-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14660 del 29 dicembre 1999
«Il termine di tre mesi, previsto per la presentazione della querela, decorre dal momento in cui il titolare ha conoscenza certa, sulla base di elementi seri, del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, conoscenza che può essere...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27114 del 2 luglio 2009
«La violazione della disposizione che regola gli aumenti o le diminuzioni di pena in caso di concorso di circostanze aggravanti o di circostanze attenuanti dà luogo ad una mera irregolarità che non vizia quindi la sentenza, se la pena irrogata...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4066 del 7 aprile 1994
«In tema di impugnazioni, il semplice riferimento, nell'atto di appello, all'art. 133 bis c.p., senza indicazioni né generiche né specifiche degli elementi dai quali il giudice dell'appello dovrebbe desumere che la pena pecuniaria inflitta dal...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 685 del 3 febbraio 1989
«Il regolamento di esecuzione di una legge può essere considerato quale atto amministrativo illegittimo, e quindi può essere disapplicato dal giudice ordinario, quando contenga norme che superino la necessità di dare attuazione alla legge o...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1502 del 12 maggio 1990
«Il procedimento penale iniziato contro persona deceduta al momento del promovimento dell'azione penale è viziato da inesistenza giuridica per la mancanza di un presupposto processuale essenziale. L'inesistenza del procedimento non determina in...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1313 del 14 gennaio 2003
«In materia di misure di sicurezza personale, ai fini della prognosi di pericolosità sociale il giudice non può prendere in considerazione le sole emergenze di natura medico-psichiatrica, ma deve procedere alla verifica di tutte le circostanze di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 762 del 17 gennaio 2005
«L'affidamento al servizio sociale è misura alternativa alla sola detenzione e pertanto l'esito positivo del periodo di prova comporta esclusivamente l'estinzione della pena detentiva e non invece della pena pecuniaria o delle misure di sicurezza....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9477 del 28 febbraio 2003
«In tema di misure di sicurezza personali, in caso di proscioglimento per infermità psichica, non può essere disposta, in luogo del ricovero in manicomio giudiziario, l'assegnazione ad una casa di cura e custodia, trattandosi di misure non...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1590 del 24 giugno 1969
«La norma contenuta nell'art. 219, comma quarto, c.p., secondo cui, quando deve essere ordinato il ricovero in una casa di cura e di custodia, non si applica altra misura di sicurezza detentiva, è dettata specificamente per i casi di imputati...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3710 del 9 luglio 1999
«A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 324 del 1998, la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 222 c.p. nella parte in cui prevedeva l'applicazione anche ai minori della misura di sicurezza del ricovero in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 100 del 9 gennaio 1992
«Il delitto di cui all'art. 246 del codice penale (corruzione dei cittadini da parte dello straniero) si consuma nel momento in cui il cittadino italiano accetta la promessa di qualche utilità al fine di compiere atti contrari all'interesse...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1289 del 2 febbraio 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 255 c.p., per «atti o documenti concernenti la sicurezza dello Stato», possono intendersi — nell'ambito dell'accertamento del requisito della segretezza, demandato all'autorità giudiziaria —...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1821 del 22 novembre 1965
«Col termine «colto in possesso ingiustificato» usato nell'art. 260, n. 2, c.p., si è inteso fare riferimento alla detenzione materiale degli strumenti, collegata ad un rapporto di attualità e di immediatezza con le persone, essendo indubbio che la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3348 del 29 gennaio 2002
«In tema di procacciamento e rivelazione di notizie di carattere segreto o riservato concernenti la sicurezza dello Stato, è sindacabile da parte del giudice il provvedimento impositivo del segreto ovvero del divieto di divulgazione, che concorre...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 329 del 22 febbraio 1974
«Nella sua accezione più comune, il segreto è quello stato di fatto, per cui una notizia è conosciuta solo da una persona o da una ristrettissima cerchia di persone, e la garanzia giuridica si attua col divieto di portare la notizia a conoscenza di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39514 del 3 ottobre 2007
