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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10763 del 31 ottobre 1995
«In tema di nesso di causalità, quando i comportamenti di più soggetti concorrono su un piano di reciproca equivalenza a determinare l'evento, il giudizio sull'efficienza causale è distinto ed autonomo per ciascuna condotta. Nel concorso di cause...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9442 del 16 settembre 1986
«L'errore su legge diversa da quella penale, idoneo ad escludere la punibilità, è solo quello che riguarda una norma destinata in origine a regolare rapporti giuridici di carattere non penale, non richiamata né esplicitamente né implicitamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2104 del 28 febbraio 1995
«In tema di simulazione di reato la ritrattazione che sia avvenuta in un unico contesto (inteso in termini di continuità e di durata) con la denuncia simulatoria, determina il venir meno dell'idoneità offensiva dell'azione; la resipiscenza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10835 del 27 luglio 1990
«In materia di reato impossibile, nel caso di inidoneità dell'azione o inesistenza dell'oggetto di essa, l'impossibilità dell'evento deve porsi in termini di assolutezza e di attualità e giammai di eventualità o di rinvio ad un futuro più o meno...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9624 del 1 ottobre 1988
«L'azione è inidonea, ed il reato è, quindi impossibile, quando in concreto è assolutamente inadeguata ed inefficiente ai fini della realizzazione del presupposto criminoso; l'inidoneità degli atti, valida ad escludere la figura del delitto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6979 del 14 luglio 1997
«Ai fini della configurabilità dell'esimente della legittima difesa — ammessa nei confronti di tutti i diritti, personali e patrimoniali — l'apprezzamento della proporzione tra offesa e difesa, che postula un rapporto di corrispondenza valutativa...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1611 del 12 ottobre 1996
«In materia di individuazione dei limiti di pena, anche per quanto riguarda la individuazione dei termini massimi di durata della custodia cautelare, in caso di ricorrenza di circostanze aggravanti, la pena per il delitto tentato deve essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 829 del 24 gennaio 1995
«In tema di distinzione tra concussione e corruzione, ciò che conta è che il pubblico ufficiale, avvalendosi del proprio potere, determini la libera volontà del privato attraverso un comportamento costringente o inducente, operando così una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 19 aprile 1996
«La disposizione dell'art. 63, comma 4, c.p., che prevede la facoltà del giudice, nel concorso di più circostanze ad effetto speciale, di aumentare la pena stabilita per la circostanza più grave, attiene esclusivamente alla concreta entità del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5275 del 4 maggio 2000
«Il giudice può addivenire al proscioglimento dell'imputato per incapacità di intendere e di volere solo dopo aver accertato la configurabilità, in termini materiali e di colpevolezza, del reato attribuito all'imputato stesso. (Nella specie la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31743 del 28 luglio 2003
«Il giudice deve motivare la dichiarazione di abitualità a delinquere, fondandola non solo sulla constatazione della recidiva specifica, sia pure reiterata ed infraquinquennale, ma anche sulla valutazione della complessiva condotta di vita tenuta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10262 del 13 novembre 1981
«Nel caso di abitualità ritenuta dal giudice non ha alcuna rilevanza il mancato accertamento della data di commissione dei reati perché la norma dell'art. 103 c.p. non fa alcun riferimento, a differenza di quella concernente l'abitualità presunta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4985 del 4 febbraio 1992
«L'istituto della restituzione in termini non può essere invocato relativamente al termine per proporre querela. (In motivazione la S.C. ha chiarito che la restituzione è consentita per i soli termini contemplati nel codice di procedura penale e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12372 del 14 settembre 1990
«Ai fini del trattamento sanzionatorio le disposizioni di cui agli artt. 132 e 133 cit. nella impossibilità di catalogare gli svariati elementi di valore — prevedono innegabili «spazi discrezionali», anche se questi hanno carattere vincolato: essi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2350 del 19 febbraio 1990
«La determinazione della misura della pena è compito esclusivamente affidato alla prudente valutazione del giudice di merito. Trattandosi di una potestà interamente affidata alla discrezionalità, il controllo sulla corretta applicazione della legge...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1817 del 14 agosto 1996
