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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 741 del 27 gennaio 1988
«La norma di cui all'art. 873 c.c. relativa alle distanze tra fabbricati, in quanto intesa a tutelare interessi generali di igiene, decoro e sicurezza degli abitati, tale da consentire una valutazione più rigorosa in sede locale, non si pone in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2827 del 30 ottobre 1973
«... La regola dettata dall'ultimo comma dell'art. 905, c.c. — secondo la quale la distanza per l'apertura di vedute dirette e balconi non si applica quando tra i due fondi vicini ci sia una via pubblica — è applicabile anche alle vie private...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13261 del 16 luglio 2004
«In tema di condominio, ciascun condomino è libero di servirsi della cosa comune, anche per fine esclusivamente proprio, traendo ogni possibile utilità, purché non alteri la destinazione della cosa comune e consenta un uso paritetico agli altri...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 319 del 18 gennaio 1982
«L'apertura di vedute in violazione del disposto dell'art. 905 c.c. sul tetto di proprietà esclusiva di un condomino, non esclude il pregiudizio degli altri condomini i quali, pertanto, possono agire in negatoria servitutis , in quanto i vincoli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7146 del 6 luglio 1990
«Nel caso in cui il confine tra due fondi sia rappresentato da un muro comune, il punto d'arrivo nella misurazione della distanza di cui all'art. 905 c.c. per l'apertura di vedute verso lo stesso, è costituito dalla faccia del muro prospiciente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3428 del 25 maggio 1981
«La misurazione della distanza di una veduta dal fondo del vicino si effettua dalla faccia esteriore del muro in cui si aprono le finestre ovvero dalla linea estrema del balcone, o, in genere, del manufatto dal quale si esercita la veduta stessa.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4797 del 9 novembre 1977
«L'art. 905 c.c., nel prevedere la distanza minima di una veduta diretta, assume come base della misurazione la posizione più avanzata del piano verticale sul quale l'apertura è posta ed è disposizione inderogabile. (Nella specie, la corte del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4222 del 20 febbraio 2009
«L'ultimo comma dell'art 905 cod. civ., il quale esclude l'obbligo di osservare una distanza minima per l'apertura di vedute dirette verso il fondo del vicino quando tra i due fondi contigui vi sia una via pubblica, non presuppone necessariamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8341 del 24 agosto 1998
«Perché si possa , parlare di strada pubblica ai fini dell'esonero dal rispetto delle distanze nell'apertura di vedute dirette e balconi, ex art. 905, terzo comma, c.c., occorre che la destinazione della strada all'uso pubblico risulti da un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4748 del 7 novembre 1977
«Ai sensi dell'art. 905 terzo comma c.c., il venir meno dell'obbligo di rispettare le distanze legali, per l'apertura di vedute e balconi, non si verifica in ogni caso in cui fra proprietà contigue vi sia uno spazio pubblico, ma postula che tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1345 del 8 aprile 1977
«In applicazione dell'art. 906 c.c., la distanza legale per la collocazione di una canna fumaria sul muro perimetrale comune, ad opera di uno dei condomini, non può essere inferiore a 75 centimetri dai più vicini sporti dei balconi di proprietà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1061 del 20 marzo 1975
«Nel caso in cui la linea di confine tra due proprietà sia costituita da un muro comune, la determinazione del punto di arrivo, nella misurazione della distanza di cui all'art. 906 c.c. per l'apertura di vedute verso tale muro, va posta nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4512 del 23 agosto 1985
«La sussistenza di una veduta, anche al fine dell'assoggettamento della costruzione del vicino alle distanze fissate dall'art. 907 c.c., deve essere riconosciuta in presenza di una situazione che consenta di esercitare la inspectio e la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5764 del 23 marzo 2004
«In tema di distanza delle costruzioni dalle vedute, se la ratio dell'art. 907 c.c., il quale fa divieto di fabbricare a distanza minore di tre metri dalla veduta del vicino, è quella di assicurare al titolare del diritto di veduta sufficiente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4384 del 4 agosto 1982
«Qualora sia stata aperta una veduta a distanza minore di un metro e mezzo dal confine del fondo vicino, il proprietario di quest'ultimo, ove intenda costruire, non è esonerato dall'obbligo ( ex art. 907 c.c.) di mantenere il fabbricato a distanza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12479 del 26 agosto 2002
