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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3277 del 29 marzo 1996
«La volontà dolosa, a seconda dei vari livelli di intensità dai quali può essere caratterizzata, può dar luogo alla configurabilità del dolo intenzionale (allorché si persegue l'evento come scopo finale della condotta o come mezzo necessario per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3766 del 31 marzo 1994
«Sussiste il dolo del delitto di omicidio allorquando l'agente, pur non mirando ad un evento mortale come proprio obiettivo intenzionale, abbia tuttavia previsto come probabile — secondo un normale nesso di causalità — la verificazione di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 251 del 14 marzo 1995
«In tema di sequestro probatorio, l'interessato a cui, se presente, deve essere consegnata la copia del decreto di sequestro, non è necessariamente anche il proprietario della cosa sottoposta a sequestro, bensì, come risulta dal successivo art. 257...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5185 del 10 marzo 1998
«L'accertamento che determinati beni sono stati acquistati dall'imputato con il denaro ricavato dai reati contestatigli ne rende legittimo il sequestro probatorio in quanto corpo di reato, del quale costituiscono il prodotto, ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11453 del 25 novembre 1988
«La prova della sussistenza dell'animus necandi sia pure sotto il profilo del dolo eventuale nella fattispecie del tentato omicidio, deve essere desunta dal comportamento del colpevole e dagli accadimenti reali e non dall'eventuale e possibile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 761 del 20 gennaio 1988
«La volontà omicida deve essere ricercata principalmente negli aspetti obiettivi del fatto di sicuro valore sintomatico, quali i mezzi usati, la direzione e la reiterazione dei colpi e simili, anche con riferimento al dolo eventuale. Invero, devesi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1444 del 6 febbraio 1998
«L'omissione della dichiarazione di contumacia non è causa di nullità della sentenza, in quanto non prevista dall'ordinamento e non può ricomprendersi nell'ambito delle nullità di ordine generale, poiché non comporta alcun effetto pregiudizievole...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1209 del 31 gennaio 1987
«La prova della volontà omicida va ricavata dall'esame di elementi soggettivi oppure oggettivi dai quali essa possa logicamente desumersi. Nella prima categoria (elementi soggettivi) vanno ricompresi quelli riconducibili all'autore del fatto come,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5167 del 4 maggio 1994
«Anche in tema di rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in sede di appello ex art. 603 c.p.p., analogamente a quel che avviene in materia di revisione, nel concetto di prova «nuova» deve comprendersi pure quella esistente al momento del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6514 del 3 giugno 1998
«L'individuazione di un adeguato movente dell'azione omicidiaria perde qualsiasi rilevanza, ai fini dell'affermazione della responsabilità, allorché vi sia comunque la prova dell'attribuibilità di detta azione all'imputato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7574 del 3 agosto 1993
«In tema di omicidio, ai fini dell'affermazione della responsabilità dell'imputato la causale del delitto non deve essere necessariamente individuata in quanto pur costituendo un elemento indefettibile del reato medesimo, purtuttavia ha un valore...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5276 del 6 giugno 1983
«In tema di omicidio volontario, la mancata identificazione di una causale può risultare irrilevante, in presenza di elementi di prova unitariamente convergenti a carico dell'imputato. La sua identificazione, peraltro, assume decisiva rilevanza a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3185 del 15 marzo 2000
«Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo — ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato — ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quei dati della condotta che per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5389 del 7 giugno 1997
«Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo — ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato — ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quei dati della condotta che per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10331 del 15 novembre 1993
«Perché possa parlarsi di tentativo di omicidio è necessario che l'azione sia non solo orientata a cagionare la morte, ma anche obiettivamente idonea a provocare l'evento, a mettere cioè in pericolo il bene giuridico tutelato, che è la vita e non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10528 del 26 ottobre 1988
