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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12744 del 3 dicembre 1998
«...un onore o un decoro collettivo, quale bene morale di tutti gli associati o membri, considerati come unitaria entità, capace di percepire l'offesa. (Fattispecie di diffamazione a mezzo stampa in danno della Congregazione dei Testimoni di Geova).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9837 del 19 novembre 1996
«Pertanto, proprio perché nel danno ambientale è inscindibile l'offesa ai valori naturali e culturali e la contestuale lesione dei valori umani e sociali di ogni persona la legittimazione processuale non spetta solo ai soggetti pubblici, come...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1282 del 13 dicembre 1996
«La mancanza di sottoscrizione della dichiarazione di impugnazione determina l'inesistenza dell'atto, sicché ove il nominativo della persona che non lo ha sottoscritto sia stato inserito nel ruolo di udienza fra quello dei ricorrenti, di tale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 15208 del 25 febbraio 2010
«È configurabile in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con riferimento al reato di corruzione in atti giudiziari, il danno, di natura non patrimoniale, derivante dalla lesione degli interessi di imparzialità e buon andamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4724 del 13 settembre 1999
«L'inefficacia dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere determinata dall'inosservanza, da parte del tribunale del riesame, dei termini di cui ai quinto e decimo comma dell'art. 309 c.p.p. non costituisce preclusione alla reiterazione del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 22 del 14 gennaio 1997
«L'avviso dell'udienza di riesame dei provvedimenti cautelari reali deve essere notificato al difensore in ogni caso e all'indagato soltanto quando abbia sottoscritto la relativa istanza. (In motivazione, la S.C. ha affermato che nella specie non...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7551 del 27 giugno 1998
«È manifestamente infondata, in riferimento all'art. 24 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 486, comma quinto, c.p.p., nella parte in cui non si applica ai procedimenti in camera di consiglio che si svolgono a norma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9759 del 30 luglio 1999
«L'eventuale incompletezza del verbale di udienza, con riguardo all'esposizione dei fatti da parte del pubblico ministero, non è inquadrabile nell'ambito delle nullità di ordine generale. Peraltro, il solo fatto che nel processo verbale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7263 del 24 luglio 1993
«Il fatto che poi la documentazione a tal fine redatta non abbia i requisiti formali del «verbale» non è, di per sé, causa di nullità o di inutilizzabilità dell'atto, sempre che non facciano difetto i requisiti sostanziali, da individuarsi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 119 del 7 gennaio 2005
«...la inosservanza della relativa norma processuale, ma deve rappresentare al giudice di non avere avuto cognizione dell'atto e indicare gli specifici elementi che consentano l'esercizio dei poteri officiosi di accertamento da parte del giudice.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1079 del 1 febbraio 1995
«Poiché, per l'inscindibile rapporto esistente tra nastri registrati e trascrizione di essi, la registrazione delle intercettazioni attuate, seguita da trascrizione, acquisita al fascicolo per il dibattimento, ai sensi dell'art. 268, comma settimo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11837 del 11 dicembre 1992
«...di terzietà e, pertanto, non dispone di alcun potere di imporre ad una delle parti del procedimento l'esibizione, ed anche la semplice indicazione di elementi di prova, dei quali quella fosse venuta eventualmente in possesso, ovvero a conoscenza.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6922 del 11 giugno 1992
«Infatti, in base a tale ultima norma, il testimone «è esaminato sui fatti che costituiscono oggetto di prova», e tra «i fatti che si riferiscono all'imputazione e alla punibilità» e che l'art. 187 c.p.p. considera tra quelli «oggetto di prova»...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6422 del 1 giugno 1994
«...combinato disposto degli artt. 511 bis c.p.p., inserito dallo stesso decreto legge, e 511, secondo comma del codice, in un contesto normativo che, attraverso il veicolo della lettura, rende possibile l'utilizzazione a fini di prova dei detti atti.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1048 del 1 febbraio 1992
«Appartiene alla competenza funzionale della Corte di cassazione la decisione in ordine alla sussistenza dei requisiti di ammissibilità dell'impugnazione, comunque qualificata dalla parte, proposta contro un provvedimento che sia unicamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9693 del 3 marzo 2003
