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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22013 del 19 ottobre 2007
«La domanda avente ad oggetto la prededucibilità di un credito può essere dedotta per la prima volta con lo strumento dell'insinuazione tardiva al passivo, laddove i necessari presupposti fattuali siano maturati solo successivamente al decreto con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4792 del 26 marzo 2012
«L'ammissione tardiva al passivo del credito comporta solo il rischio di parziale incapienza, con la conseguenza che è legittimo il provvedimento del giudice delegato che disponga l'inserimento immediato nello stato passivo di una domanda di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9692 del 4 luglio 2002
«Il decreto con il quale il giudice delegato, a fronte dell'opposizione del curatore, in luogo di provvedere alla istruzione della causa e rimettere la decisione al collegio, direttamente escluda, in tutto o in parte, il credito oggetto della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17342 del 6 dicembre 2002
«La mancata riproposizione, nel vigente codice di procedura penale, della disposizione precedentemente dettata dall'art. 3 dell'abrogato codice di rito penale comporta che, una volta verificatisi due giudicati, uno civile ed un altro penale, che...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35199 del 19 ottobre 2006
«L'ordinanza che sospende i termini di durata della custodia cautelare durante il tempo di redazione dei motivi della sentenza può essere emessa con procedura de plano in quanto la norma non prevede esplicitamente che la decisione debba essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4871 del 27 luglio 1999
«In caso di procedimento nei confronti di più imputati, l'impedimento di alcuni di essi o dei loro difensori a comparire e la conseguente richiesta di rinvio comporta l'applicazione dell'art. 304, primo comma, lett. a) anche nei confronti di tutti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 115 del 9 marzo 2000
«In tema di sospensione dei termini di durata massima di custodia cautelare, in sede di giudizio incidentale de libertate, salvo il caso di abnormità del provvedimento, non è deducibile alcuna questione inerente la mancata separazione dei processi,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 163 del 4 marzo 2000
«La circostanza che l'art. 304, terzo comma, c.p.p., in tema di sospensione dei termini di custodia cautelare, non preveda, a differenza di quanto dispone l'art. 305, stesso codice in tema di proroga di quei termini, che sia sentito il difensore,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40575 del 3 dicembre 2002
«La regola stabilita dall'art. 568, comma 5, c.p.p., secondo la quale l'impugnazione è ammissibile indipendentemente dalla qualificazione datane dalla parte, trova applicazione anche con riferimento al ricorso per cassazione proposto per saltum per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7038 del 14 giugno 2000
«Una volta che il P.M. abbia proposto impugnazione avverso una sentenza inappellabile a norma dell'art. 593, comma terzo, c.p.p., la corte di merito deve astenersi dal decidere e limitarsi a qualificare come ricorso l'impugnazione stessa,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8856 del 28 settembre 1993
«Ai sensi dell'art. 593, terzo comma, c.p.p. sono inappellabili le sentenze di proscioglimento o di non luogo a procedere relative a contravvenzioni punite con la sola ammenda o con pena alternativa. Ne consegue che, proposta impugnazione dal P.M....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23571 del 6 luglio 2006
«La disciplina transitoria prevista dall'art. 10, comma quarto, L. 20 febbraio 2006 n. 46, secondo cui l'inammissibilità dell'appello del P.M. contro una sentenza di assoluzione opera anche nel caso in cui venga annullata una sentenza di condanna...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8705 del 21 febbraio 2013
«Nel giudizio di appello, in assenza di mutamenti del materiale probatorio acquisito al processo, la riforma della sentenza assolutoria di primo grado, una volta compiuto il confronto puntuale con la motivazione della decisione di assoluzione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10649 del 7 marzo 2003
«Il potere di annullamento del giudice d'appello è circoscritto ai soli casi tassativamente indicati nell'art. 604 c.p.p., essendo l'appello un mezzo di impugnazione, avente solo eccezionalmente effetto rescissorio. Ne consegue l'inapplicabilità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7588 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di appello, il giudice non è tenuto a prendere in considerazione ogni argomentazione proposta dalle parti, essendo sufficiente che egli indichi le ragioni che sorreggono la decisione adottata, dimostrando di aver tenuto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10667 del 10 ottobre 1998