«In tema di distanze tra costruzioni, il disposto di cui all'art. 907, comma secondo, c.c., postula, per la sua applicazione, l'esistenza di una veduta diretta, ovvero di una veduta diretta che formi anche una veduta obliqua, non anche solo obliqua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3763 del 22 ottobre 1976
«L'obbligo, posto dall'art. 907, secondo comma, c.c., a carico del proprietario del fondo vicino, di non fabbricare a distanza inferiore a tre metri dai lati della finestra dalla quale si esercita la veduta obliqua, concerne la sola ipotesi in cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1832 del 18 febbraio 2000
«Ai fini dell'applicazione della disciplina di cui al terzo comma dell'art. 907 c.c., relativa alla distanza minima di tre metri in linea verticale da osservarsi nel caso dell'esistenza, nel muro del fabbricato altrui, di una veduta diretta,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1268 del 13 marzo 1989
«Il divieto di fabbricare a distanza inferiore a tre metri dalla veduta diretta del vicino (art. 907 c.c.) riguarda le costruzioni - non in appoggio o in aderenza - che raggiungono o superano in altezza il livello della veduta, mentre non opera per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3742 del 18 giugno 1982
«Con riguardo a fabbricati in aderenza od appoggio sul confine fra due fondi, la sopraelevazione dell'uno, che non venga effettuata sul filo della preesistente costruzione, deve osservare dall'altro fabbricato, indipendentemente dal superamento o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22838 del 11 novembre 2005
«Il principio secondo cui in materia di condominio trovano applicazione le norme sulle distanze legali (nella specie con riferimento al diritto di veduta) non ha carattere assoluto, non derogando l'art. 1102 c.c. al disposto dell'art. 907 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15394 del 1 dicembre 2000
«Le norme sulle distanze legali, le quali sono fondamentalmente rivolte a regolare rapporti tra proprietà autonome e contigue, sono applicabili anche nei rapporti tra il condominio ed il singolo condomino di un edificio condominiale nel caso in cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12033 del 31 maggio 2011
«L'obbligo di costruire a non meno di tre metri dalle vedute dirette aperte nella costruzione esistente sul fondo vicino, di cui all'art. 907 c.c., ha natura assoluta e va osservato anche quando l'erigenda costruzione non sia tale da impedire di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7772 del 5 aprile 2011
«La servitù di veduta o prospetto, goduta dal proprietario di un edificio sul sottostante tetto a piano inclinato dell'edificio contiguo, impedisce qualsiasi innalzamento del tetto, che incida negativamente sull'esercizio del diritto di veduta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11956 del 22 maggio 2009
«In materia di luci e di vedute, il diritto di proprietà di un immobile fronteggiante il fondo altrui non può attribuire, in assenza di titoli specifici (negoziali o originari, come l'usucapione), anche l'acquisto della servitù di veduta; ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21501 del 12 ottobre 2007
«In tema di violazione delle norme sulla distanza delle costruzioni dalle vedute, ai sensi dell'articolo 907 c.c., per costruzione deve intendersi l'opera destinata per la sua funzione a permanere nel tempo, e, tuttavia, il carattere di precarietà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4526 del 5 maggio 1998
«L'obbligo di costruire rispettando la distanza stabilita dall'art. 907 c.c. dalla veduta diretta del vicino sussiste anche se tra i due fondi vi è un'intercapedine o la costruzione di un terzo, che non ne pregiudica però l'esercizio, perché tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2180 del 11 marzo 1997
«In relazione al principio secondo cui l'obbligo del proprietario del fondo vicino di non fabbricare a distanza inferiore ai tre metri dai lati della finestra da cui si sia acquisito il diritto di esercitare sia veduta diretta che veduta obliqua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1598 del 9 febbraio 1993
«Ai fini dell'art. 907 c.c., il quale fa divieto di fabbricare a distanza minore di tre metri dalla veduta del vicino, il concetto di fabbricare non riguarda esclusivamente i fabbricati in calce o mattoni e cemento, cioè le opere che abbiano le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3457 del 10 luglio 1978
«Il diritto di avere vedute dirette verso il fondo vicino rende illegittima da parte del proprietario di questo la costruzione di qualunque manufatto a distanza minore di quella fissata dall'art. 907 c.c., che intralci non solo la possibilità di...»