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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16121 del 9 luglio 2009
«Competente ad accertare e liquidare il danno derivante dall'uso di espressioni offensive contenute negli atti del processo, ai sensi dell'art. 89 c.p.c., è di norma lo stesso giudice dinanzi al quale si svolge il giudizio nel quale sono state...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2091 del 20 febbraio 1992
«La domanda proposta nell'udienza di precisazione delle conclusioni deve ritenersi ritualmente introdotta in giudizio per accettazione implicita del contraddittorio in ordine ad essa, ove la parte nei cui confronti la nuova domanda sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3175 del 18 marzo 1995
«La sentenza che, nell'accogliere integralmente la domanda proposta nei confronti dell'ente previdenziale ed avente ad oggetto il risarcimento del maggior danno subito a causa del ritardato pagamento di un credito concernente una prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7447 del 19 agosto 1994
«L'art. 416 c.p.c., nel prevedere per il convenuto — nel rito del lavoro — l'onere di prendere posizione, in maniera precisa e non limitata ad una generica contestazione, circa i fatti affermati dall'attore a fondamento della domanda, non sanziona...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20593 del 22 novembre 2012
«In tema di diffamazione, la competenza a decidere sulla richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale per le offese contenute in scritti o discorsi dinanzi alla autorità giudiziaria, scriminabili ai sensi dell'art. 598 c.p., spetta solo al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15503 del 5 novembre 2002
«In tema di cancellazione delle espressioni offensive o sconvenienti contenute in scritti difensivi, l'apprezzamento circa l'effettivo rapporto tra queste e l'oggetto della causa - rimesso alla valutazione del giudice di merito e non censurabile in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9946 del 21 luglio 2001
«La cancellazione di espressioni sconvenienti ed offensive contenute negli scritti difensivi può essere disposta, ex art. 89 c.p.c., anche nel giudizio di legittimità, rientrando essa nei poteri officiosi del giudice, e nessun rilievo ostativo può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4695 del 12 maggio 1999
«In caso di procedimento di espropriazione presso terzi conclusosi per effetto di dichiarazione negativa del terzo non contestata dal creditore esecutante, nessuna norma assicura a quest'ultimo il recupero delle spese processuali, dato che l'art....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17080 del 3 agosto 2007
«La richiesta dell'istituto previdenziale di somme dovute a titolo di sanzione civile, dal soggetto inadempiente all'obbligo di versamento di contributi assicurativi, non si sottrae al principio della domanda, sicché è onere dell'istituto medesimo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8105 del 6 aprile 2006
«In presenza di cause scindibili, come ad esempio nell'eventualità in cui il danneggiato evochi in giudizio una pluralità di danneggiati e il giudice del merito accerti la loro concorrente responsabilità in ordine al verificarsi dell'evento dannoso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 341 del 14 gennaio 2002
«La declaratoria di risoluzione del contratto, pur comportando, per il suo effetto retroattivo espressamente sancito dall'art. 1458 c.c., l'obbligo di ciascuno dei contraenti di restituire la prestazione ricevuta, non autorizza il giudice ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9569 del 9 settembre 1999
«La circostanza che una questione idonea a costituire oggetto di una autonoma domanda rappresenti l'antecedente logico della domanda formulata dalla parte non esime la stessa dell'onere di farne oggetto di un'autonoma domanda al fine di conseguire...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6629 del 12 marzo 2008
«La parte istante può proporre, nello stesso giudizio, in forma alternativa o subordinata, due diverse richieste tra loro incompatibili, senza che le espressioni che manifestano l'intenzione di proporre domande subordinate, alternative o eventuali...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7847 del 10 agosto 1998
«Non è consentita la proposizione, oltre che di una domanda principale estesa sia all'an che al quantum, di una domanda subordinata limitata alla condanna generica (cioè con riserva di determinazione del quantum in un separato giudizio), in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9044 del 15 aprile 2010
«L'eccezione riconvenzionale consiste in una prospettazione difensiva che, pur ampliando il tema della controversia, è finalizzata, a differenza della domanda riconvenzionale, esclusivamente alla reiezione della domanda attrice, attraverso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2220 del 4 aprile 1980