«Il reato di rivelazione di notizie di cui sia stata vietata la divulgazione previsto dall'art. 262 c.p. ha ad oggetto non solo le notizie coperte dal segreto di Stato, ma anche quelle, diverse dalle prime, che l'autorità competente, in base a...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29670 del 25 luglio 2011
«Ai fini della configurabilità del delitto di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, l'art. 270 quinquies, c.p., richiede un duplice dolo specifico, caratterizzato non solo dalla realizzazione di una condotta in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7386 del 10 giugno 1978
«L'art. 290 c.p. non è stato abrogato dall'art. 49 Cost. né è viziato da incostituzionalità per contrasto con la stessa norma, poiché il diritto di riunirsi in partiti politici per concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 2983 del 30 ottobre 1996
«In tema di corruzione, allorquando non sussistono dubbi circa l'effettiva compartecipazione di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio a un fatto di corruzione, non ha rilevanza, ai fini della sussistenza del reato di cui...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 49532 del 23 dicembre 2009
«Il giudice del processo per l'imputazione di corruzione di un funzionario di uno Stato estero deve procedere, anche d'ufficio, all'accertamento delle norme di diritto straniero utili al fine di stabilire se il funzionario corrotto svolga funzioni...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1898 del 21 gennaio 2005
«Il delitto di rivelazione di segreti di ufficio è integrato anche quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio diffondano una notizia non appresa per ragioni dell'ufficio o del servizio, bastando che tale notizia dovesse...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26998 del 20 giugno 2003
«In tema di delitti contro la pubblica amministrazione, l'attenuante della particolare tenuità prevista dall'art. 323 bis c.p. concerne il fatto illecito in tutti i suoi profili, compreso quello psicologico, e possono di conseguenza rilevare anche...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4062 del 7 aprile 1994
«Il Servizio sanitario nazionale rientra nel paradigma del servizio pubblico delineato dall'art. 358 c.p. Esso, infatti, persegue un interesse di natura pubblicistica, costituito dalla tutela della salute dei cittadini, è regolato da norme di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30749 del 23 aprile 2009
«L'attività di smaltimento di rifiuti è da considerare un "servizio di pubblica necessità" e, pertanto, integra il reato di interruzione di un servizio di pubblica necessità l'inadempimento di tale attività che alteri il funzionamento del servizio...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37083 del 8 ottobre 2007
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 331 c.p. è necessario che sia interrotto o turbato nel suo complesso il servizio pubblico o di pubblica necessità, restando esclusa dalla previsione normativa la condotta limitata a...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5994 del 13 giugno 1996
«Il reato di interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità di cui all'art. 331 c.p. è reato proprio che si qualifica per il soggetto che lo può realizzare (imprenditore, in senso lato); quando manchi tale requisito soggettivo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3316 del 14 marzo 1988
«Il delitto di violenza a pubblico ufficiale non ha come sua obiettività giuridica la tutela della incolumità fisica del pubblico ufficiale, bensì la libertà del medesimo al compimento degli atti del suo ufficio. Integra, pertanto, il delitto de...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12188 del 29 marzo 2005
«Quando il comportamento di aggressione all'incolumità fisica del pubblico ufficiale non sia diretta a costringere il soggetto a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell'ufficio, ma sia solo espressione di volgarità...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10005 del 29 ottobre 1985
«Il delitto, di cui all'art. 336 c.p., è reato di mera condotta assistita da dolo specifico e si consuma indipendentemente dal raggiungimento dello scopo prefissosi dal reo o dalla possibilità, in concreto, da parte del pubblico ufficiale di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1049 del 27 settembre 1972
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 336 c.p. è necessaria la coscienza e la volontà di usare la violenza o la minaccia per il fine, propostosi dall'agente, di costringere il pubblico ufficiale a fare un atto contrario ai propri doveri o...»