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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 15110 del 30 giugno 2006
«L'obbligazione di versare le somme a tale titolo incassate, che nasce a carico della banca nei confronti dell'amministrazione, pur non rivestendo natura tributaria, è tuttavia una obbligazione pubblica, in quanto regolata da norme che deviano dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3998 del 18 marzo 2003
«Il potere di riduzione equitativa dell'importo fissato con la clausola penale stabilita dalle parti contraenti per il caso di ritardo nell'adempimento deve essere esercitato avendo riguardo all'interesse del creditore al puntuale ed esatto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11710 del 5 agosto 2002
«Il criterio normativo per l'esercizio del potere giudiziale di riduzione della penale è l'interesse esclusivamente patrimoniale del creditore all'integrale esecuzione del contratto (da valutarsi in termini oggettivi, commisurando la penale alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2655 del 26 marzo 1997
«Il criterio cui il giudice deve fare riferimento per esercitare il potere di riduzione della penale non è la valutazione della prestazione in sé astrattamente considerata, ma l'interesse che la parte secondo le circostanze ha all'adempimento della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1574 del 6 aprile 1978
«...i contraenti o che non ricorra un'ipotesi di usura. La riduzione della penale rientra nei poteri equitativi discrezionali del giudice di merito, ma l'uso di questi poteri deve essere adeguatamente giustificato nella motivazione della sentenza.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11115 del 21 ottobre 1991
«Il potere del giudice del merito di riduzione della penale ai sensi dell'art. 1384 c.c. in caso di adempimento parziale dell'obbligazione va esercitato tenendo presente l'interesse patrimoniale che il creditore avrebbe avuto all'esecuzione totale,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1130 del 29 marzo 1976
«L'interesse cui il giudice deve aver riguardo per stabilire, ai fini della possibile riduzione equitativa, se l'ammontare della penale debba ritenersi manifestamente eccessivo, non è quello al risarcimento del danno subito dal creditore in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5625 del 9 giugno 1990
«L'apprezzamento sull'eccessività dell'importo fissato con clausola penale dalle parti contraenti, per il caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, nonché sulla misura della riduzione equitativa dell'importo medesimo, rientra nel potere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2541 del 27 giugno 1975
«La decisione di rigetto della domanda di riduzione della penale deve essere sorretta da specifica ed esauriente analisi e valutazione degli elementi della fattispecie, e pertanto deve ritenersi insufficiente la motivazione che faccia riferimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24458 del 24 novembre 2007
«La riduzione della penale pattuita ex contractu ove invocata dalla parte interessata non in via di azione ma in via di eccezione, può essere proposta per la prima volta anche nel giudizio di appello; peraltro il relativo potere del giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24166 del 13 novembre 2006
«In tema di clausola penale, il potere di riduzione ad equità, attribuito al giudice dall'art. 1384 c.c. a tutela dell'interesse generale dell'ordinamento, può essere esercitato d'ufficio, ma l'esercizio di tale potere è subordinato...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 18128 del 13 settembre 2005
«In tema di clausola penale, il potere di riduzione ad equità, attribuito al giudice dall'art. 1384 c.c. a tutela dell'interesse generale dell'ordinamento, può essere esercitato d'ufficio per ricondurre l'autonomia contrattuale nei limiti in cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5324 del 4 aprile 2003
«La domanda di riduzione dell'ammontare della penale può proporsi per la prima volta in appello, ma essa deve essere specificamente formulata, non potendo ritenersi la stessa compresa in una generica contestazione della penale stessa; ne consegue...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2478 del 4 marzo 2000
«In caso di richiesta di condanna al pagamento di penale convenzionalmente stabilita per l'inadempimento, a carico della parte che eccepisca la entità manifestamente eccessiva della stessa, chiedendone la riduzione, nessun altro onere può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16031 del 19 luglio 2007
«Pertanto, non è configurabile un'azione di annullamento della compravendita basata su una pretesa revisione del prezzo tramite la revisione di atti contabili (bilancio e conto profitti e perdite) per dimostrare quello che non è altro che un errore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1046 del 8 febbraio 1983
