo fissato dall'art. 1 della L. 11 agosto 1973, n. 533, fissa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 136 del 9 gennaio 1979
«Secondo la norma dell'art. 400 c.p.c., al procedimento per revocazione avverso sentenze in materia di controversie individuali del lavoro e di previdenza e assistenza obbligatorie si applicano le disposizioni proprie del rito del lavoro di cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3121 del 29 maggio 1979
«Il termine di dieci giorni assegnato al ricorrente attore dal nuovo rito del lavoro per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza di discussione al convenuto, a norma dell'art. 415 comma quarto c.p.c., non è perentorio....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4879 del 21 settembre 1979
«Perché possa dirsi insorta una questione di competenza denunciabile con motivo di ricorso per cassazione ex art. 360, n. 2 c.p.c., occorre che il vizio denunciato sia costituito dalla violazione delle norme sulla competenza in concreto applicate...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1752 del 15 marzo 1980
«La contestazione dei criteri informatori dell'assegnazione al creditore procedente di una parte delle somme dichiarate dovute dal terzo pignorato al debitore a titolo di retribuzione per lavoro dipendente, relativa alla decorrenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3337 del 21 maggio 1980
«Quando l'opposizione all'esecuzione, proposta innanzi al pretore, sia relativa ad un credito di lavoro, non trova applicazione la regola della remissione della causa al giudice competente per valore, contenuta nell'art. 616 c.p.c., giacché, ai...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3654 del 6 giugno 1980
«La proposizione della domanda di revocazione davanti al tribunale in sede ordinaria e non anche davanti al tribunale in funzione di giudice del lavoro che ha pronunciato la sentenza impugnata non costituisce violazione del primo comma dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5760 del 13 ottobre 1981
«La ripartizione dei compiti fra il tribunale ordinario e quello per i minorenni, che costituiscono uffici nettamente distinti per composizione, circoscrizione e sfera di attribuzioni, attiene, anche quando i due uffici abbiano la stessa sede, alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1167 del 24 febbraio 1982
«Pur nell'assenza di alcuna particolare previsione nella L. 11 agosto 1973, n. 533, il rito speciale del lavoro è applicabile al procedimento di revocazione relativo a sentenze pronunciate nelle controversie in materia di lavoro e di previdenza ed...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3958 del 2 luglio 1982
«La sopravvenuta definizione della controversia avanti alla commissione provinciale di conciliazione, istituita presso l'Ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione a norma dell'art. 410 c.p.c. (nel testo introdotto dalla legge n....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4091 del 9 luglio 1982
«Qualora la domanda riconvenzionale, nelle cause soggette al rito del lavoro, quali le controversie in tema di rapporti agrari, sia stata tempestivamente proposta dal convenuto in sede di costituzione, a norma dell'art. 416 c.p.c., l'eventuale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5269 del 12 ottobre 1982
«Nel rito del lavoro, che prevede il principio della continuità tra la discussione orale della causa, la deliberazione del giudice e la pronunzia della sentenza mediante lettura in udienza del dispositivo, non sussiste nullità insanabile della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5481 del 21 ottobre 1982
«Poiché la lettura in udienza del dispositivo della sentenza, nel rito del lavoro, ancora alla data della stessa l'immutabilità della pronuncia, la successiva esposizione dei motivi ha l'unico scopo di esplicare le ragioni della statuizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5755 del 3 novembre 1982
«Non sussiste nullità, per violazione del primo comma dell'art. 25 della Costituzione, della sentenza resa in causa decisa da sezione diversa da quella destinata alla cognizione della controversia del lavoro o da un collegio nel quale siano...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 763 del 9 febbraio 1982
«Gli esborsi a titolo di retribuzione, effettuati dal datore di lavoro, in favore del dipendente per il periodo di inabilità temporanea conseguente ad infortunio, e, quindi, senza ricevere il corrispettivo costituito dalle prestazioni lavorative,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1064 del 10 febbraio 1983
«L'art. 409 n. 3 c.p.c., il quale assoggetta al rito del lavoro le controversie inerenti a prestazioni «di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale», trova applicazione pure con riguardo a prestazioni d'opera intellettuale (nella...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1567 del 2 marzo 1983
«Allo stato della vigente normativa, il «gruppo» o «collegamento» di società è tale solo in senso economico e, sul piano giuridico, è considerato ai limitati effetti previsti dal codice civile (artt. 2359, 2424, primo comma, n. 10, 2624), senza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1847 del 11 marzo 1983
«Quando davanti al pretore, adito quale giudice del lavoro ai sensi dell'art. 413 c.p.c., venga proposta una domanda riconvenzionale (non soggetta, di per sé, al rito del lavoro), detto giudice deve procedere alla separazione dei procedimenti, e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2333 del 30 marzo 1983
«A norma dell'art. 409 n. 3 c.p.c., la competenza del pretore come giudice del lavoro per le controversie nascenti dai rapporti di agenzia postula che questi si esplichino mediante prestazioni dell'agente a carattere prevalentemente personale, il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2795 del 23 aprile 1983
«Nel nuovo rito del lavoro, la disposizione del quarto comma dell'art. 420 c.p.c. (secondo cui, se sorgono questioni attinenti alla giurisdizione o alla competenza o altre pregiudiziali la cui decisione può definire il giudizio, il giudice invita...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3198 del 9 maggio 1983
«Tra i rapporti cosiddetti parasubordinati, soggetti al rito del lavoro, rientra qualsiasi attività che si concretizzi in prestazioni d'opera aventi i requisiti di cui all'art. 409 n. 3 c.p.c., cioè della natura personale, della continuazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3373 del 16 maggio 1983
«L'esigenza della forma scritta ad substantiam sussiste per tutti i contratti degli enti pubblici in genere, compreso il contratto di lavoro privatistico, nei casi in cui ne è consentita la stipulazione alla pubblica amministrazione. Consegue che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3664 del 27 maggio 1983
«Nel nuovo rito del lavoro, il giudice di appello, investito della questione concernente l'ammissibilità o meno della modifica, all'udienza di discussione del giudizio di primo grado, della domanda dal ricorrente proposta con l'atto introduttivo,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3687 del 27 maggio 1983
«La mancanza di coincidenza temporale fra l'assegnazione della causa a sentenza e la lettura del dispositivo comporta la violazione del principio di concentrazione, che, nel nuovo rito del lavoro, garantisce l'immodificabilità della pronuncia,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4378 del 25 giugno 1983
«Quando la composizione del collegio giudicante — che nel rito del lavoro non deve risultare dal dispositivo letto in udienza (art. 429 c.p.c.), il quale assume autonoma rilevanza documentale limitatamente al contenuto volitivo della decisione, non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4481 del 4 luglio 1983
«Nelle controversie soggette al nuovo rito del lavoro, la nullità della sentenza di primo grado per violazione dell'art. 426 c.p.c. (nel testo risultante dalla sentenza della Corte costituzionale n. 14 del 14 gennaio 1977), per mancata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 46 del 5 gennaio 1983
«L'art. 2095 c.c. — pur prevedendo tre categorie fondamentali di inquadramento dei lavoratori subordinati, consente alle associazioni sindacali di determinare contrattualmente le mansioni tipiche di ciascuna categoria e — nell'ambito della stessa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4851 del 15 luglio 1983
«A norma dell'art. 426 c.p.c., applicabile — per il rinvio contenuto nell'art. 442 dello stesso codice — anche alle cause in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie, l'erronea instaurazione della controversia nelle forme ordinarie anziché...»