«In tema di astensione dei prossimi congiunti dal deporre, la limitazione della relativa facoltà, nel caso del coniuge separato dell'imputato, ai fatti verificatisi o appresi durante la convivenza coniugale, deve ritenersi operante avendo riguardo,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2050 del 22 gennaio 2004
«Il procedimento per la riparazione dell'errore giudiziario, pur avendo connotazioni di natura civilistica, attiene comunque ad un rapporto obbligatorio di diritto pubblico, cui consegue un rafforzamento dei poteri officiosi del giudice, il quale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8854 del 30 luglio 1998
«Da tali atti, peraltro, non può trarsi la prova dei fatti in essi descritti, essendo la piena valenza probatoria riservata espressamente dalla legge alle sole sentenze divenute irrevocabili (art. 238 bis c.p.p.); ciò non esclude, tuttavia, che il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4432 del 13 maggio 1997
«Il processo verbale di constatazione, redatto dalla guardia di finanza o dai funzionari degli uffici finanziari, rientra nella categoria dei documenti extraprocessuali ricognitivi di natura amministrativa (art. 234 c.p.p.). Non è, infatti, un atto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10258 del 27 agosto 1999
«In tema di prova documentale, le sentenze, come qualsiasi atto valutativo, possono considerarsi documenti, ed essere utilizzati come prova, solo per i fatti documentali in esse rappresentati (ad esempio, il fatto che un certo imputato sia stato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3123 del 9 settembre 1996
«Infatti occorre distinguere tra documenti e cose pertinenti al reato cioè collegate con un nesso strumentale al reato addebitato e quelle non più utili ai fini delle indagini cioè quelle che non è più necessario per i più disparati motivi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10372 del 18 ottobre 1995
«Lo spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità è espressamente escluso dal campo di applicazione della disposizione di cui all'art. 2 D.L. 20 giugno 1994 n. 399, convertito nella L. 8 agosto 1994 n. 501, che ha introdotto l'art. 12 sexies...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 17 del 21 settembre 2000
«In ipotesi di contestazione, in unico capo di accusa, di imputazione di associazione per delinquere o di singoli episodi di fatti di reato, alla cui realizzazione il sodalizio criminoso sia ritenuto finalizzato, il giudice del merito, qualora...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2873 del 10 ottobre 1997
«In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, la motivazione dei decreti autorizzativi delle operazioni in ordine alla sussistenza di gravi indizi di reato ben può esaurirsi, stante la loro natura di decreto, nell'esposizione...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 42792 del 28 novembre 2001
«In tema di impugnazioni, allorché sia dedotto, mediante ricorso per cassazione, un error in procedendo ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. c) c.p.p., la corte di cassazione è giudice anche del fatto e, per risolvere la relativa questione, può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 863 del 15 aprile 1999
«In tema di valutazione della sussistenza del concreto pericolo di fuga, il pregresso stato di latitanza dell'indagato assume significativo valore sintomatico in quanto rilevatore di una tendenza ostruzionistica all'esecuzione di provvedimenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3951 del 25 luglio 1996
«...attinenti allo svolgimento dei fatti, tali da confermare ab extrinseco la credibilità della chiamata, considerata nel suo complesso, in modo da allontanare, a livello indiziario, il sospetto che il chiamante in correità possa aver mentito.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11 del 1 agosto 1995
«Sotto il primo profilo, il giudice è tenuto ad apprezzarne la precisione, la coerenza interna e la ragionevolezza, nonché a individuare il grado di interesse dell'autore per la specifica accusa, alla stregua della sua personalità e dei motivi che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 655 del 29 aprile 1997
«...al criterio di valutazione previsto dall'art. 192 commi terzo e quarto c.p.p. Ciò non toglie naturalmente che la loro attendibilità deve essere vagliata tenendo conto dei particolari motivi che possono aver indotto il dichiarante a riferirle.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4005 del 20 gennaio 1998
«La prognosi di pericolosità sociale di cui all'art. 274, lett. c) c.p.p. va effettuata sulla base delle modalità e delle circostanze dei fatti e della personalità e capacità a delinquere dell'indagato, desunte non solo dagli eventuali precedenti...»