«In tema di rescissione di un contratto di compravendita per lesione «ultra dimidium», il supplemento del prezzo a carico del compratore, per la riduzione ad equità del contratto stesso, secondo la previsione dell'art. 1450 c.c., mediante una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1037 del 24 marzo 1976
«L'offerta con la quale il convenuto con azione di rescissione del contratto per lesione proponga la riduzione ad equità del contratto medesimo, dichiarandosi cioè disposto ad una modificazione in tal senso dei patti e chiedendo al giudice un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4762 del 29 aprile 1991
«In tale caso ne consegue che il contratto permane in toto, salvo, per la parte adempiente, di chiedere — ove non si siano verificate preclusioni di ordine sostanziale o processuale — la riduzione della propria prestazione, ed il risarcimento del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14562 del 30 luglio 2004
«Nel caso del legittimario — che è terzo rispetto al negozio di cessione dei beni ereditari compiuto dal de cuius (e rispetto all'accordo simulatorio) — il termine di prescrizione dell'azione di simulazione del contratto, esercitata in funzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24134 del 13 novembre 2009
«L'erede legittimario che chieda la dichiarazione di simulazione di una vendita compiuta dal "de cuius" siccome celante una donazione, assume la qualità di terzo rispetto ai contraenti - con conseguente ammissibilità della prova testimoniale o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13706 del 12 giugno 2007
«L'erede che agisca per la nullità del contratto di compravendita stipulato dal de cuius perché dissimulante una donazione e per la ricostruzione del patrimonio ereditario e la conseguente divisione dello stesso, senza anche far valere, rispetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7134 del 25 maggio 2001
«Dall'esercizio dell'azione di simulazione da parte dell'erede per l'accertamento di dedotte dissimulate donazioni non deriva necessariamente che egli è terzo, al fine dei limiti alla prova testimoniale stabiliti dall'art. 1417 c.c., perché, se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2836 del 1 aprile 1997
«Il legittimario che per far valere il suo diritto alla quota di riserva chiede l'accertamento della simulazione e la nullità, per difetto dei requisiti di forma, di un atto dissimulato, stipulato dal de cuius — nella specie donazione dissimulata...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8942 del 29 ottobre 1994
«Al fine della prova della simulazione di una vendita fatta dal de cuius il legittimario può essere considerato terzo e come tale beneficiante delle agevolazioni probatorie previste dall'art. 1417 c.c. solo quando contestualmente all'azione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 369 del 13 gennaio 1995
«Le modificazioni del contratto divenuto eccessivamente oneroso e, come tale, da ridurre ad equità, vanno valutate con riferimento alla normalizzazione del rapporto ed il supplemento del prezzo a carico del compratore, per la riduzione ad equità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3492 del 11 luglio 1978
«Il contraente a carico del quale si verifica l'eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione può solo agire in giudizio per la risoluzione del contratto, ma non può astenersi dalla prestazione pretendendo che l'altro contraente accetti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4198 del 3 ottobre 1977
«...1467, l'eccessiva onerosità della prestazione, che, nei contratti sinallagmatici, legittima la parte onerata a chiedere la risoluzione e la parte non onerata a cui sia stata opposta l'eccessiva onerosità, a chiedere la riduzione ad equità.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2541 del 17 marzo 1994
«Ne consegue che il semplice fatto che un bene immobile provenga da donazione e possa essere teoricamente oggetto di una futura azione di riduzione per lesione di legittima, esclude di per sé che esista un pericolo effettivo di rivendica e che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 881 del 30 gennaio 1987
«A norma dell'art. 1489 cod. civ., i pesi gravanti sul fondo venduto, se non dichiarati in contratto, non costituiscono causa di risoluzione, o di riduzione del prezzo, a favore del compratore, soltanto nel caso in cui siano «apparenti» o comunque...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4786 del 28 febbraio 2007
«...sanzione pecuniaria o di ordine di demolizione), tanto da determinare deprezzamento o minore commerciabilità dell'immobile. In mancanza di tali condizioni, non è possibile riconoscere all'acquirente la facoltà di chiedere la riduzione del prezzo.»