«Nessuna delle esigenze cautelari indicate dall'art. 274 c.p.p., come presupposto inderogabile per disporre la custodia cautelare in carcere, riveste carattere punitivo ed emendativo, rispondendo tutte a necessità di ordine processuale o preventivo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16014 del 28 aprile 2005
«La remissione di querela non può essere sottoposta a termini o a condizioni, sì che è inefficace la remissione cui sia stata apposta la condizione consistente nella corresponsione, non effettuata, della somma pattuita a titolo di risarcimento del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7709 del 26 maggio 1989
«Il giudizio inerente alla concessione o al diniego del perdono giudiziale, più che involgere una diagnosi completa del passato del minore infradiciottenne, comporta un giudizio prognostico sul futuro dello stesso e, quindi, sulla possibilità che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12628 del 20 settembre 1990
«Gli estremi della condotta del reato di millantato credito, prevista dall'art. 346, primo comma, c.p., devono intendersi realizzati nel solo fatto di chi, vantando in modo esplicito o dando ad intendere di avere possibilità di influire sul...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46938 del 2 dicembre 2004
«La revoca anticipata di una misura di sicurezza presuppone una verifica attuale in termini di assoluta certezza che la persona ad essa sottoposta abbia cessato di essere pericolosa, verifica che consenta di anticipare il giudizio di riesame della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 188 del 7 febbraio 1966
«A tutela dell'interesse militare e, perciò stesso, dell'interesse della sicurezza dello Stato, il codice penale vigente, innovando a quello del 1889, prevede un gruppo di disposizioni che puniscono come delitti fatti che siano compiuti a fine di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 329 del 22 febbraio 1974
«Nella sua accezione più comune, il segreto è quello stato di fatto, per cui una notizia è conosciuta solo da una persona o da una ristrettissima cerchia di persone, e la garanzia giuridica si attua col divieto di portare la notizia a conoscenza di...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 18 marzo 1970
«Il delitto di attentato contro l'integrità dello Stato, enunciato dalla legge nella ipotesi astratta di «un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero» (art. 241 c.p.), si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8347 del 22 luglio 1988
«Il reato previsto dal primo comma dell'art. 306 c.p. (bande armate) esige da parte dell'agente una iniziativa programmatica o una preparazione della costituzione dell'associazione mediante una operosa iniziativa che ne determini la nascita, ovvero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1540 del 12 febbraio 1985
«Per ritenersi realizzata l'ipotesi di reato di cui al primo comma dell'art. 306 c.p. si richiede da parte del soggetto agente un'iniziativa programmatica o una preparazione della costituzione dell'associazione mediante un'operosa iniziativa che ne...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7537 del 25 febbraio 2011
«Il reato di falso di cui all'art. 483 c.p. resta assorbito in quello di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato in tutti i casi in cui l'uso o la presentazione di dichiarazioni o documenti falsi costituiscano elementi essenziali di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4060 del 25 gennaio 2008
«I danni non patrimoniali, rappresentati da turbamenti morali della collettività, sono risarcibili a favore degli enti pubblici esponenziali di essa, anche qualora taluno di tali enti sia stato costituito in epoca successiva alla consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26847 del 13 luglio 2010
«Non è configurabile l'attenuante della provocazione quando l'esistenza di pregressi contrasti tra autore del fatto e vittima abbia progressivamente condotto a reciproche aggressioni e ripicche in termini tali da non consentire l'attribuzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29700 del 16 luglio 2003
«A seguito dell'intervenuta abrogazione degli articoli 341 e 344 c.p., disposta dall'articolo 18 L. 25 giugno 1999, n. 205, per i fatti commessi prima della sua entrata in vigore e già contestati come oltraggio, non può trovare applicazione la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36354 del 22 settembre 2003
«Ai fini dell'integrazione del reato di cui all'art. 340 c.p., non è necessario il dolo intenzionale essendo sufficiente che l'agente operi con la consapevolezza che il proprio comportamento, anche in via di mera possibilità, determini...»