«Ai sensi dell'art. 604, comma 1, c.p.p., l'annullamento della sentenza di primo grado, per difetto di correlazione fra contestazione e decisione può aver luogo solo quando si sia trattato di sentenza di condanna. Quando, invece, oggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3152 del 20 ottobre 1992
«In sede di incidente di esecuzione, l'indagine affidata al giudice di merito è limitata al controllo dell'esistenza di un titolo esecutivo e della legittimità della sua emissione, e cioè alla regolarità formale e sostanziale del titolo su cui si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7263 del 1 aprile 1999
«In tema di revisione, poiché i requisiti di forma e di sostanza nonché la rilevanza dei nuovi elementi devono essere esaminati — per evidenti ragioni di economia processuale — già nella fase preparatoria e rescindente (fase diretta a verificare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1760 del 2 maggio 1995
«Attraverso la revisione, il giudicato viene sostituito da una nuova e diversa decisione all'esito di un nuovo giudizio; il giudizio è nuovo solo se si fondi su elementi probatori nuovi, ma attinenti ad un tema di indagine che non sia irrilevante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4614 del 11 ottobre 1995
«La disposizione di cui all'art. 677, comma 1, c.p.p. — secondo la quale la competenza a conoscere le materie attribuite alla magistratura di sorveglianza appartiene al tribunale o al magistrato di sorveglianza che hanno giurisdizione sull'istituto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8030 del 18 febbraio 2003
«Il giudice richiesto in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 673 c.p.p., della revoca di una sentenza di condanna a seguito di abolitio criminis è tenuto ad interpretare il giudicato e a renderne esplicito il contenuto e i limiti, desumendo...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2 del 23 marzo 1998
«In tema di revoca della sentenza di condanna per abolizione del reato, qualora il reato abrogato riguardi un solo capo di condanna, legittimamente il giudice della esecuzione revoca la sentenza limitatamente a tale capo, atteso che nell'economia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2138 del 8 giugno 1994
«Il giudice richiesto in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 673 c.p.p, della revoca di una precedente sentenza di condanna a seguito di abolitio criminis, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne esplicito il contenuto ed i limiti,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1819 del 7 giugno 1994
«Il giudice dell'esecuzione, per accertare se il fatto concreto per cui sia intervenuta sentenza di condanna abbia perduto rilevanza penale per abolizione del reato (art. 673 c.p.p.), deve innanzi tutto interpretare il giudicato e renderne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4602 del 7 gennaio 1994
«L'art. 673 c.p.p. (Revoca della sentenza per abolizione del reato), al pari degli altri articoli dello stesso capo che disciplinano specifiche materie di competenza del giudice dell'esecuzione, non contiene un espresso riferimento all'art. 666...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4730 del 15 febbraio 1995
«È ammissibile la richiesta di revoca di una sentenza di condanna per abolitio criminis quando, pur essendosi verificata, a seguito di rigetto di gravame, l'irrevocabilità di detta sentenza in data successiva a quella in cui il fatto ha cessato di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1542 del 20 agosto 1994
«L'effetto abrogativo del D.P.R. 5 giugno 1993, n. 171 — che ha concluso la procedura referendaria diretta all'abrogazione di talune norme del testo unico in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope approvato con il D.P.R. 9 ottobre 1990, n....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1175 del 20 agosto 1994
«Il giudice dell'esecuzione, cui sia richiesta la revoca della sentenza per sopravvenuta estinzione del reato, è tenuto ad interpretare il giudicato ed a renderne espliciti il contenuto e i limiti, ricavando dalla decisione irrevocabile tutti gli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 950 del 18 gennaio 2005
«In tema di conclusione del processo civile, il provvedimento di estinzione del giudizio, adottato dal tribunale in composizione unipersonale o monocratica, ai sensi dell'art. 305 c.p.c., ha il contenuto sostanziale di una sentenza, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1900 del 27 gennaio 2011
«In tema di riassunzione, una volta eseguito tempestivamente il deposito del ricorso in cancelleria, il termine di sei mesi di cui all'art. 305 cod. proc. civ. non ha alcun ruolo nella successiva notifica dell'atto volta a garantire il corretto...»