«Per il principio della domanda (artt. 2908 c.c. e 99 c.p.c.), che è all'origine dell'attribuzione del diritto di azione al soggetto interessato, l'invocazione della tutela giurisdizionale costituisce il contenuto di un diritto strettamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 577 del 24 gennaio 1984
«In applicazione dei principi di economia dei giudizi e di concentrazione processuale, la domanda proposta, con la comparsa di costituzione o nel verbale di prima udienza, da un convenuto contro altro convenuto, ove rientri nella competenza del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1692 del 12 marzo 1984
«La rinunzia tacita alla domanda — che si configuri a seguito della sua mancata riproposizione in sede di precisazione delle conclusioni, ovvero di altro comportamento processuale o extraprocessuale della parte indicativo della volontà di porre...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8184 del 6 ottobre 1994
«In forza del principio della corrispondenza tra il chiesto ed il pronunciato (artt. 112 c.p.c.), il giudice adito con una domanda di indennizzo per indebito arricchimento non può accogliere la domanda a diverso titolo, ed in particolare a titolo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17291 del 23 luglio 2009
«In tema di riconoscimento dell'efficacia del lodo arbitrale estero, la produzione del compromesso, in originale o in copia autentica, contestualmente alla proposizione della domanda, prescritta dall'art. 4 della Convenzione di New York del 10...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24856 del 8 ottobre 2008
«L'art. 4 della convenzione di New York del 10 giugno 1958 (resa esecutiva con legge 19 gennaio 1968, n. 62) prevede, quale presupposto processuale per la delibazione di una pronunzia arbitrale straniera, la produzione, contestualmente alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1732 del 7 febbraio 2001
«Nel giudizio avente ad oggetto il riconoscimento dell'efficacia del lodo straniero, l'accertamento della portata della clausola compromissoria, istituzionalmente devoluto alla cognizione del giudice dell'opposizione, compete anche alla Corte di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9394 del 27 aprile 2011
«Il giudizio di impugnazione di lodo arbitrale è strutturato come giudizio di unico grado davanti alla corte d'appello, salvo il successivo ricorso per cassazione, e non già come giudizio di appello; pertanto, l'art. 291 c.p.c. si applica...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8910 del 4 giugno 2003
«In tema di arbitrato, alla luce del principio giurisprudenziale secondo il quale anche lo stabilire se una controversia appartenga alla cognizione del giudice ordinario o sia deferibile agli arbitri, giusta la disciplina dell'arbitrato rituale,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3229 del 1 marzo 2012
«Anche nel giudizio di impugnazione per nullità del lodo arbitrale è applicabile il principio secondo cui la proposizione dell'impugnazione principale determina, nei riguardi di tutti coloro cui il relativo atto venga notificato, l'onere, a pena di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5370 del 16 giugno 1997
«L'impugnazione del lodo arbitrale tende ad instaurare un procedimento nel quale si vuole ottenere, attraverso un provvedimento intermedio (di dichiarazione di nullità del lodo stesso), il riesame del merito. È pertanto evidente che la domanda di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 890 del 22 gennaio 2001
«Il provvedimento con il quale un collegio arbitrale (nella specie, per arbitrato rituale) dichiari «non luogo a provvedere» rilevando la decorrenza del termine prefissato per il deposito del lodo a causa della totale inerzia delle parti non si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10924 del 25 luglio 2002
«Il lodo arbitrale costituisce un tutt'uno inscindibile, e nessuna specifica disposizione prescrive che il dispositivo sia formalmente distinto dalla motivazione, e che, a pena di nullità, debba costituire la parte finale della decisione, nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4992 del 18 aprile 2000
«Gli arbitri ai quali le parti hanno assegnato un primo termine per statuire su alcuni capi della domanda, ed un secondo termine per definire la controversia, non possono prorogare quest'ultimo invocando l'art. 820, secondo comma, c.p.c. perché...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8243 del 28 luglio 1995
«Nell'arbitrato libero, il contenuto dell'obbligo contratto dagli arbitri, secondo le regole del mandato, è quello di emettere il responso a loro affidato entro un dato termine, non potendo ammettersi che le parti siano vincolate alla definizione...»