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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7273 del 29 marzo 2006
«La funzione del contratto preliminare è quella di impegnare i contraenti alla futura stipula, alle condizioni e nei termini in esso convenuti, di un successivo contratto definitivo, e la prestazione essenziale che ne forma oggetto è costituita da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8810 del 30 maggio 2003
«Ai fini della validità del contratto preliminare non è indispensabile la completa e dettagliata indicazione di tutti gli elementi del futuro contratto, risultando per converso sufficiente l'accordo delle parti sugli elementi essenziali. In...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1306 del 22 febbraio 1990
«Pertanto, con riguardo a «specifica tecnica» accessiva al contratto di costruzione di nave, l'ammissibilità ed operatività della suddetta rinuncia postulano che tale «specifica» non sia inerente all'individuazione dell'oggetto di quel contratto,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14198 del 28 luglio 2004
«La clausola contrattuale che sottoponga il sorgere del diritto al compenso, da parte del professionista incaricato del progetto di un'opera pubblica, all'intervenuto finanziamento dell'opera progettata, contiene una condizione mista che, con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1453 del 9 febbraio 1995
«Qualora l'evento al cui verificarsi le parti hanno subordinato l'attualità degli obblighi da esse contrattualmente assunti risulti oggettivamente indeterminato o indeterminabile, il contratto è nullo ai sensi dell'art. 1354 comma secondo c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 18450 del 19 settembre 2005
«Il contratto sottoposto a condizione potestativa mista è soggetto alla disciplina di cui all'art. 1358 c.c., che impone alle parti l'obbligo giuridico di comportarsi secondo buona fede durante lo stato di pendenza della condizione, e la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6423 del 22 aprile 2003
«La norma dell'art. 1359 c.c., secondo cui la condizione del contratto si considera avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario al suo avveramento, non è applicabile nel caso in cui la parte tenuta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10265 del 16 ottobre 1998
«L'art. 1359 c.c. consente attraverso una fictio di avveramento, di ritenere il contratto efficace quando il fatto impeditivo del verificarsi della condizione sia determinato da un comportamento imputabile a titolo di dolo o colpa al soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13099 del 15 giugno 2011
«Qualora le parti, al momento della stipulazione del contratto, abbiano sottoposto l'efficacia di una o più clausole del medesimo all'avverarsi di una condizione sospensiva costituita dal conseguimento di un provvedimento amministrativo, al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5360 del 5 novembre 1985
«La parte avente interesse contrario all'avveramento della condizione va individuata con riferimento alla natura del negozio condizionato e alla posizione in esso assunta dalle parti, non rilevando la circostanza che una di loro tragga vantaggio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5213 del 28 luglio 1983
«Qualora l'efficacia o la risoluzione di un contratto sia subordinata alla verificazione di un avvenimento futuro ed incerto ancorché dipendente in tutto o in parte dalla volontà di uno dei contraenti (condizione potestativa o mista), la mancata...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 14112 del 18 giugno 2009
«Allorché fra le parti di un contratto di compravendita avente ad oggetto un'area edificabile sia stato pattuito che, per il caso della realizzazione di una maggiore volumetria da parte dell'acquirente, questi sia obbligato al pagamento di un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5954 del 18 marzo 2005
«Nell'interpretazione del contratto, operazione istituzionalmente riservata al giudice di merito l'interpretazione comune che di esso danno le parti, pur non vincolando il giudice, in quanto costituente solo un canone ermeneutico, deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18670 del 16 settembre 2004
«Nell'interpretazione del contratto, il carattere prioritario dell'elemento letterale non va inteso in senso assoluto, in quanto il richiamo contenuto nell'art. 1362 c.c. alla comune volontà delle parti impone, per individuarla, di estendere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1198 del 25 febbraio 1982
«Il giudice, nell'interpretare il contratto, non può mai prescindere dalla ricerca della comune intenzione dei contraenti, posto che l'oggetto della ricerca ermeneutica è proprio tale comune intenzione, rispetto alla quale il senso letterale delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4129 del 21 marzo 2003