«In tema di tentato omicidio, l'accertamento della sussistenza della intenzione omicida, può essere provato con ogni mezzo, comprese le dichiarazioni dell'imputato. È compito esclusivo del giudice di merito e sfugge, pertanto, al sindacato di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7627 del 30 luglio 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, con riferimento all'art. 3 della Costituzione, della persistente previsione dell'ergastolo da parte dell'art. 577 c.p. per talune ipotesi di omicidio aggravato nonostante che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1879 del 19 febbraio 2000
«In tema di impugnazioni, la facoltà, consentita dal comma 1 dell'art. 582 c.p.p., di presentare personalmente o a mezzo di un incaricato l'atto di gravame nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato, si estende anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7488 del 1 luglio 1994
«Tanto la disciplina dell'abrogato codice di rito, quanto quella del vigente codice non contengono deroghe alle modalità di proposizione e di presentazione dell'impugnazione da parte di imputati sottoposti al soggiorno obbligato. Infatti l'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1456 del 8 febbraio 1994
«In tema di impugnazioni, l'acquiescenza è istituto di carattere generale che — pur occupandosene il codice di procedura penale a proposito del pubblico ministero — deve essere esteso anche alle parti private, per il carattere disponibile del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 50332 del 13 dicembre 2013
«L'omissione dell'avviso di deposito di sentenza (nella specie, di appello) depositata fuori termine è sanata se l'imputato personalmente o altro suo difensore propongono l'impugnazione, in quanto il diritto ad impugnare dell'imputato ha natura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7785 del 16 giugno 1999
«In base alla disposizione transitoria dettata dall'art. 3 della legge 19 gennaio 1999, n. 14, il procuratore generale presso la Corte di cassazione e l'imputato possono esercitare, entro il termine di cui al comma 4 dell'art. 585 c.p.p., la...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21039 del 26 maggio 2011
«Il termine di impugnazione della sentenza di non luogo a procedere, pronunciata all'esito dell'udienza preliminare, è quello di quindici giorni previsto dall'art. 585, comma primo, lett. a), c.p.p. per i provvedimenti emessi in seguito a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5694 del 3 febbraio 1997
«Nel caso di sentenze camerali pronunciate in primo grado o in grado di appello a seguito di giudizio abbreviato, il giudice ha due diverse possibilità qualora l'imputato ed il suo difensore siano presenti: dare lettura del dispositivo subito dopo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3925 del 30 agosto 1996
«I provvedimenti emessi a seguito di procedimento camerale davanti al tribunale di sorveglianza, ricorribili per cassazione ai sensi degli artt. 666 e 678 c.p.p., devono essere notificati anche al difensore non iscritto nell'albo speciale, sicché...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1455 del 16 gennaio 2009
«In materia di termini per la proposizione della richiesta di riesame (nella specie avverso provvedimento di sequestro preventivo) opera il principio stabilito dall'art. 585, comma terzo, c.p.p., secondo cui, quando la decorrenza è diversa per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40259 del 28 ottobre 2008
«Il termine per proporre l'impugnazione, avverso la sentenza pronunciata in sede di appello, decorre per il P.G., nel caso in cui detta sentenza gli venga comunicata prima della scadenza del termine indicato dal giudice per il deposito, dalla data...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7357 del 23 giugno 2000
«Qualora la sentenza (nella specie resa all'esito di giudizio abbreviato) sia depositata, dopo la lettura del dispositivo alla presenza dell'imputato e del difensore, nei quindici giorni successivi, il termine per impugnarla decorre, a norma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6043 del 4 dicembre 1999
«In materia di termini per impugnare anche nel caso in cui la sentenza venga pubblicata in udienza mediante lettura di motivazione e dispositivo, qualora l'imputato sia contumace, è comunque nei suoi confronti sempre dovuto l'estratto contumaciale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9010 del 3 ottobre 1997
«Ai fini della tempestività della proposizione dell'impugnazione, nel caso di imputato presente al dibattimento, il termine per il deposito della sentenza inizia a decorrere dal giorno successivo alla data della lettura del dispositivo; quello per...»