«A norma dell'art. 1362 c.c., l'interpretazione del contratto richiede la determinazione della comune intenzione delle parti, da accertare sulla base del senso letterale delle parole adoperate e del loro comportamento complessivo, anche posteriore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17341 del 25 giugno 2008
«Ai fini dell'accertamento dell'ambito oggettivo di un contratto quadro relativo alla prestazione di servizi di investimento, il giudice di merito non può fermarsi all'intitolazione enunciativa del contratto, ma deve esaminare l'intero contenuto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2216 del 5 febbraio 2004
«In riferimento ai criteri ermeneutica dei negozi giuridici, nei contratti per i quali è prevista la forma scritta ad substantiam (come il contratto per cui è causa, avente ad oggetto la costituzione di un diritto di servitù), la ricerca della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3480 del 15 ottobre 1976
«Le convenzioni preliminari e le trattative precontrattuali possono fornire elementi d'interpretazione solo per l'identificazione della natura e dell'oggetto del contratto definitivo, ma al fine di determinare ed interpretare il contenuto delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1590 del 7 maggio 1976
«Nei contratti conclusi mediante la sottoscrizione di moduli o formulari predisposti da uno dei contraenti per la disciplina uniforme di una serie di rapporti, l'elemento letterale ricavato dal contesto del contratto può costituire espressione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 420 del 12 gennaio 2006
«In tema di interpretazione del contratto, il procedimento di qualificazione giuridica consta di due fasi, delle quali la prima — consistente nella ricerca e nella individuazione della comune volontà dei contraenti — è un tipico accertamento di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13886 del 23 luglio 2004
«La erronea interpretazione del contratto individuale di lavoro da parte del giudice del merito attiene ad un punto decisivo, ed è perciò idonea a comportare la cassazione della sentenza, solo ove si dimostri che con la interpretazione propugnata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2415 del 12 marzo 1994
«In tema d'interpretazione del contratto, la parte che denunci in cassazione l'erronea determinazione, in sede di merito, della volontà negoziale è tenuta ad indicare quali canoni o criteri interpretativi siano stati violati; in mancanza,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1950 del 27 gennaio 2009
«In tema di contratti, il giudice di merito, anche a fronte di una clausola estremamente generica ed indeterminata, deve comunque presumere che sia stata oggetto della volontà negoziale, sicché deve interpretarla in relazione al contesto (art. 1363...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10298 del 16 luglio 2002
«In tema di interpretazione del contratto, qualora la medesima vicenda negoziale ed i relativi effetti abbiano formato oggetto di due o più atti scritti, il giudice è tenuto, giusta disposto dell'art. 1363 c.c., ad esaminare tutte le convenzioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2616 del 9 luglio 1976
«L'art. 1364 c.c. non vieta di accertare, secondo le comuni regole dell'interpretazione, se nella comune intenzione degli stipulanti, l'oggetto del contratto fosse più o meno ampio, indipendentemente dal tenore letterale delle parole usate, e,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8619 del 12 aprile 2006
«Nel sistema giuridico attuale, l'attività interpretativa dei contratti è legalmente guidata, nel senso che essa risulta conforme a diritto non già quando ricostruisce con precisione la volontà delle parti, ma quando si adegui alle regole legali,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2773 del 27 marzo 1996
«Nel caso in cui un contratto (nella specie, di assicurazione contro i danni) contenga due clausole che disciplinano in modo diverso, e ciascuno esaustivo, lo stesso fatto, correttamente il giudice del merito attribuisce prevalenza a quella che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5754 del 20 maggio 1993
«In presenza di due patti contrattuali, ciascuno con chiaro significato, ma fra loro contrapposti, trova applicazione il criterio ermeneutico di cui all'art. 1369 c.c., sull'interpretazione più conveniente alla natura ed all'oggetto del contratto,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6656 del 15 giugno 1993
«L'accordo risolutorio di un contratto per il quale sia richiesta la forma scritta ad substantiam è soggetto alla stessa forma stabilita per la conclusione di esso. L'anzidetto requisito formale può ritenersi sussistente solo in presenza di un...»